DEDICHE E RINGRAZIAMENTI

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A me stessa,
per tutte le volte che
hai creduto di valere meno di zero
o hai permesso che gli altri non riconoscessero il tuo valore.
Spero di averti dimostrato
il contrario.

A mia zia Ada,
che mi ha regalato il primo diario
quando avevo sette anni.
Grazie per avermi fatto iniziare a
scrivere,
spero che lassù abbiate un PC.

RINGRAZIAMENTI

"Nel mezzo delle difficoltà, nascono le opportunità", diceva Albert Einstein.
Ho iniziato a scrivere questo romanzo il ventuno settembre 2020, forse anche grazie al modo di vivere in un certo senso "congelati", a cui ci ha costretti il covid-19.

A volte, hai troppe emozioni dentro e, se sei come me, una persona che non riesce a dire quello che vorrebbe alle persone giuste ma riesce solo a dimostrarlo con i fatti, potrai facilmente capire il mio percorso.

Avevo letto in un libro che è necessario vivere la propria vita riuscendo ad autosomministrarsi emozioni per non dipendere dagli altri.
Ma devo fare un passo indietro.

Sono laureata in Giurisprudenza, ma non sono mai stata innamorata del mio percorso di studi. Nonostante mi sia laureata a soli ventitré anni e con il massimo dei voti, lode annessa, ho capito presto di non appartenere a "quel mondo", il mondo dei giuristi.

Precisamente, l'ho capito il primo giorno del mio stage presso gli uffici giudiziari.
"Mamma, papà, non è la mia strada", ho detto. Ma loro erano convinti che, prima di prendere una decisione, dovessi aspettare un po', un solo giorno era troppo poco per decidere di abbandonare quel percorso.
E, invece, certe cose le percepisci dall'inizio.

Così, un giorno è diventato una settimana, la settimana è diventata un mese e quel mese si è moltiplicato per diciotto, portando a compimento lo stage.
Perché, tutto sommato, quando inizio qualcosa, o lascio il primo giorno o finisco il percorso.

Diciotto mesi dopo, però, la mia autostima era a terra.
Passavo tutte le giornate a casa, a studiare, illudendomi che riuscire a vincere un concorso pubblico potesse risolvere i miei problemi.
Un po' come Checco Zalone, della serie: "Che vuoi fare da grande? Il posto fisso".

Nella vita privata, ho sempre riposto grandi aspettative nella creazione di una famiglia tutta mia, ma le persone e le storie che mi sono capitate - o che mi sono cercata - non hanno fatto altro che mostrare l'impossibilità oggettiva di questo sogno.

In un mondo in cui tutti sono super concentrati su loro stessi, non mi stupisce affatto che una, come me, disposta a mettere l'altra persona dinanzi a sé, non venga apprezzata, anzi, venga trattata come una donna di poco valore, una di quelle che "sta lì, quando ne ho bisogno...".

L'idea di scrivere è nata, perciò, dal profondo bisogno di mostrarmi al mondo per quella che sono, con le mille emozioni che mi caratterizzano, il valore della mia persona e il mio idealista e romantico modo di vedere la vita.
Avevo un profondissimo bisogno di essere ascoltata.

Così, ho iniziato a scrivere di getto, una storia interamente frutto della mia fantasia, ma che di reale ha molte delle emozioni raccontate.
Il due ottobre ho scritto il capitolo finale della mia opera.
Ci ho messo solo dodici giorni.

Ringrazio mia madre per aver creduto nel mio lavoro sin dal primo giorno, per aver passato ore ed ore al PC a riscrivere di notte i capitoli che io le mandavo sul cellulare.
E ringrazio mio padre per aver letto il mio romanzo rosa (cosa che per gli uomini non deve essere semplice) e per aver smesso di dirmi che dovevo fare l'avvocato, cosa che al massimo potrò far fare ad una protagonista di un mio prossimo lavoro. Chissà.

Ringrazio mia sorella, per avermi fatto scoprire Wattpad, piattaforma senza la quale non avrei potuto condividere con voi il mio romanzo.

Senza onestà, però, non sarei io.
Ringrazio di cuore la persona che, senza neanche rendersene conto, ha toccato le corde del mio dolore interiore, facendo scattare in me la molla per reagire.
La persona che mi ha fatta sentire una ragazzina ingenua che, a volte, non meritava neanche la sua attenzione.
Per quanto abbia finto di essere sempre forte e sicura di me, ogni volta che andava via, mi sentivo sempre più piccola e infelice.

Vedere la mia vita attraverso i suoi occhi mi ha fatto capire che un cambiamento era necessario e che, forse, potevo trasformare quelle che reputavo le mie debolezze nel mio più grande punto di forza.

Grazie per avermi ispirato le emozioni dei protagonisti della mia storia e il mio più bel cambiamento interiore.

E, infine, cosa più importante di tutte, ringrazio con il cuore tra le mani tutti coloro che hanno fatto con me questo viaggio.
Coloro che hanno letto il mio romanzo, l'hanno votato e commentato.
Coloro che mi hanno permesso di essere felice ogni giorno, da sola, per un traguardo che, questa volta, è solo mio e nessuno potrà portarmi via.

Non so se, un domani, la scrittura potrà diventare davvero un lavoro per me, perché essere uno scrittore penso sia uno di quei mestieri in cui "uno su mille ce la fa", ma, qualsiasi cosa accada, non smetterò di scrivere, perché la scrittura mi fa stare bene e mi rende una persona migliore.
E perché i vostri messaggi di stima e di affetto valgono per me già molto più del denaro.

Oggi, non so dove sia finita quella ragazzina ingenua ed infelice, so solo che mi vedo come la migliore versione di me stessa, indipendente, sicura di me e con un sogno da inseguire e conquistare, perché questo libro mi ha insegnato ad accettare chi sono veramente, ad espormi al mondo con estrema sincerità e a non avere paura del giudizio della gente.
E, soprattutto, ad essere felice contando solo sulle mie forze.
Autosomministrandomi emozioni, come diceva quel libro.

Ci sarà sempre chi ci amerà, chi ci odierà e a chi resteremo semplicemente indifferenti... la cosa fondamentale però è accettarsi, piacersi ed amarsi.

Ho smesso di adeguarmi agli altri per piacere loro. Finiva che non piacevo a me stessa. Adesso, cerco chi mi apprezzi per quello che sono. E così io mi piaccio tutti i giorni.

Ho già parlato troppo, lo so.
Ma voglio lasciarvi con un augurio sincero, con l'augurio che avrei voluto che qualcuno avesse fatto a me mesi fa.

Non siate ciò che la società, i vostri "amori", o gli altri vi impongono di essere, siate solo quello che voi sentite di essere.
Non arrendetevi pensando "non posso essere accettato per quello che sono", perché sono le persone che vi accettano per quello che siete, quelle di cui dovete circondarvi e che vi staranno sempre e comunque accanto.
E, soprattutto, provate, sbagliate, fate quel salto nel vuoto che avete paura di fare, perché, come ci ha insegnato Big Chester, "non si vive di rimorsi né di rimpianti, si vive di momenti e di ricordi".



Con i brividi sulla pelle,
grazie a tutti,
Vostra, Claudia ❤️

Bitter LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora