1- One shot Caleo ☑️

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Calypso non riusciva a crederci: finalmente il ragazzo che le piaceva l'aveva invitata al ballo di fine anno. Aveva cercato di farglielo capire in tutti i modi che le piaceva, ma quello sembrava non accorgersene. Aveva passato tutto il sabato al centro commerciale a cercare il vestito perfetto, ma non l'aveva trovato, quindi aveva optato per uno semplice, bianco, che le stava comunque bene. La domenica invece era passata velocemente, aveva solo dovuto scegliere che trucco mettersi e l'acconciatura. Alla fine si era fatta una coda bassa che lasciava ricadere tutti i capelli castani sulla schiena, come una cascata. Per il trucco, invece, aveva deciso di mettersi un filo di matita e un po' di mascara. Insomma, era andata sul semplice. 

Infine, era arrivato il lunedì. Il fatidico giorno del ballo. Appena finita la scuola, Calypso era corsa a casa e si era iniziata a preparare subito dopo il pranzo. 

Il pomeriggio era passato in un attimo e mancavano solo pochi minuti alle sette, quando Jacob sarebbe dovuto venire a prenderla nel loro punto d'incontro a scuola. (ahahah lo so che vi aspettavate Leo, ammettetelo)

7:05 Sarà in ritardo...

7:10 Niente

7:15 Ancora niente

7:20 Neanche l'ombra di Jacob

7:30 Basta. Me ne torno a casa 


Questo era quello che aveva pensato Calypso prima di leggere il messaggio che nel frattempo era comparso sul suo schermo del cellulare. Ed era quello che l'aveva spezzata. Quelle parole continuavano a vorticarle in testa: "ahahahaha, davvero ti aspettavi che ti invitassi? Era solo una scommessa per vedere se avresti accettato". Ma quella era la verità: nessuno la voleva. Nessuno. Ma come poteva biasimarli...

Quella notte, come si poteva supporre, era stata terribile. Non aveva cenato. Non ne aveva avuto la forza. L'incubo che ormai da tempo aveva imparato a scacciare grazie ai pensieri positivi, era tornato. Era solo uno. E tutte le volte che si svegliava e si riaddormentava, era lo stesso. Si alzava dal letto e riviveva all'infinito quella scena. Scendeva a fare colazione e sua mamma era stesa lì, per terra, con un buco nel petto, da cui usciva tanto sangue. Il liquido denso e rosso si allargava sempre di più per tutta la cucina. Lei era inginocchiata a terra, il corpo scosso dai singhiozzi, la testa china per non vedere l'orrore che le si presentava di fronte e le mani posate sul viso rigato di lacrime. Era solo una bambina. Le avevano detto che erano stati dei ladri che sua madre aveva sorpreso di notte, ma non ci credeva. Anche perché, da quel terribile giorno, suo padre era scomparso. Suo padre che non l'aveva mai cresciuta. Suo padre che la picchiava ogni volta che proferiva parola. Lo stesso padre che aveva ucciso sua mamma. Lei ne era sicura, ma non aveva potuto fare nulla. Del resto, era solo una bambina, le dicevano. E sua madre, non aveva avuto giustizia. 

Sei solo una bambina.

Calypso si era svegliata di colpo, il volto imperlato di sudore e le mani strette al lenzuolo bianco del letto. Aveva le lacrime agli occhi. Ovviamente aveva fatto lo stesso incubo. Era scesa al piano di sotto e si era seduta al tavolo della cucina. I gomiti erano appoggiati sulla superficie fredda del legno e le mani reggevano la testa. Non poteva stare peggio di così, pensava. Era talmente assorta nei suoi pensieri, che quasi non si era accorta che qualcuno stava bussando alla porta. Si alzò con fatica e rispose con un debole "Chi è?" 

Leo era corso a casa di Calypso dopo che lei aveva ignorato i suoi messaggi e le sue chiamate. Aveva paura che fosse successo qualcosa di brutto, così non si era neanche tolto gli abiti da officina tutti sporchi. Era lì da solo dieci minuti e l'aveva già fatta ridere due volte. Calypso aveva il migliore migliore amico che si potesse desiderare. Era sempre capace di strapparle un sorriso, con le sue battute. Ed era anche l'unico a conoscere del suo passato. -Ehi Cal, sei sicura di stare bene?- Vedendo che lei aveva solo chinato la testa, aveva capito subito -È tornato l'incubo, vero?- Calypso aveva annuito debolmente e Leo di tutta risposta, l'aveva stretta forte in un abbraccio. Con lui non c'era bisogno di spiegazioni. Lui la capiva davvero e sapeva sempre cosa fare. La ragazza, con un grande sforzo, gli raccontò cos'era successo la sera prima. Leo si era rabbuiato all'istante e aveva cominciato con le sue solite minacce -Appena lo vedo io lo...- Calypso lo aveva interrotto stringendolo più forte. Aveva bisogno di quel contatto, e aveva bisogno di far capire a Leo che non doveva preoccuparsi. Erano ancora abbracciati, quando Leo si era allontanato di poco, senza però lasciarla andare. -Ehi...- aveva sussurrato al suo orecchio -Lo sai che io ci sarò sempre, vero?- Lei aveva annuito, la testa contro il suo petto. Dopo qualche secondo, finalmente il ragazzo aveva preso coraggio e si era staccato leggermente. Le braccia di Calypso erano strette al collo del ragazzo, che invece teneva le mani ancora sulla vita della ragazza. I loro visi erano pericolosamente vicini.

E così era successo. In quella strana situazione, un ragazzo, vestito con degli abiti sporchi di fuliggine, un gilet macchiato d'olio per motori ed una cintura degli attrezzi appesa in vita, aveva finalmente baciato una ragazza dal vestito bianco bagnato di lacrime e il trucco colato sulle guance.



Ma l'unica cosa che importava, era che lei fosse la ragazza di cui era sempre stato innamorato.

𝙾𝚗𝚎 𝚜𝚑𝚘𝚝 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚎 𝚜𝚑𝚒𝚙 𝚍𝚒 𝚙𝚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora