Cedric Diggory (HP)

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<Stai scherzando vero?> Chiesi quasi urlando al mio migliore amico, inseguendolo per i corridoi deserti di Hogwarts, cercando di stare al suo passo.

<Perché dovrei? E la mia occasione per far vedere a tutti quanto valgo.> Mi rispose, con la sua voce sempre così dannatamente calma.

<Potresti riuscire a dimostrarlo senza dover rischiare la vita, sai?> Continuai io in tono sarcastico.

<Tu non capisci.> Replicò secco, aumentando il passo.

<Allora fammi capire!> Gridai io, sbuffando.

<Non capiresti neanche se te lo spiegassi> Sospirò lui, senza fermarsi.

<Mi stai dando della stupida?> Continuai io, furibonda.

<Qualcosa del genere.> Annuì lui, con un ghigno fastidioso sul volto.

<Vai al diavolo Diggory, fai il cavolo che vuoi. Non voglio più avere nulla a che fare con te, con quella coppa mortale e con questo stupido torneo trefaggi.> Gridai esasperata, senza lasciar trapelare l'affanno nella mia voce, fermandomi in mezzo al corridoio deserto.

<Tremaghi> Mi corresse lui fermandosi, come previsto, a pochi metri di distanza da me.

<Vai. Al. Diavolo.> Scandii le parole una per una, dandogli le spalle con l'intenzione di andarmene.

<Non capisco quale sia il tuo problema.> Disse lui, alzando leggermente il tono di voce.

<Il mio problema, Cedric? Il mio problema?> Chiesi io con voce tagliente, girandomi verso di lui e stringendo le mani a pugno.

<Il mio problema, Diggory, è che non voglio vedere il mio migliore amico morto a 17 anni per un torneo del cavolo perché "deve dimostrare quanto vale" agli altri! Solamente nella prima prova hai dovuto affrontare un drago, Cedric, un drago per l'amor del cielo!> Gridai io tutto d'un fiato, puntandogli un dito contro e facendogli il verso.

Lui mi guardò fisso, con le braccia incrociate.

<Pensi mai a quanto vali per me? Per la tua migliore amica? Perché a quanto pare preferisci l'opinione degli altri alla mia.> Conclusi, trattenendo le lacrime. Non avrei pianto davanti a Lu, fosse caduto un meteorite al Ministero della Magia, se quanto dicevo fosse falso.

<Sai che non è così.> Mi rispose lui sospirando, riprendendo il suo solito tono calmo.

<E allora perché il giudizio degli altri è così importante per te a tal punto da spingerti a mettere a rischio la tua vita?> Gli chiesi, incrociando le braccia e stringendomi nelle spalle.

<Tu...> Cominciò a dire, <tu non capiresti.> Concluse, lasciandomi sbigottita.

<Sai cosa non capisco davvero? Perché sto perdendo il mio tempo qui con te.> Esclamai io, girando i tacchi e allontanandomi da lui.

<T/n!> Mi sentii chiamare, ma non mi voltai.

<T/n, fai sul serio?!> Continuò lui, la sua voce ancora troppo vicina per i miei gusti. Accelerai il passo.

Mi sentii afferrare per il polso.

<Vuoi davvero finire così la nostra amicizia?> Mi chiese lui, con tono preoccupato.

<Ho bisogno di tempo per pensare, lasciami in pace.> Sussurrai io a denti stretti, strattonando la mia mano via dalla sua presa.

<Perché lo stai facendo?!> Mi chiese lui, quasi urlando.

Mi girai verso di lui e lo guardai fisso negli occhi color caramello, procurandomi le farfalle nello stomaco.

<Non capiresti.> Gli risposi tagliente, prima di girarmi e andarmene via da lì, asciugandomi le lacrime con la manica della tunica.

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