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Mi aspettavo che almeno mi scrivesse. Non chiamasse. Non parlasse. Ma scrivesse. E invece no. Invece, mi lasciò tutto il weekend da solo, probabilmente a ridere con il suo amichetto Grimshaw. Fu probabilmente il giorno peggiore della mia vita.

E lunedì mi dovetti comunque alzare per andare a scuola con lui. Sinceramente non pensavo che saremmo andati insieme, quindi mi incamminai verso scuola senza passare a prenderlo. Avevo bisogno di camminare per schiarirmi i pensieri. 

Improvvisamente sentii dei passi veloci e poi una grande mano posarsi sulla mia spalla. Il cuore mi esplose nel petto e mi girai, vedendo, come immaginavo, Harry. Aveva i ricci disordinati, la camicia mezza aperta e lo zaino solo su una spalla. Lo guardai negli occhi e lui anche. Blu nel verde. Solo che in quel momento, quel verde faceva così fottutamente male. "Lou" disse semplicemente. Non dissi nulla. "Perché non mi hai detto che Nick ti prendeva in giro? Da quanto lo fa? Cosa dice?" mi chiese. Non risposi. "Ha iniziato quest'anno?" Scossi la testa. Harry sospirò. "Lou, ti prego, mi dispiace tanto se non ti sono stato accanto-" "Secondo te perché non te l'ho detto prima? Lo fa dal primo anno. E mi dice cose orribili che non ti dirò perché peggiorerebbe solo la situazione" lo interruppi, e vidi che una lacrima minacciava di uscire dal suo occhio. "Sei un fottuto idiota. Non ti rendi conto di nulla. E lo sapevo che scoprire di come mi tratta Nick ti avrebbe fatto capire quanto debole sono in realtà ma tu lo hai baciato quindi so per certo che comunque non deve sembrarti tanto una brutta persona e non avrei mai pensato che non ti saresti fidato di me perché io tengo a te in maniera incondizionata qualunque cosa accada io per te ci sarei mentre tu mi hai abbandonato-" Harry interruppe la serie di parole che stavo sparando posando le sue labbra sulle mie.

Non seppi spiegare come mi sentii in quel momento. Tutto si azzerò tranne la sensazione delle sue labbra sulle mie. Quelle labbra carnose e rosse che da anni sognavo di avere, i suoi occhi chiusi e la sua mano intorno al mio volto. Mi sentivo galleggiare.

Poi si staccò. Ci guardammo intensamente. Lui distolse lo sguardo. "Mi dispiace, volevo solo fermarti, non volevo baciarti" farfugliò. Un altro crack. 

Annuii. "E comunque non sei debole, è Nick che è un coglione" aggiunse velocemente. Io gli sorrisi timidamente, ricacciando indietro le lacrime. E andammo a scuola come se nulla fosse successo. Anche se il modo in cui mi sentivo mi faceva capire ben altro. Durante il tragitto, Harry sembrava a disagio. "Quindi hai visto me e Nick?" chiese, senza guardarmi. Annuii, ma cercai fortemente di non ripensare a quella scena. "E' stato il tuo primo bacio" soffiai, ferito. Lui mi guardò. "No, mi ha costretto" replicò. Io mi fermai. "Nel senso che si è dichiarato e poi mi ha baciato ma io l'ho spinto via appena sono riuscito" aggiunse, tornando a guardarsi le scarpe. Cercai di trattenere il sorriso che mi stava spuntando sul volto, anche se il fatto che Harry palesemente non provasse nulla per me mi feriva ancora. "Quindi il tuo primo bacio sono stato io" dissi con tono compiaciuto e strafottente, mentre in realtà ero speranzoso. Lui ridacchiò nervosamente. "Non essere stupido, quello non era un bacio" rispose, riprendendo a camminare. Gli andai dietro, tutta la felicità di alcuni secondi prima sparita. Non fece parola di quello successo alla festa, probabilmente nemmeno se lo ricordava più per l'alcol.

In classe cercai subito con lo sguardo Zayn, ma stava ridendo con Liam. E non potevo biasimarlo, perché Liam era bello e forte e simpatico e, soprattutto, non aveva bisogno di essere difeso come una cazzo di ragazzina. Sospirai, sedendomi al mio posto, e Zayn mi sorrise distrattamente per poi riportare le sue attenzioni su Liam, che non mi aveva mai nemmeno rivolto un 'ciao' anzi, ero convinto di stargli abbastanza antipatico anche se ignoravo del tutto il motivo. Probabilmente era solo perché io ero Louis Inutile Tomlinson. 

La giornata passò lentamente, cercavo senza successo di ascoltare e ridere con Zayn come se nulla fosse ma la verità è che mi sentivo tagliato fuori e non solo da Zayn, ma da tutto. Anche Harry, durante gli intervalli, mi ignorò, anche se cercava di rendere il tutto normale lanciandomi sorrisi imbarazzati. Ma capivo che qualcosa non era più come prima, e mi logorava.

A pranzo stetti in bagno da solo, come venerdì; ormai era diventata un'abitudine. Speravo che Harry venisse a cercarmi, ma ormai perfino lui, l'unico che prima sembrava preoccuparsi per me, aveva smesso di farlo. 

Fuori da scuola parlai un po' con Niall, l'unico che ancora mi dava attenzioni, ma poi arrivò Harry, squadrò sorpreso me e il biondo e io e lui, dopo i saluti a Niall, ci incamminammo verso casa. Nessuno dei due, per la prima volta in 11 anni di amicizia, disse una parola. A volte lo sorpresi a guardarmi e viceversa, ma arrossivamo entrambi e abbassavamo di nuovo lo sguardo.

Arrivammo davanti casa sua, la prima a venire, e lo guardai. Lui mi guardò. "Uhm...vuoi, uhm...fare i compiti da me?" chiese, nervoso. Io sospirai. "Da quando non riusciamo più a parlarci?" mi lasciai sfuggire. Lui sospirò a sua volta. "E' che..." "Non possiamo fare finta che non sia successo nulla e che non sia cambiato nulla?" chiesi, speranzoso. Non volevo tornare alla semplice amicizia ma tutto pur di riavere indietro il mio Harry. "Ma è cambiato qualcosa Lou" affermò duramente. "Hai solo scoperto che-" "Che Nick ti ha preso in giro per anni e magari ti ha anche picchiato" soffiò. Io abbassai lo sguardo, mordendomi un labbro. "Ti ha picchiato davvero?" chiese preoccupato. Alzai lo sguardo e annuii. Mi dispiaceva ferirlo in quel modo ma non aveva più senso mentirgli. "Cosa ti ha fatto?" chiese, trattenendo la rabbia. Era assurdo ma l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che, finalmente, stava tornando a preoccuparsi per me. "Mi ha...spaccato un labbro" sussultò "ma l'ha fatto solo una volta" mi affrettai ad aggiungere, ma lui stava già arrossendo di rabbia, aprendo e chiudendo i pugni lungo le braccia. "Perché non mi hai mai detto niente?" "Non volevo che sapessi quanto debole sono" confessai, talmente piano che non fui sicuro mi avesse sentito. Lui ingoiò. "Non sei debole" mi ripeté. Quasi ridacchiai. "Sì invece" ribattei. "Avrei potuto aiutarti. Avrei potuto-" "Cosa? Cosa, Haz?" chiesi, e stavolta quello arrabbiato ero io. "Se mi avessi difeso, poi tutti se la sarebbero presa con te" "L'avrei fatto, per te" disse in un soffio. 

Il mio cuore fece una capriola e mi imposi di calmarmi. Lo guardai. "Davvero?" chiesi. "Certo Lou, sei il...mio migliore amico" disse, esitando. Non sapevo se ridere o piangere.

Nel dubbio, gli sorrisi e gli misi un braccio intorno alle spalle. "Anche tu Haz" dissi, ritrovando il mio tono sicuro di me.

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