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-Buonasera padre-dissi giungendo a cena in orario, stranamente i miei fratelli erano già seduti
-Credo di aver perso la cognizione del tempo, credevo di essere in orario-mi scusai affrettando il passo
-E' così mia cara, siamo arrivati noi presto- mi rispose dolcemente accarezzandomi la mano una volta seduta, gli sorrisi teneramente commossa da quel suo gesto.
Il re fece un cenno a Ernie che diede avvio al servizio
-Sono venuto a conoscenza del fatto che oggi il conte Roland è stato piacevolmente intrattenuto-disse sorridendomi e io ebbi un momento di esitazione che non sfuggì ai miei fratelli
-Perdonate padre ma non capisco...-
-E' un bravo ragazzo-disse e qualcosa si ruppe dentro di me
-Lo conoscete?-chiesi senza accorgermene tanto da sembrare insistente, mio padre sembrò titubare
-Marianne non mi piace il tuo modo di porti vorrei che fossi più... più donna, che diamine- abbassai lo sguardo sconsolata e non dissi più nulla per tutta la cena.
Mi lasciai cullare dai miei pensieri e non mi resi conto che mentre mio padre parlava di varie cose i miei fratelli non toglievano lo sguardo da me e controllavano ogni singolo movimento che compivo.
La sera una volta rientrata in camera mi infilai la camicia da notte e mi sedetti sconsolata sul letto, con mio padre non stava andando più bene come una volta e io non sapevo proprio come approcciarmi a lui, ogni mio gesto sembrava farlo infuriare ancora di più.
Bussarono alla porta e io decisi di non muovere un muscolo per qualche secondo, poi mi decisi che era meglio non rovinare i rapporti con altre persone.
Aprii la porta e mi trovai davanti Philip e Frederick che mi guardavano preoccupati.
-Marianne possiamo entrare?-chiesero e io gli feci cenno per entrare, si sedettero sul mio letto e io li raggiunsi.
Non so per quale motivo ma Philip si mise subito dietro di me e cominciò a slegarmi i nastri dai capelli per pettinarmi
-Che è successo con Roland?-chiese Frederick guardandomi fisso negli occhi, era come se mi avessero sbloccata e mi lasciai andare
-Non lo so era strano... troppo vicino, mi dava fastidio che mi toccasse e mi ha spaventata-
-Che vuol dire che ti ha toccata?-chiese Philip, io presi la mano di Frederick e gli feci vedere e loro sembravano infuriati
-Non capisco, nostro padre non mi ascolta e non so come comportarmi... io non voglio rimanere ancora sola con lui...-confessai.
Passai la serata a raccontare nel dettaglio quello che era successo e i miei fratelli non sembravano affatto tranquilli.
-Credo di essermi spaventata eccessivamente lo ammetto... non preoccupatevi credo aver visto le cose in un modo troppo serio, magari il conte Roland voleva solo prendersi gioco di me- sussurrai.
Philip aveva ormai smesso di pettinarmi capelli e aveva cominciato con delle leggere carezze sulla nuca come a volermi tranquillizzare.
Sarebbe andato tutto per il meglio, dovevo solo aspettare che questo momento di tensione di mio padre si placasse poi tutto sarebbe andato per il meglio.
-Marianne domani verrà da noi la regina di Lambrik con i figli- mi confessarono
-Non ne ero a conoscenza, per quale motivo il nostro castello sta ricevendo tante visite? Devo forse preoccuparmi?-chiesi un po' in panico
-Nulla per cui tu ti debbiate preoccupare momentaneamente, infondo sei sempre andata d'accordo con la regina Tamera, era grande una grande amica per nostra madre e ci è ancora molto affezionata tutto qui-disse Philip
-I suoi figli non li vediamo da parecchi anni ormai... magari vuole che si aprano di più con noi-dissi innocentemente
-Tu sei troppo buona... non preoccuparti per nostro padre-concluse Frederick alzandosi
-Ora riposa-chiuse qualsiasi altro discorso Philip e dopo un cenno entrambi mi lasciarono in camera.
Sentivo la differenza di età con i miei fratelli maggiori, grazie a loro non mi era mai mancato nulla nemmeno quando mio padre era pieno di impegni.
Erano incivili quanto me ma loro potevano permetterselo dato che un giorno il trono entrambi avrebbero governato, chi il nostro regno e chi sposando una giovane principessa sola che avrebbe dovuto ereditare il trono.
Al contrario io era la principessa che un giorno avrebbe dovuto prendere marito necessariamente... o almeno cosi diceva mio padre ma diceva anche che non era una cosa che doveva preoccuparmi dato che erano gli uomini a scegliere e noi dovevamo solo rispondere.
Sono perfettamente consapevole che questa visione è completamente svantaggiosa per la donna... dal punto di vista sentimentale voglio dire, ero perfettamente consapevole che il denaro e l'amore viaggiassero a pari passo nella mia società.
Non mi ero mai posta il problema di un matrimonio perché io non mi sentivo pronta per pensarci e infondo non me ne era mai stato parlato, non volevo essere un peso per mio padre però e per questo motivo lo avrei accontentato per quanto mi fosse stato possibile. In un certo senso fin da bambina mi ero sempre sentita in debito nei confronti di mio padre, come se il mio essere sua figlia implicasse inevitabilmente una sorta di condanna per la sua figura.
Diceva spesso che ero la donna che meglio incarnava la madre e che avevo tutte le sue qualità e tutti i suoi difetti, eppure di mia madre non giravano voci della sua inadeguatezza a palazzo.

Il mattino successivo scesi a fare colazione con un abito rosa molto accollato con fiocchi più scuri legando i capelli in una coda con un nastro bianco-
A colazione non trovai nessuno, mi limitai a mangiare poco per poi dirigermi nella sala con il clavicembalo per migliorare le mie esecuzioni musicali.
Sulle note di un valzer complesso cercai di distrarmi dai miei pensieri per quanto fosse abbastanza impossibile data la vastità di preoccupazioni che quasi mi annebbiavano la vista.
Era piuttosto strano che i miei fratelli non scorrazzassero in giro per il castello dato che non mi era stato comunicato nessun impegno della loro giornata ma pensai immediatamente che ci fosse stato un impegno all'ultimo secondo.
Ad un tratto vidi Ernie venirmi incontro così fermai le mie mani
-Mi signora il re chiede la vostra presenza nella sala del trono e vi chiede di essere più che presentabile-disse guardandomi con dolcezza, io sbuffai e un po' imbarazzata sollevai l'orlo del vestito mostrandogli i miei piedi nudi
-Temo di dover fare una tappa in più-commentai facendolo sorridere.
Con sorpresa notai che con lui aveva portato una scatola e la aprì davanti a me
-Sono le scarpe che aveva mandato a pulire principessa, credo si possano usare queste-disse ridendo e io con lui, mi aiutò ad infilarmele e mi accompagnò nella sala.

MarianneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora