Capitolo 1

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La normalità non é più una componente fissa delle nostre vite.
In queste settimane é come se qualcuno l'avesse trasfigurata nel caos, nell'ansia da prestazione e in tutte quelle sensazioni sgradevoli che il nostro nuovo status ha portato con sé.
Forse però non siamo mai stati normali, anche non conoscendo le statistiche nazionali, di sicuro la percentuale dei ragazzi che ricevono la lettera a 11 anni non è molto elevata:
"Di per sé essere maghi e streghe é già l'eccezione."
A questa vita però ti ci abitui facilmente, i 7 anni ad Hogwarts servono anche a questo: quando esci hai le basi per poterti relazionare con i due mondi.
Il problema é quando diventi "il caso su un milione" anche nel mondo magico.
Conosco Harry da sette anni e forse solo in queste ultime settimane ho compreso veramente cosa ha provato ad essere sempre e costantemente sotto i riflettori.
Poso per un secondo il mio sguardo fuori dalla finestra, delle guardie in incognito sono appostate vicino all'ingresso di Grimmauld Place, la casa é sorvegliata da settimane h 24  da delle pattuglie di auror.
Dalla caduta di Voldemort proteggono tutti i membri dell'ordine della fenice e chi ha partecipato alla battaglia di Hogwarts, noi tre anche in questa situazione siamo i piú sorvegliati.
Questo servizio per noi implica spostamenti limitati e restrizioni alla nostra libertà personale.
Il tutto é causato dagli  ultimi mangiamorte rimasti in circolazione, ormai non possono più salvarsi come 18 anni fà: gli interrogatori dei prigionieri vengono fatti direttamente con il veritaserum, in modo da riuscire finalmente a dividere i colpevoli da chi era sotto la maledizione imperium.
Abbiamo rovinato la vita a quelle persone non é quindi poi cosí  assurdo che cerchino vendetta.
Vengo riportata alla realtà da Ron, é appena entrato nella stanza, non servono spiegazioni.
<<È ora. >>
La sua espressione é distrutta, vorrei stringerlo tra le mia braccia ma entrambi sappiamo che questo non gli ridarà Fred.
Mi  alzo dalla poltrona e lo seguo fuori dalla stanza, scendiamo in silenzio nell'atrio, Ginny ed Harry sono li ad aspettarci.
Una fitta mi colpisce allo stomaco, ormai é diventata una sensazione comune: é l'ansia che si manifesta quando devo partecipare a questi eventi.
Darei di tutto per fuggire da questa specie di post-guerra ma non posso, soprattutto non oggi.
Nelle prossime ore io ed Harry dovremo essere dei pilastri per Ron e Ginny, lo dobbiamo a Fred e agli altri che hanno perso la vita nella battaglia.
L'auror alla porta ci da il segnale, appena usciamo la scorta ci circonda, saliamo sull'auto del ministero, nessuno accenna a parlare.
Tra mezz'ora saremo alla cerimonia funebre per i caduti, poi potremo finalmente andare avanti.

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