Capitolo 2

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2 Ottobre 2022

Izzie si sveglia con il suono della pioggia che, leggera ma costante, batte sulle persiane. Dalla cucina arriva l'odore di uova e bacon, la colazione all'inglese che Anthony adora ma a cui lei fatica ad abituarsi.

"Come fa a mangiare queste cose a quest'ora del mattino...", pensa, girandosi nuovamente nel piumone, afferrando il cellulare sul comodino e accorgendosi che in realtà è quasi mezzogiorno. Ancora una volta si è svegliata tardissimo, e dovrà rinunciare all'idea di andare a correre perché la mattina ormai è finita. Si alza dal letto, si avvolge in un maglione e, ancora coi pantaloni del pigiama, i piedi scalzi sulla moquette, si avvia verso il tavolo in soggiorno. Anthony sta cucinando con le cuffie sulle orecchie, lei si siede al tavolo e aspetta che lui si accorga della sua presenza. Indaffarato, Anthony sistema le uova strapazzate e il bacon sui piatti, avvia il bollitore e, senza togliersi le cuffie, dice "Iiiiiz..."

"Sono qui, amore. - risponde lei ad un volume abbastanza alto da farsi sentire – Da qualche minuto ti sto guardando cucinare".

"Menomale, ti avrei lasciato dormire ancora ma non volevo ti perdessi questa colazione fantastica", dice Anthony spegnendo la musica e appoggiandosi le cuffie intorno al collo.

"Non me la perderei per nulla al mondo", dice Izzie sorridendo, e si alza per preparare la tavola.

Dà una rapida occhiata fuori dalla finestra: ancora brutto tempo. Vive a Londra già da un anno e mezzo, ormai è un'abitudine. L'estate londinese è breve e fresca e, a differenza delle caldissime estati del Connecticut, che le permettevano di vivere in maglietta e shorts per più di due mesi, nell'estate inglese ogni giorno di sole in cui si potesse uscire senza portarsi dietro ombrello e felpa veniva festeggiato come un vero evento.

"E anche oggi non sono andata a correre", sospira, sedendosi a tavola.

Anthony posa davanti a lei un piatto di uova e bacon e una tazza fumante di caffè. "E dove volevi andare – dice – con questo tempaccio..."

"Quando ero giovane non bastava la pioggia a fermarmi se dovevo allenarmi".

"Lo so, lo so. Eri il capitano della squadra di atletica della scuola. - dice Anthony, canzonandola con fare bonario – Ma se vuoi ricominciare, penso che anche il King's College abbia una squadra di atletica".

"Sicuramente ce l'ha, ma da troppo non mi alleno seriamente. Non posso più correre a quei livelli. Mi piacerebbe solo trovare un po' più di tempo per allenarmi almeno per conto mio, a livello amatoriale".

"La corsetta della domenica, insomma".

"Esatto... - dice lei non senza qualche rimpianto. Subito dopo, ritrova però il sorriso – Certo che mettermi con un pigrone del genere non aiuta..."

"Pigrone io? Ma se faccio equitazione, golf..."

"Sì, le tre volte all'anno che vai a trovare i tuoi. Ma qui a Londra cosa fai?"

"Vado in palestra?"

"Ma non farmi ridere. Ci resti trenta minuti solo per vedere i tuoi amici".

"Sono bello anche così però, no?" dice Anthony ridendo, sporgendo volutamente la pancia in fuori. Frequentava la scuola di arti grafiche e stava finendo un master in fotografia. Era appassionato di arte e letteratura e amava andare in università in bicicletta, ma non si poteva dire che fosse uno sportivo.

"Sei bellissimo, amore. Lo sai che scherzo – dice Izzie, carezzandogli il viso attraverso il tavolo – Ce l'ho solo con me stessa e con la mia forza di volontà. Anche ieri sono andata a letto troppo tardi".

Far from L.A. • Casey & Izzie StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora