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Arrivammo al pranzo con due minuti di ritardo, i nostri tacchi risuonavano nel corridoio velocemente e mentre io ero in ansia Mery non smetteva di sorridere un secondo.
Appena entrammo Tamera guardò male la figlia
-Mery non è buona educazione arrivare tardi soprattutto quando si è ospiti-disse lei severamente
-Chiedo perdono è colpa mia-dissi sinceramente dispiaciuta
-Non posso che darle ragione vi assicuro che Marianne non ha una buona concezione del tempo... e probabilmente anche dell'educazione-fece mio padre gelido come una coltellata.
Non risposi e prendemmo posto mentre mi sentivo ogni secondo più umiliata, durante il pasto non fiatai minimamente per non commettere nuovi errori.
La regina non smetteva di guardarmi con dolcezza e io credevo sempre più che mio padre fosse disperato
-Permettetemi di dirvi, re Abner, che avete i giardini più belli che io abbia mai visto-disse Mery sorridendomi, io ricambiai debolmente
-Se ne è occupata Marianne in prima persona-fece Frederick orgoglioso e inevitabilmente mi spuntò il sorriso sulle labbra
-Mi farebbe davvero molto piacere mia cara... se il re lo consente ovviamente, di ospitarvi da noi per qualche tempo-disse la regina con un'amorevole dolcezza che mi sconvolse
-Ho avuto modo di parlare con vostro padre di voi questa mattina... e sono rimasta sconvolta del fatto che non abbiate mai avuto una tutrice...-
-Mai avuta una tutrice?!-chiese sconvolto Tristan con un mezzo sorriso di scherno quasi non credesse alle sue orecchie
-Ho avuto il tutore dei miei fratelli...-dissi debolmente
-Non è la stessa cosa mia cara, non avete appreso molte cose importanti e utili per la vostra posizione...-continuò gentilmente la regina
-Perdonatemi ma ho avuto modo di impararne altre altrettanto importanti...-
-Per un re- dissero Tristan e mio padre, guardai in cagnesco il primo senza filtri mentre si portava alla bocca un bicchiere di vino rosato senza togliere gli occhi dai miei.
Cadde il silenzio e i miei fratelli cominciarono a guardarsi in modo strano
-Noi crediamo che dovresti accettare-disse Philip per tutti e due e a mi mancò il respiro
-Dovrei allontanarmi da voi-dissi secca incredula del fatto che gli sfuggisse un dettaglio abbastanza importante
-Marianne sai benissimo che ti verremmo a trovare- continuò Frederick
-Potreste trarre numerosi vantaggi dalla mia educatrice e sarebbe fantastico avervi come sorella-disse Mary dolcemente
-Non credo che...-
-E' ora che impari anche a capire che tu non devi prendere questo genere di decisioni perché non spettano a te-disse gelido mio padre interrompendomi in malo modo
-Faremo preparare i bagagli e partirai questa sera con loro... valuterò il vostro comportamento al ballo di primavera- concluse, mi cadde la forchetta dalle mani e i nostri cani guairono come a percepire il mio stato d'animo.
Ernie si avvicinò e mi diede una posata pulita poggiando affettuosamente una mano sulla mia spalla per confortarmi, anche se non ebbe un gran risultato ero contenta della sua vicinanza.


Il resto del pranzo trascorse con freddezza, nessuno osava più parlare dopo l'affermazione di mio padre e nel pomeriggio mi rinchiusi in camera per fare i bagagli con Cordelia. Lei non sarebbe venuta con me come nessun altro, non avevo mai fatto un viaggio in vita mia e farlo da sola mi spaventava.
Era bastato un attimo per far tornare in me tutte le paure di quando ero una bambina e tutte le sue insicurezze, non capivo i timori di mio padre... non ero mai stata un problema per lui fino a quel momento e credevo che questa fase sarebbe finita invece era sfociata in una decisione che io reputavo troppo affrettata.
Quando i miei fratelli mi vennero salutare fui fredda, ero molto delusa dal loro gesto.
Credevo mi avrebbero difeso da mio padre e che anche loro non sopportassero l'idea di sapermi distante e invece non era così
-Marianne cerca ti capire lo stiamo facendo per te-disse Frederick
-Mi credete una maleducata ingestibile anche voi?-chiesi con le lacrime agli occhi e Philip sbuffò
-Ma che stai dicendo noi abbiamo altri motivi, molto più seri di quelli di nostro padre-disse gentilmente.
Non dissero più niente, ci furono solo tanti abbracci affettuosi e nulla di più cosa che con mio padre non ci fu anzi mi fece un freddo inchino mentre mi veniva aperta la carrozza.
Ernie mi aiutò a salire e mi confortò promettendomi di trovarlo al mio ritorno, sapevo che non mi sarei allontanata a lungo ma non ne capivo il vero motivo e avevo una profonda paura di tutto.
Mi sedetti davanti a Mery mentre Tamera e Tristan si sedettero davanti a noi.
Non riuscivo a capire le vere motivazioni dei miei fratelli e di mio padre, ero in ansia per tutto ciò che mi stava accadendo senza che io potessi controllarlo.
Durante il viaggio la regina continuava a tranquillizzarmi per quanto fosse possibile scusando anche del fatto che il suo invito si fosse trasformato in un obbligo per me, cercai di tranquillizzarla per quando mi fosse possibile ma era ovvio il mio devasto interiore nel lasciare tutto ciò che mi circondava da sempre.
Lasciai il mio regno, il regno di Dives avvicinandomi a quello di Lambrik quando il cielo stava già scurendo.

MarianneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora