È FORSE AMORE?
⎯ Alexander
Apro la porta di casa e non credo ai miei occhi.
«Che fai qui, Meghan?» chiedo.Lei si alza dal divano e mi viene incontro: «Alex! Avrei dovuto chiamarti, lo so. Ma volevo farti una sorpresa» dice buttandomi le braccia al collo.
«Come sei entrata?»
«Con il mazzo di chiavi che mi avevi lasciato per prendere la mia roba. Quando ho preso tutto, ho dimenticato di restituirtelo» dice con la sua voce dolce e pacata.«Non hai risposto alla mia domanda».
Lei mi guarda perplessa.
«Che ci fai qui?» ripeto.
«Volevo vederti… Mi sei mancato Alex» si avvicina a me e mi dà un bacio sulle labbra.
«No, Meghan, aspetta»
«E io non ti sono mancata?» insiste, cercando di baciarmi di nuovo.La allontano gentilmente: «Meghan, per favore, credevo che ne avessimo già parlato»
«Alex… quante volte ci siamo allontanati e poi siamo tornati insieme? Mi manchi, non voglio starti lontana…».
Io mi lascio cadere, seduto, sul divano e mi tengo la testa con le mani.«Alex ma cosa ti succede? Cosa hai fatto alla mano?».
Per un momento le scene della notte scorsa mi passano nella mente come un rullino di foto, e alla fine di tutte vedo lei: Eveline.«Meghan, è finita. È meglio che tu vada via…» dico lapidario.
Lei sgrana gli occhi. Si siede accanto a me e cerca di abbracciarmi.
«Amore, ma mi spieghi che cosa ti è successo? Non sembri neanche tu…» dice. «Ascoltami, ho sbagliato. Ok? C’è tempo per avere una famiglia, dei figli. Ho capito che non sei pronto e voglio aspettare. Voglio aspettare che tu lo sia, ma con te».Io, invece, vorrei urlare, lanciare tutto all’aria e andarmene. Ma non sono il tipo che fa queste cose.
«Non è questo» sussurro, scuotendo la testa.
«E allora cosa c’è, amore?»
«Voglio che tu torni a Capetown, Meghan.»
«Non prima di essere stata un po’ con te…» dice avvicinandosi.Mi alzo in piedi.
«Non so come dirtelo… non voglio tornare insieme a te.»
«Senti, tesoro, penso che tu sia stanco… E’ meglio che vai a riposare un po’ e poi ne parliamo più tardi. Intanto, ti preparo quello sformato alle zucchine che ti piace tanto».
E mi guarda con quei suoi grandi occhi verdi, dolci e comprensivi, come ha sempre fatto.È vero ci siamo allontanati e riavvicinati tante volte, ma perché adesso non voglio neanche darle del tempo? Voglio solo che se ne vada, così come è arrivata, senza che io neanche me ne renda conto.
«Come sei venuta a Mellport?» le chiedo.
«In aereo e in taxi, perché?»
«Ti rimborso i soldi del viaggio e ti do quelli per il ritorno. Mi dispiace, ma non voglio che tu resti qui, ho bisogno di stare da solo…» concludo, mettendo la mano in tasca per cercare il portafogli.
«Cazzo… il portafogli!»Ma dov’è?
E all’improvviso ricordo.
«Ah, Alex! Il tuo portafogli, lo stavi dimenticando in camera!»
«Grazie! Tienilo tu, Eve, poi me lo restituisci dopo».
Il mio portafogli è nella borsa di Eve.«Devo andare» dico, prendendo al volo le chiavi dell’auto dal tavolo del salotto.
«Alex! Dove vai?» mi rincorre lei.
Esco senza neanche risponderle.
Mi metto in macchina e parto a tutta velocità alla volta di Brightintown.Tocco oltre le cento miglia orarie e arrivo sotto casa di Eve in men che non si dica. Sulla strada, mi accorgo di aver lasciato il cellulare a casa, quindi scendo dall’auto per suonare al citofono.
Leggo: “Valentine E.” e pigio il pulsante.
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Bitter Love
ChickLitLa venticinquenne Eveline Valentine, per completare il suo Master in Editoria, viene assegnata alla Chester Publishing, una delle case editrici più grandi di tutta Brightintown. Nel suo primo giorno di lavoro, l'incontro tanto improvviso quanto inte...