GIUGNO

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Sanem:
L'estate è cominciata da qualche giorno, ma il mio umore non è ancora dei migliori. Anzi. La verità è che mi sento sempre peggio. Non ho voglia di fare niente. Il lavoro l'ho abbandonato già da tempo, e non riesco ad avere nemmeno la forza di andare ad aiutare mio padre al negozio. Ma forse è meglio così. Non mi piace che i miei genitori mi vedano in questo stato, e quando loro non sono a casa mi sento più libera di stare male. Perché sto male. E questa sensazione di malessere non ne vuole sapere di andarsene. Spesso vado a trovare Yigit, cerco di dargli una mano e di aiutarlo come posso durante la sua riabilitazione. Ma più che per lui forse lo faccio per me stessa. Perché mi sento in colpa, perché forse è anche a causa mia se è ridotto in quello stato. Oggi mi ha chiesto del libro. Ha cercato di aprire l'argomento chiedendomi se potevo riscriverlo da capo e io senza guardarlo gli ho detto di si.
"Non sono parole che dimenticherò tanto facilmente..."
"Quindi ricordi tutto quello che hai scritto?"
"Io mi ricordo tutto quello che riguarda lui..."
"Ci pensi ancora?"
Mi giro e lo guardo confusa da quella domanda, soffermandomi su quell' "ancora" che proprio non riesco a capire. Come se fosse una cosa normale pensare che un giorno i miei pensieri possano allontanarsi da lui... Io non ci avevo mai pensato, forse sperato, ma non ho mai preso davvero in considerazione la cosa. Come potrei? Tutti i miei pensieri sono per lui, tutti. Ma questo le altre persone non sembrano capirlo davvero.
"Sempre... continuamente... non riesco a pensare ad altro..." lo dico e con fatica riesco a trattenere le lacrime. Yigit si avvicina a me e con un gesto impacciato prova ad asciugarmi quell'unica lacrima che dispettosa scende dal mio viso. Io me ne accorgo subito e con uno scatto deciso prendo la borsa che avevo appoggiato sul tavolo e allontanandomi da lui, asciugo quella lacrima che tanto sto odiando e provo a cambiare discorso.
"Devo andare..."
Non so perché l'ho fatto, ma il solo pensiero che un altro uomo mi possa accarezzare il viso in quel modo, come di solito faceva Can, mi fa venire voglia di scappare lontano. So che Yigit non lo farebbe con un doppio fine, so che non è interessato a me come invece Can ha sempre sostenuto, ma proprio non ci riesco. E' più forte di me. Mi incammino verso l'uscita quando Yigit cerca di nuovo la mia attenzione.
"Sanem?" Mi fermo ma non mi giro, forse per l'imbarazzo che ho addosso per averlo palesemente scansato poco fa "Come fai ad amarlo ancora dopo quello che ha fatto?"
Dopo quella domanda mi giro di nuovo verso di lui e lo guardo esasperata da quel non capire. Ma infondo lui non ha nessuna colpa. Perché chi non ha amato in questo modo, difficilmente può farlo.
"Yigit scusami, ma io devo proprio andare via..."
Lo lascio lì senza una risposta. Forse sono stata troppo dura, ma questa volta non mi importa. Se c'è una cosa che ho capito in queste ultime settimane è che per quanto le persone possano sforzarsi, quello che provo difficilmente può essere capito. Soprattutto perché non ci sto capendo niente nemmeno io. So solo che lo amo, si lo amo ancora nonostante quello che ha fatto e sono sempre più convinta che lo amerò ancora per molto tempo. E proprio per questo lo odio ancora di più. Odio me stessa e odio lui. Odio quello che ha fatto. Odio che se ne sia andato. Odio che non mi abbia più cercata anche solo per dirmi che sta bene. E io non ho più voglia di capire, di spiegare, di aspettare. Voglio solo sparire e non sentirmi più così. Ma come posso fare? Come posso farlo da sola?

Can:
Mi sento strano, inquieto, nervoso. I miei pensieri come al solito sono altrove. Accendo il fuoco e con attenzione cerco di non bruciarmi. Sistemo i vari ciocchi di legna, mentre continuo a pensare a quello che è successo qualche ora prima. Mi allontano qualche secondo e quando torno mi ritrovo davanti l'unica persona che non avrei voluto vedere in questo momento: Yigit.
Mi guarda e con aria di sfida mi provoca come meglio può, poi dopo qualche minuto mi indica il fuoco e noto una polvere di fumo che non dovrebbe esserci. Proprio lì, in fiamme, davanti ai miei occhi il libro di Sanem. Come può essere lì? Lo avevo lasciato vicino al fuoco ma non così vicino da potersi bruciare. Cosa sta succedendo? Lo prendo, cercando di salvarlo ma ormai è impossibile. Mi giro verso Yigit, e dal suo sguardo mi è tutto più chiaro. Mi scaravento verso di lui e per errore, per caso, per un motivo che non riesco a capire, scivola e in pochi secondi si ritrova per terra privo di sensi. Lo guardo impaurito e per la paura mi manca il fiato. Respiro a fatica, e quando alzo lo guardo davanti ai miei occhi questa volta vedo lei. Il suo sguardo confuso e terrorizzato mi blocca e mi uccide dentro. Mi guarda come non mi ha mai guardato prima e questo mi fa sentire ancora peggio.
Sento caldo, più di quanto dovrei sentire nonostante questa notte d'estate. Il mio cuore batte veloce e di colpo mi sveglio sudato e confuso. Era un incubo! Di nuovo quell'incubo! Quello che è successo con i Yigit mi torna in mente e lo sogno spesso ultimamente. Riuscirò mai a perdonarmi per questo? L'ho quasi ucciso e per quanto io lo reputi una persona cattiva e senza scrupoli, non meritava quello che gli ho fatto. Chi sono io per fare del male a qualcuno? Me lo chiedo continuamente e l'unica risposta che riesco a darmi è anche quella che mi fa più male: il mio troppo amore per Sanem non mi ha reso una persona migliore di lui. So che è stato un incidente, ma la mia reazione non ha giustificazione...
Mi sdraio di nuovo, ma questa volta non chiudo gli occhi. Resto sveglio anche questa notte. Ho paura di addormentarmi di nuovo. Ho paura di rivivere quel momento che vorrei solo dimenticare. Così la mia testa, come ogni giorno, come ogni notte, si sposta su di lei e anche se più malinconici i miei pensieri si riempiono d'amore. Si un amore sbagliato forse, ma pur sempre amore. Il mio grande amore...

1 anno senza Te. 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora