DICEMBRE

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Sanem:
Sono tornata a casa da qualche giorno, in ospedale mi hanno detto che posso tornare ogni tanto per proseguire le sedute ma ora che anche Denize ha scelto di non appoggiarsi più a quella struttura e continuare il suo lavoro privatamente preferisco continuare il mio percorso solamente con lei. Non è solo la mia psicologa, è diventata anche una mia amica e come tale non posso immaginare di non frequentarla più. Non riuscirei ad affrontare un altro abbandono, non dopo Osman, Ayhan, Can...
E' l'ultimo mese dell'anno, ed io non ne ho vissuto nemmeno metà.
Non ho molto da fare oggi, ma il mio tempo libero viene subito riempito quando Cey Cey arriva di corsa a casa mia, seguito da Leyla...
"Cey Cey calmati, cosa è successo? Leyla?" Mi rivolgo a lei che grazie al suo carattere più autoritario e sicuro riesce ad essere più attendibile di lui.
"Sanem, la situazione è precipitata..."
"In che senso?"
"La Fikri Harika è ufficialmente fallita!"
"Cosa?" Dico sorpresa, prendendo al volo Cey Cey prima che dopo quelle parole caschi per terra.
"Si Sanem è così!"
Guardo entrambi confusa, poi preoccupata comincio il mio interrogatorio.
"Perché? Cosa è successo? Così su due piedi?"
"No Sanem, le cose non andavano già da tempo..." precisa Cey Cey guardandomi dispiaciuto.
"E perché non me lo avete detto?"
"Sanem, ma come potevamo?" Risponde Leyla decisa.
"Sanem?" Cey Cey mi richiama alla sua attenzione.
"Non prendertela con Leyla, sono stato io a insistere a non dirti nulla..."
"E perché mai Cey Cey? Lo sai che anche per me era importante..."
"Proprio per questo Sanem. Tutto quello che ti è successo quest'anno, come ti ho vista qualche mese fa. Avevo paura che un altro colpo ti avrebbe buttata giù ancora di più, così ho sperato che con il tempo le cose andavano meglio ma ovviamente non è stato così. Tu non sai quanto è stato difficile per me non dirti nulla, non sfogarmi con te che sei la mia migliore amica, ma credimi quando ti dico che l'ho fatto solo per te Sanem. Davvero."
Lo guardo e i miei occhi diventano lucidi per quelle parole appena sentite.
"Ci credo..."
Poi mi abbraccia e la mia mente vaga su quello che è realmente successo. Ma come è possibile? Quest'anno è maledetto forse?
"Mi dispiace Cey Cey non esserti stata vicino in questi mesi..."
"Sono contento che tu sia tornata Sanem!"
"Lo sono anche io..."
Poi abbraccio Leyla, visivamente stanca e distrutta per quello che mi hanno appena detto. E mi rendo conto che quest'anno non è stato difficile solo per me, ma anche per tutti gli altri. Chiunque, in un modo o nell'altro ha perso qualcosa ed io mi rendo finalmente conto che è arrivato il momento di reagire anche per chi ultimamente ho trascurato. Si, anche per loro. Soprattutto per loro.
Salgo di nuovo in camera con quel pensiero fisso nella testa: la Fikri Harika non esiste più, una delle poche cose che mi resta di lui se ne va.
Penso e ripeso a tutto quello che abbiamo vissuto e tutte le cose che abbiamo fatto per evitare che questo accadesse. Chissà cosa penserà Can quando lo verrà a sapere... Vorrei fare qualcosa, ma ancora non ho abbastanza forze e poi a sentire Emre non c'è davvero più niente da fare.
I miei pensieri vengono interrotti dal mio telefono che improvvisamente comincia a squillare. E' Yigit.
"Pronto?"
"Ciao Sanem, ti disturbo?"
"No Yigit, dimmi pure..." rispondo per gentilezza, ma è ovvio che non ho voglia di parlare con nessuno.
"Ho delle bellissime notizie per te!"
Finalmente! Penso. Ogni tanto capitano anche a me...
"Dimmi."
"Il tuo libro sta spopolando Sanem, le case editrici sono impazzite. Mi hanno già chiesto se ce ne sarà un secondo, e di poter tradurre questo per altri paesi, e mi hanno chiesto anche se è possibile andare a pubblicizzarlo in giro per il mondo."
Appena sento quelle parole il mio cuore sembra bloccarsi. Sono contenta, quello si. Ma cosa vuol dire pubblicizzarlo in giro per il mondo? Quale mondo? Dove? Perché?
"Yigit..." tremo per quello che devo dire, ma al tempo stesso per quello che mi ha chiesto di fare. Io non ce la faccio. Non posso partire. Non posso girare il mondo in questo modo, in questo stato. Ma soprattutto senza di lui. Era una cosa che ho sempre pensato avrei fatto con lui un giorno, e nessun altro e per nessun altro motivo. E ora? Non posso lasciare tutto. E poi non posso lasciare di nuovo la mia famiglia e i miei amici. Non posso lasciare Cey Cey, ora che anche la Fikri Harika ha chiuso ha soltanto me.
"Yigit io non... non posso."
"Cosa non puoi?"
"Non fraintendermi, sono veramente felice della notizia. Molto felice. Ma girare il mondo, così all'improvviso. Non mi sento ancora pronta per farlo. Non mi sento ancora pronta per stare così lontana da casa, per lasciare la Turchia..."
"Ma Sanem, è una grande occasione. Come possiamo rifiutare? Servirà al libro, servirà a te. Per essere una grande scrittrice Sanem bisogna fare anche dei sacrifici. Lo capisci questo, vero?"
"Si... lo capisco... ma io non mi sento ancora pronta. E credimi Yigit, aver pubblicato questo libro per me è già un sogno che si avvera. E per il momento va bene così. Cerca di capirmi..."
Resta in silenzio per un po' e dopo un sospiro di sollievo mi risponde rassegnato.
"Va bene Sanem, va bene. Non è obbligarti a fare qualcosa quello che voglio... prenditi tutto il tempo che vuoi. Io sono con te, lo sai."
"Grazie Yigit."
"Per il secondo libro invece ci sarebbero problemi?"
Ci penso un po' su, ma non posso negargli anche questo.
"No..." rispondo poco convinta "Posso farlo."
"Va bene!"
"Comincio subito!" Rispondo decisa, e non capisco proprio perché. Forse perché mi sento in colpa, ma orami l'ho detto e non posso più tornare indietro.
"Va bene, allora fammi sapere. Ci sentiamo Sanem."
"Ci sentiamo Yigit."
Riattacco e solo quando lo faccio mi rendo conto in che guaio mi sono messa. Non ho minimamente la voglia e la forza di scrivere ancora. Eppure lo devo fare, almeno ci devo provare. Devo farlo per Yigit, per quello che ha fatto per me e per la pazienza che ha avuto in questi ultimi mesi nei miei confronti.
Prendo un bel respiro e mi siedo sulla scrivania cercando di concentrarmi e buttare giù qualche riga. Ma niente. Ancora una volta il mio pensiero è altrove. Ancora una volta la mia mente va alla ricerca di lui.

Sono settimane che guardo queste pagine, ma proprio non riesco a concentrarmi. Dovrei scrivere il proseguimento del nostro primo libro, della nostra storia. Ma cosa posso scrivere se non abbiamo più una storia? Se lui non c'è e io sono a pezzi e non esisto più.
Penso e ripenso a quello che speravo accadesse e a quello che invece è accaduto. Al solo pensiero tremo e mi viene da piangere. Così mi alzo, e prima che le mie emozioni prendono il sopravvento inizio a respirare come mi hanno insegnato a fare. Ispiro ad occhi chiusi e subito dopo espiro cercando di buttare fuori tutto quel nervosismo che quei pensieri mi hanno portato. Ho cominciato a riconoscere le mie emozioni e a saperle gestire, non mi capita sempre ma a volte ci riesco.
Appena mi sento meglio il mio telefono comincia a squillare di nuovo. Ultimamente squilla spesso e appena lo fa so già chi è. Lo prendo e ne ho la conferma.
"Ciao Yigit."
"Ciao Sanem, come va? Come procede la scrittura?"
"Non riesco a scrivere Yigit... non so che mi sta succedendo. Sono ferma. Bloccata. Non lo so.." la mia voce si spezza e Yigit se ne accorge.
"Calmati Sanem, può succedere. Evidentemente hai bisogno di svagarti. Che ne dici di staccare un po' la spina? C'ho pensato, magari cambiare aria ti farà bene."
"Io non voglio partire per il mondo Yigit, ne abbiamo già parlato.."
"Non parlo di questo. Rispetto la tua decisone. Non lo so, avevo pensato anche qui in Turchia. Ci sono tanti posti belli da poter vedere... sono sicuro che ti farà bene."
Ci penso su e per assurdo non mi sembra una cattiva idea. Forse staccare la spina mi farebbe bene davvero.
"Ci penserò, ok? Grazie Yigit..."
"Sono sempre con te, lo sai."
Sorrido cordialmente e poi attacco senza pensarci.
Forse ha ragione lui. Forse mi farebbe bene. Devo chiamare Denize e chiedere a lei se può essere una buona idea. Così riprendo il cellulare e la chiamo sperando che mi risponda.

Can:
E' l'ultimo dell'anno e dove sono io il clima non lo dimostra nel migliore dei modi. Sono sempre sulla mia barca, in costume e maglietta a guardare le stelle da vero solitario quale sono e sono stato soprattutto in questi ultimi mesi. Tra poche ore scoccherà la mezzanotte e potrò dire addio definitivamente a questo anno che mi ha fatto male. Ha fatto male a me, e non solo. Sono abbastanza adulto ormai da sapere che non è un giorno a cambiare certe situazioni, domani starò come oggi e i miei sentimenti non possono di certo cambiare così facilmente, ma voglio sperare che un nuovo anno sia anche un nuovo inizio. Voglio cancellare tutte le cose brutte e finalmente riuscire a perdonare, soprattutto vorrei perdonare me stesso. Per quello che ho fatto, per quello che l'amore mi ha portato a fare e ad essere. Non sono orgoglioso di quel lato di me che non sono riuscito a controllare e questa sera ho capito che se non riuscirò mai a perdonare me stesso, non potrò mai farlo nemmeno con tutti gli altri. Quindi ci voglio provare. Non sono sicuro che ci riuscirò, ma non voglio darlo per scontato.
Guardo le stelle sopra di me e anche questa sera il mio pensiero è per lei... faccio fatica anche ad ammetterlo a me stesso ma se c'è una cosa che il mio cuore vorrebbe fare in questo momento è quella di raggiungerla ovunque lei sia, anche solo per vederla e toccarla e annusarla ancora una volta. Prendo il foulard che porto sempre con me e chiudendo gli occhi lo annuso, sperando di sentire un po' di lei. Appena lo faccio però mi rendo conto che quel profumo che tanto amo sta quasi per sparire, e improvvisamente ho una stretta al cuore che è impossibile da gestire. Mi sento vuoto, perso. Cosa farò quando quel profumo sparirà definitivamente? Chiudo gli occhi di nuovo cercando di ricordarlo con la mente ed fortunatamente riesco a sentirlo di nuovo. Sorrido, ma poi una lacrima scende dal mio viso. Era da quella sera che non piangevo più, costa mi sta succedendo?
Alzo gli occhi al cielo e da lontano vedo i fuochi d'artificio che annunciano l'arrivo di un nuovo anno e all'improvviso capisco. Ho capito che non è stata solo colpa mia. Piango perché mi manca e ho paura di non sentire più quel suo profumo, ma piango anche perché non mi ha creduto. Ormai sono un uomo a pezzi, ma ora sono un uomo nuovo. Ora finalmente mi sono perdonato.

1 anno senza Te. 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora