MARZO

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Sanem:
Ci siamo trasferiti da poco nella casa nuova. Denize, Cey Cey e Muzo sono praticamente sempre qui, ed io sono felice di questo. Abbiamo conosciuto anche il giardiniere che si occupa della manutenzione, si chiama Bulut. E fortunatamente andiamo tutti d'accordo. Anche Yigit mi viene a trovare spesso, soprattutto per lavoro e per aiutarmi con il libro che ovviamente ancora non riesco a scrivere come vorrei. Qualche settimana fa mi ha detto che per i prossimi due mesi dobbiamo girare un po' per pubblicizzare il mio primo libro in vari paesi della Turchia, e per quanto allontanarmi di nuovo da qui mi spaventi, non ho potuto dirgli di nuovo di no.
Respiro e mi godo l'aria pulita di questo posto. Credo di aver trovato il giusto equilibrio qui e questo mi fa stare meglio. Ogni tanto però ho delle ricadute. La prima settimana che mi sono trasferita, la mia mente lo immaginava ovunque. Forse la mia mente vuole ricollegarlo anche a questo posto per paura di dimenticarlo davvero, ma ci sono momenti che quasi mi sembra di vederlo proprio tra noi.
"Sanem!!!"
La mia pace viene interrotta ancora una volta da Muzo, e dal suo modo vivace di chiamarmi.
"Zeberget! Mi hai spaventata!"
"Sanem, devo parlarti!"
"Cosa è successo?"
"Ho avuto un idea per aiutare Cey Cey, ma ho bisogno di sapere se anche per te va bene!" Si siede vicino a me e non fa in tempo a iniziare a parlare che Denize ci raggiunge.
"Ecco il tuo caffè Sanem!" Me lo porge e io lo prendo ringraziandola gentilmente.
"Caffè?" Mi chiede Muzo guardandomi confuso. "Tu non sei mai stata tipa da caffè! Dov'è finito il tè?"
Lo guardo spiazzata e cerco di rispondere restando calma.
"Io non bevo più il tè Zeberget!" e in pochi sanno il perchè.
"E da quando?"
Denize si mette in mezzo, cercando di aiutarmi.
"Muzo, ma cosa ci stavi dicendo?"
Mi guarda confuso, ma poi rassegnato ricomincia a parlare.
"Ok, non mi importa. Ora dobbiamo pensare a questa cosa più importante. Ho preso una decisione Sanem!"
"E quale sarebbe?"
"Ho deciso di comprare il nome della Fikri Harika."
Appena finisce la frase io inizio a tossire, per colpa del caffè che per la sorpresa quasi mi è andato per traverso. Denize cerca di darmi dei colpi dietro la schiena per aiutarmi a riprendermi.
"E perché?"
"Sanem, ma hai visto Cey Cey come è ridotto? Sai cosa sta facendo ora? Lavora al mercato. Non che non sia un lavoro nobile, ma ce lo vedi Sanem? Non è da lui! Così voglio aiutarlo come posso!"
Lo guardo incerta, ma poi ci penso su.
"Però non è una cattiva idea! E poi se è una cosa che può aiutare Cey Cey, va bene!"
"Esatto Sanem! Era questo quello che volevo sentirmi dire. Compreremo il nome della Friki Harika e poi cercheremo un posto per riaprirla e ricominciare da zero. Sono sicuro che andrà bene. Ora mi metto subito in moto. Ti faccio sapere tutto, ma non temere. Sai che sei in ottime mani!"
"Zeber...." Ma non faccio in tempo a chiamarlo che lui è già sparito per andare non so dove.

Can:
Navigo tranquillo verso il mar Mediterraneo e già questo mi fa sentire a casa. Non sono particolarmente convinto di quello che sto per fare, ma la barca sembra avere dei problemi.
Non voglio tornare ad Istambul, questa è l'unica cosa che so, ma per un motivo che ancora non riesco a capire il mio istinto mi porta a riavvicinarmi un po' di più alla mia amata Turchia.
E' quasi un anno che manco, e per quanto io ami girare il mondo, niente è bello come casa.
Mi manca la mia gente, il mio mare, i paesaggi e l'aria pulita che ogni volta che respiro mi mette a mio agio.
Ricordo quel giorno che feci un discorso simile a Sanem:
"Sai ho visitato tantissime città nel mondo ma ti assicuro che questa è la più bella di tutte. Una città in evoluzione che protegge il suo mistero, lascia sempre un luogo da scoprire. In altre parole è la città che io amo."
E poi quel gioco a cui avevo pensato per, finalmente, rivelarle i miei sentimenti:
"Potresti chiudere gli occhi per favore? Forse Istambul ti farà sentire la sua voce..."
"La voce di Istambul? Li chiudo!"
"Che cosa senti?"
"Il rumore del mare, il canto dei gabbiani, il fruscio del vento..."
"E poi?"
"I traghetti, le risate dei bambini, le onde..."
"E poi?"
"La mia voce, la sua voce..."
"Sono innamorato di te Sanem! Sia che io chiuda gli occhi o che li tenga aperti, io vedo soltanto te.
Che tu sia davanti a me o meno. Io vado a casa e tu sei li. Guardo il mare e tu sei li. Vado al rifugio e tu sei li. Corro nel bosco e tu sei li. Se guardo il cielo tu sei li. Ci sei solo tu. "
Faccio un respiro profondo e solo ora mi rendo conto di quanto siano ancora vere quelle parole. E' passato quasi un anno e lei è ancora lì. Sempre, ovunque, in qualsiasi parte del mondo in cui l'ho pensata è sempre stata lì. C'è sempre stata solo lei e sono ancora più sicuro, oggi più di ieri, che sempre sarà così.

1 anno senza Te. 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora