Recurring dream

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CAPITOLO 1 "Recurring dream"

I suoi piedi si muovevano senza il suo controllo e correva senza sosta.
Continuava a correre da quelle che le sembravano ore, inseguita da una figura scura e poco nitida, ma che non le trasmetteva alcuna sensazione positiva. Ormai la mancanza di fiato faceva bruciare ogni singolo centimetro del suo petto, attanagliandole la gola in una morsa dolorosa.
Boccheggiò priva di ossigeno cercando di inspirare più aria possibile, ma l'atmosfera intorno a lei sembrava essere diventata rarefatta e priva di qualsiasi elemento vitale. Continuò a correre sentendo quella presenza alle sue spalle, sempre dietro di lei, che la seguiva incessantemente.
Gli alberi intorno a lei scorrevano rapidi, quando improvvisamente un ramo la fece ruzzolare per terra malamente. Rotolò nel terriccio e nelle foglie secche della foresta, mentre il suo cuore batteva a mille per la paura di essere finalmente raggiunta dal suo inseguitore.
Cadde prona mettendo le mani davanti a sé, ma colpì duramente il suolo con il naso sentendo uno scricchiolio a livello del suo setto nasale per niente rassicurante. Gemette di dolore e si voltò supina per guardarsi intorno ansiosa, quando improvvisamente tutto divenne buio in un istante.
L'unica cosa che riuscì a vedere, furono solo due puntini dorati, che immediatamente registrò nella sua testa.
Non erano luci o puntini indefiniti nel buio...
Quelli erano occhi.
Sussultò spaventata osservando quel colore innaturale, mentre il proprietario di quegli occhi avanzava verso di lei. Il suo cuore fece una capriola e riprese a battere impazzito nel petto dalla paura. Per un attimo, si chiese se il suo organo vitale avrebbe sfondato la gabbia toracica per quanto batteva forte e la mancanza di fiato tornò repentinamente a farle compagnia.
-Chi sei?- urlò spaventata iniziando ad indietreggiare ancora seduta per terra, ma non arrivò alcuna risposta alle sue orecchie. Osservò gli occhi avvicinarsi sempre di più a lei, poi successe tutto in un attimo. L'ambiente intorno a lei cambiò repentinamente, confondendola sempre di più.
Immagini rapide e confuse si susseguirono davanti ai suoi occhi, senza accennare a rallentare.
Le iridi dorate di poco prima divennero sempre più nitide, finalmente potendole osservare distintamente, ma non riuscì a vedere il volto alla quale appartenevano.
Alcuni dettagli le passarono davanti agli occhi veloci, come se degli spezzoni di un film venissero proiettati davanti a lei ma confondendole sempre di più le idee.
Cosa stava succedendo? Dove si trovava?
In una serie di immagini confuse e poco chiare, riuscì a riconoscere qualche ricciolo castano e la sagoma di quello che doveva essere un ragazzo piuttosto magrolino che non aveva mai visto. Non vide il suo volto, ma alcuni dettagli del suo viso ed un tatuaggio molto strano sul suo braccio destro, vennero registrati dalla sua testa confusa. Un profumo muschiato raggiunse le sue narici, e lo catalogò involontariamente come decisamente buono. Per un istante, in mezzo a tutta quella confusione, alla tensione ed alla paura, improvvisamente si sentì quasi... al sicuro.
Fissando quelle immagini distorte e poco nitide, improvvisamente una voce che chiamava il suo nome arrivò alle sue orecchie inizialmente ovattata, ma poi si fece sempre più forte e chiara.

-Hailey! Svegliati, sono le otto e devi essere a scuola tra un'ora... è il tuo primo giorno, non vorrai fare tardi-
La voce severa di suo padre la riportò duramente alla realtà, riscuotendola dal suo sonno agitato.
Ci mise qualche secondo di troppo per risvegliarsi totalmente dal torpore che le invadeva la mente, ma quando si rese conto di dove si trovasse, aprì gli occhi con una lentezza estenuante e fissò confusa il soffitto azzurrino della sua camera da letto.
Era un sogno.
Era di nuovo un sogno.
Sempre lo stesso sogno.
Continuava a sognare la stessa cosa da settimane ormai, ma non riusciva a trovare significato alle immagini che vedeva. Era convinta che i dettagli che la sua mente le mostrava appartenessero allo stesso ragazzo, ma puntualmente non riusciva a mettere abbastanza a fuoco la sua figura da vederlo e conoscere la sua identità. E poi, chi la seguiva nel bosco? A chi appartenevano quegli occhi dorati che non sembravano volerla lasciare in pace? E soprattutto, perché la seguiva?
Sospirò cercando di riordinare la miriade di pensieri nella sua testa, già troppo numerosi per essere sveglia solo da pochi minuti.
-Hailey-
-Sì, adesso mi alzo papà- farfugliò con voce ancora impastata dal sonno.
-Sbrigati, o farai tardi-
Per tutta risposta, Hailey si fece ancora più piccola nel letto, tirandosi le coperte sopra la testa per non sentire altro. Quando sentì i passi di suo padre allontanarsi dalla sua stanza, decise di tirare fuori la testa e si rigirò supina nel letto. Sospirò passandosi una mano sul viso per eliminare un po' della sua confusione ma, quando si sfiorò il naso, un gemito di dolore le uscì spontaneo al dolore provato. Allontanò la mano dal viso e la guardò confusa, del sangue rosso vivo sporcava il palmo della sua mano. Il suo cuore iniziò a battere leggermente tachicardico e si alzò di scatto dal letto fiondandosi davanti allo specchio.
Non appena osservò il suo riflesso nello specchio appeso alla parete, trattenne il respiro sconvolta e sempre più confusa. Appoggiò le mani ai bordi del lavandino per sostenersi, mentre i suoi occhi continuavano ad osservare quel rivolo di sangue che fuoriusciva dalle sue narici cercando di metabolizzarne il suo significato indiretto.
Ricordava bene il dolore provato nel sogno quando aveva sbattuto il viso per terra...
Ma era un sogno.
Allora perché aveva i segni di un trauma riportato in un sogno?
Non poteva essere tutto una coincidenza e la sua natura sovrannaturale le aveva fatto scattare già settimane fa l'allarme che ci fosse qualcosa di strano in tutta quella storia. Inizialmente credeva fossero solo degli incubi o dei sogni agitati, magari con dettagli appartenenti a qualcuno che aveva suscitato il suo interesse, o della sua natura magica, ma quando aveva ripetutamente sognato la stessa cosa, le stesse immagini, le stesse sensazioni di smarrimento e paura, aveva intuito ci fosse qualcosa di strano. I sogni cercavano sempre un modo per dirti qualcosa.
Adesso, che il suo naso era probabilmente stato rotto dopo una caduta avvenuta nel sogno, quindi restando in realtà distesa nel suo letto, ne aveva avuto la conferma.
Sospirò nuovamente e chiuse gli occhi cercando di calmare i battiti irregolari del suo cuore, quando la voce di sua sorella fuori dalla sua stanza richiamò la sua attenzione. Aprì di scatto gli occhi ed aprì subito l'acqua del rubinetto per sciacquare il sangue velocemente.
Non voleva che qualcuno la vedesse in quello stato, ne tanto meno che qualcuno le facesse domande a cui non avrebbe saputo rispondere.
-Hailey sei pronta? Se vuoi ti do un passaggio a scuola...-
La voce di sua sorella si fece sempre più vicina, quindi prese svelta l'asciugamano per eliminare ogni traccia di sangue residua sul suo volto e se lo passò sul naso rapidamente asciugandosi. Quando Allison entrò nel suo bagno, per fortuna aveva già ripulito tutto, facendosi trovare in piedi davanti al lavandino con l'asciugamano in mano ed un'espressione decisamente furtiva.
Sua sorella si fermò sulla soglia del bagno e la guardò in faccia.
-Cos'hai?- le chiese sospettosa, notando immediatamente la sua espressione sconvolta.
-Niente... mi sono solo svegliata con un po' di mal di testa- mentì abilmente.
-Hai fatto festa ieri sera? Non ti ho sentita tornare...-
-Più o meno- rispose accennando un sorriso –Emily mi ha portata a vedere una partita di football della nostra scuola...-
-Wow... e ti sei fatta già dei nuovi amici oltre ad Emily?- indagò sua sorella curiosa.
-Oh si certo... tutti non vedono l'ora di diventare amici della nuova arrivata- commentò ironica alzando gli occhi al cielo.
-Non hai mai avuto problemi a farti degli amici- commentò sua sorella incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi allo stipite della porta.
-No...- sospirò Hailey appoggiando l'asciugamano –ma oggi inizio il mio ultimo anno, e tutti avranno già amici ed i miei sono rimasti a New Orleans- aggiunse seccata dirigendosi fuori dal bagno sotto lo sguardo di sua sorella.
-Vedrai, non avrai problemi... e poi conosci già Emily qui. Sono sicura che con lei ti divertirai, siete sempre state legate fin da quando eravate bambine-
-Sì, hai ragione- confermò la ragazza ridacchiando e guardando la sorella, ovviamente già perfetta di prima mattina. Avevano sette anni di differenza, ma non era mai stato un problema per loro.
Da quando sua madre era sparita senza dire niente a nessuno, Allison l'aveva cresciuta, ma nonostante questo avevano mantenuto il loro rapporto come sorelle.
Hailey sapeva di poter dire tutto a sua sorella, e questo parecchie volte le era tornato molto utile.
Soprattutto quando aveva dovuto insegnarle tutto quello che c'era da sapere sulla loro famiglia.
-Ma tu dove stai andando?- indagò curiosa analizzando con occhio critico l'abbigliamento decisamente elegante di Allison. Sembrava essere uscita da un film già di prima mattina.
-Ho un colloquio di lavoro...- disse quasi emozionata -ho pensato che, finché non torno al College, è meglio se mi trovo qualcosa da fare. Restando a casa finirei per impazzire, lo so già-
-Non mi hai detto perché hai deciso di prenderti un periodo di pausa...- indagò Hailey osservando meglio la sorella. Il suo volto sempre rilassato si indurì visibilmente, ma cercò di non darlo a vedere fallendo miseramente. Non ci voleva di certo un genio per capire di aver toccato un tasto dolente.
-Ero solo stanca... tutto qui- mentì palesemente con un sorriso forzato –ma sei ancora in pigiama? Forza, sbrigati Hailey o arriverai in ritardo! Posso darti un passaggio io se riesci ad essere pronta in... mmh... venti minuti-
-Andata. Tanto non farò colazione oggi-
-Come mai?-
-Non mi va- tagliò corto la ragazza aprendo l'armadio per scegliere come vestirsi. Tirò fuori un paio di jeans, una maglietta rossa corta ed infilò tutto velocemente per poi dirigersi in bagno. Allison la guardò un'ultima volta mentre si truccava davanti allo specchio in bagno, poi uscì dalla stanza.
-Ti aspetto giù- la sentì dire, prima che la porta della sua stanza venisse chiusa.
Finì di prepararsi e sistemò i capelli, prese la borsa per la scuola e ci infilò dentro qualche quaderno. Non aveva neanche idea di quale fosse il suo orario del giorno, ma di sicuro Emily l'avrebbe potuta aiutare in quello. Indossò le sue Converse nere ed uscì dalla stanza per scendere al piano di sotto.
Non appena entrò in cucina, suo padre si voltò a guardarla, elargendole un sorriso.
-Pronta per l'ultimo primo giorno?- le chiese solare, ma Hailey storse il naso in una smorfia.
-Avrei preferito starmene a letto- commentò alzando gli occhi al cielo, e sua sorella non trattenne una risata decisamente divertita. Si alzò e si avvicinò a lei, prendendo le chiavi della macchina.
-Allora noi andiamo papà... ci vediamo dopo!- salutò Allison dando un bacio al padre sulla guancia, e l'uomo ricambiò dolcemente il sorriso che gli aveva rivolto la figlia.
-In bocca al lupo tesoro, fammi sapere come va!- disse alzando il pugno, poi si voltò verso Hailey e la sua espressione cambiò drasticamente. La ragazza alzò gli occhi al cielo, trattenendo una risata.
-Non ti preoccupare papà, farò la brava – lo prese in giro ridacchiando.
-Rispetta le regole, ascolta, partecipa ad ogni lezione e... Hailey, te lo dico sempre e lo sai, ma...- disse iniziando le sue raccomandazioni, ma la ragazza lo interruppe.
-... non usare la magia a scuola, ne per motivi futili, non dobbiamo attirare l'attenzione sulla nostra famiglia!- lo canzonò simulando la sua voce.
-Moon sono serio- ribadì l'uomo guardandola seriamente.
La ragazza si avvicinò al padre, intuendo la sua preoccupazione nel momento in cui usò il suo secondo nome. Si abbassò dandogli un bacio veloce sulla guancia per poi tornare affianco alla sorella, pronta per uscire di casa.
-Non ti preoccupare, non combinerò niente- lo rassicurò sorridente.
-Tu combini sempre qualcosa- le fece notare la sorella, ma Hailey non ci diede peso e si sistemò lo zaino sulle spalle sbuffando.
-Questo non è vero e lo sai anche tu! – precisò scocciata –adesso andiamo! Non voglio fare tardi-
Le ragazze salutarono il padre e, una volta salite in macchina, partirono verso la scuola in cui avrebbe iniziato l'ultimo anno. Hailey guardò fuori dal finestrino, analizzando e studiando attentamente il paesaggio del nuovo paesino in cui si erano trasferiti.
-Erano anni che papà voleva tornare qui a Portland... è così felice qui- disse improvvisamente sua sorella, rompendo il silenzio che si era creato nell'abitacolo.
-Sì... sarei più felice se non dovessimo andare a cena dalla zia Betty questa sera- ripose acida la ragazza indossando gli occhiali da sole. Allison rise divertita, gettando un'occhiata alla sorella.
-Sarà breve ed indolore, vedrai-
-Oh si... l'ultima volta siamo rimaste lì solo fino alle 3 di notte-
-Sai che ha la tendenza a tirarla per le lunghe- rispose Allison con un sorriso.
Hailey sbuffò tirando giù il finestrino, quel tanto che bastava per accendersi una sigaretta e fumarsela in santa pace prima di arrivare a scuola.
-Non dovresti fumare Ley, lo sai- la rimproverò sua sorella.
-E' il mio primo giorno, abbi pietà!- ridacchiò Hailey espirando un po' di fumo che venne subito risucchiato dalla fessura del finestrino aperto.
-Ti permetto di fumare nella mia macchina solo per questo, sappilo...-
-Grazie della concessione-
-Dovremmo esserci quasi...-
Hailey guardò fuori dal finestrino, intravedendo un edificio pieno zeppo di ragazzi davanti all'ingresso. Sembrava bella come scuola, e grande soprattutto.
-Ci pensi che la mamma ha studiato qui?- le chiese Allison quasi emozionata guardando la struttura, ma Hailey non rispose e continuò a fissare in silenzio la sua nuova scuola.
-Sei felice di essere qui?- chiese improvvisamente Hailey a bruciapelo voltandosi verso la sorella, in attesa di una risposta. La ragazza la guardò spiazzata per un istante, sorridendo subito dopo.
-Sì... Portland è bella come città e ha molte opportunità. E poi... qui siamo vicini a Salem, dove ci sono zia Betty e nonna Mery- disse ampliando ancora di più il suo sorriso –la nonna non vedeva l'ora che finalmente tornassimo qui- aggiunse fermando la macchina in parte alla strada.
-Tu sei felice Moon?- le chiese poi, analizzando l'espressione di sua sorella.
Hailey ci rifletté su per un attimo.
Avrebbe dovuto riniziare tutto da capo, ogni cosa. Amici, professori, scuola, città... tutto.
Aveva sua cugina Emily con lei lì, che l'avrebbe sicuramente aiutata ad ambientarsi.
E poi, adesso che erano tornati nella città in cui era nata e cresciuta sua madre, in un certo senso si sentiva a casa. Sua nonna e sua zia erano molto felici del loro ritorno, e la sua magia fremeva nelle vene per la vicinanza con Salem.
-Sì... credo di sì- rispose continuando a fissare il cielo grigio fuori dal finestrino, poi si voltò verso la sorella e le sorrise facendo l'ultimo tiro della sua sigaretta.
-Adesso vado, se no rischio di fare tardi... spero di trovare Emily in fretta in mezzo a tutta questa gente- ridacchiò aprendo la portiera ed uscendo dalla macchina. Richiuse la portiera e si infilò con la testa dentro il finestrino aperto per guardare meglio sua sorella.
-Buona giornata Alli-
-Anche a te Moon... e non dimenticarti che questa sera siamo da zia Betty!-
-Non me lo scordo... purtroppo-
-E non usare la magia- aggiunse sottovoce sua sorella rimettendo in moto il motore. Hailey le fece un occhiolino d'intesa, per poi voltarsi ed incamminarsi verso il portone d'ingresso della scuola.
Entrò dentro guardandosi intorno per cercare Emily, ma dopo svariati minuti passati in mezzo al corridoio immobile come una scema, non riuscì a trovarla da nessuna parte. Osservò distrattamente le persone che le passavano affianco, ma nessuno faceva caso a lei.
Meglio così.
Non appena vide l'insegna della segreteria, senza pensarci un attimo si infilò dentro e si avvicinò al bancone sfoderando il suo sorriso più gentile. Dato che Emily non sembrava essere da nessuna parte, si sarebbe fatta dare il suo orario da sola.
-Buongiorno... mi servirebbe il mio orario! Sono nuova, è il mio primo giorno- disse educatamente.
-Buongiorno, il tuo nome? A che anno sei?- le chiese la donna ricambiando il suo sorriso.
-Hailey Moon Foster Drake, ultimo anno- rispose guardandosi intorno analizzando l'ambiente. Sentì per qualche istante lo sguardo della donna su di lei dopo aver pronunciato tutti i suoi nomi, ma non ci fece caso. Il suo naso magico fiutò subito l'odore del caffè caldo che probabilmente stavano bevendo lì dentro fino a poco prima, e per un attimo si pentì amaramente di non aver fatto colazione.
Non c'era molta gente in segreteria a quell'ora ma l'unico presente, un ragazzo appoggiato al bancone affianco a lei, stava discutendo molto animatamente con il segretario per un qualche motivo, ed il suo tono di voce era talmente alto da farle venire quasi il mal di testa.
Lo guardò storto un paio di volte mentre la segretaria cercava il suo orario nel computer, intimandolo con lo sguardo ad abbassare la voce, ma il ragazzo non sembrava fregarsene minimamente di lei o di tutti gli altri presenti nella stanza.
-Ho detto che non voglio più fare il corso di fisica avanzata, voglio fare quello di fisiologia!- ribatté innervosito, dopo l'ennesimo rifiuto da parte dell'uomo oltre il bancone.
-Le ho detto che non si può fare, ormai ha scelto. Le iscrizioni sono scadute due settimane fa-
Il ragazzo sembrò sul punto di scavalcare il bancone e prenderlo a pugni, ma con sua grande sorpresa non lo fece.
-Vada al diavolo- sbottò voltandosi di scatto. Hailey lo guardò basita, cercando di trattenere una risata quando vide la faccia sconvolta dell'uomo guardarlo mentre usciva dalla stanza.
Certa gente era proprio fuori di testa!
-Ecco qui signorina Foster, il suo orario... sa già dove andare?- le chiese la donna porgendole un foglio ordinatamente compilato e riattirando la sua attenzione, che era stata totalmente catturata da quella scena decisamente divertente. Hailey lo prese tra le mani, cercando di tornare seria con non poca difficoltà e lesse il nome della prima lezione.
-Chimica quattro...- lesse a voce alta –aula H, piano 2- aggiunse guardando il foglio pensierosa.
-Prenda le scale che ci sono qui fuori sulla destra e salga al secondo piano, poi giri a destra... è la quinta aula che troverà sul lato sinistro-
Hailey la guardò un po' confusa, ma non se la sentì di aggiungere altro dopo lo sfogo del ragazzo di poco prima, quindi le sorrise ed uscì dalla segreteria ringraziandola.
Non ci aveva capito niente e non aveva idea di dove andare, ma si sarebbe affidata alla sua magia.
Iniziò a salire le scale che le aveva indicato la segretaria, seguendo il fiume di gente che stava salendo verso i piani superiori insieme a lei. Guardò in alto cercando di non sbagliare il piano, quando un tipo con una spallata la fece quasi cadere per terra. Si aggrappò appena in tempo al corrimano, evitando una rovinosa caduta proprio il primo giorno davanti a mezza scuola.
-Ma sei scemo? Guarda dove vai!- sbottò adirata alzando lo sguardo sul cretino che l'aveva quasi buttata per terra. Con sua grande sorpresa, il ragazzo che poco prima aveva letteralmente mandato al diavolo l'uomo in segreteria e che le aveva causato il mal di testa, adesso la guardava scocciato.
-Sei tu che devi guardare dove cammini... non si sale le scale guardando il soffitto- le rispose distrattamente, poi la guardò meglio ed infilò le mani in tasca squadrandola dalla testa ai piedi.
-Sei nuova? Non ti ho mai vista da queste parti- aggiunse continuando ad osservarla.
-Sì, mi sono appena trasferita qui- disse sistemandosi lo zaino sulle spalle.
-Beh... benvenuta in questo schifo- decretò ironico aprendo le braccia.
-Non sembra poi così male...- commentò la ragazza guardandosi intorno.
A New Orleans aveva decisamente visto di peggio. Tutto sommato questa scuola sembrava anche carina, e le persone non sembravano tirarsela troppo per adesso.
Le sue sensazioni da strega riguardo quel posto erano positive.
L'influsso di Salem si faceva sentire anche lì.
-Tempo al tempo e te ne accorgerai da sola...- disse il ragazzo accennando un sorriso –allora che lezione hai adesso? Stavi cercando l'aula? Sembra tu abbia bisogno di un aiuto- le chiese strappandole il suo orario dalle mani.
-Si e... so trovarla da sola- rispose riprendendosi il foglio dalle mani del ragazzo guardandolo meglio. Era decisamente un bel ragazzo, ma quell'aria strafottente la infastidiva parecchio.
-Come hai detto che ti chiami?-
-Non l'ho detto- precisò la ragazza.
-Io sono Nathan Shot- si presentò tendendole la mano, in attesa che gliela stringesse. Hailey guardò incerta la sua mano, notando svariate cicatrici sulla sua mano e sul suo polso.
-Hailey Foster- si presentò ricambiando finalmente la stretta di mano.
-Suppongo tu abbia chimica alla prima ora e...-
-Non ho bisogno di aiuto, grazie- tagliò corto la ragazza.
-Per trovare l'aula no, ma per salire le scale evidentemente sì- la prese in giro il ragazzo ridacchiando. Hailey lo guardò sconcertata da tanta confidenza e gli rispose risentita.
-Ci conosciamo da neanche cinque minuti e mi prendi in giro?-
-Chi ti sta prendendo in giro? Sto solo riportando la realtà dei fatti- ribatté trattenendo una risata.
Hailey si trattenne dal mandarlo al diavolo, proprio come aveva fatto poco prima lui stesso con l'uomo in segreteria. Si morse la guancia per non lanciargli una fattura e fece un passo indietro. Proprio quando era sul punto di rispondergli decisamente male, due mani si appoggiarono sulle sue spalle amichevoli, facendola voltare sorpresa ma riconoscendo subito il suo tocco.
-Hailey! Eccoti qui, ti ho cercata prima ma non ti ho vista da nessuna parte-
La ragazza si voltò verso Emily, ringraziandola di essere comparsa proprio al momento giusto.
-Finalmente, ti ho cercata anche io ma non ti ho trovata, quindi sono andata a farmi dare l'orario- disse sventolando il foglietto davanti ai suoi occhi.
-Hai fatto bene... abbiamo lo stesso orario oggi comunque, mi ero già informata- disse sorridendole, poi i suoi occhi si spostarono sul ragazzo dietro di lei –hai già conosciuto Nate vedo!- esclamò improvvisamente entusiasta. Hailey guardò il ragazzo sospirando ed annuì.
-Si, mi ha solo quasi rotto una spalla- commentò alzando gli occhi al cielo.
-Vi conoscete?- chiese stupito il ragazzo –non crederle, è lei che non guarda quando cammina- aggiunse subito guardando Emily, che trattenne una risata.
-Certo, lei è mia cugina, te ne parlavo giusto l'altro giorno...si è appena trasferita da New Orleans...- spiegò guardandola maliziosa. Hailey la fissò stranita dal suo comportamento quasi civettuolo, non era per niente da lei, ma diede la colpa sicuramente alla presenza del bel ragazzo che l'aveva quasi tirata per terra.
-New Orleans...- ripeté Nathan spostando il suo sguardo su di lei –non avete grande fantasia in famiglia...da New Orleans a Salem, discendi per caso da una famiglia di streghe?- le chiese scoppiando a ridere di gusto, ma di certo non si aspettava quella reazione dalla ragazza.
Hailey si irrigidì improvvisamente, guardandolo spiazzata e senza dire una parola, come se le avessero appena fatto una doccia di acqua fredda.
Sì, in effetti sì idiota. E' proprio così.
-E tu discendi da una famiglia di idioti?- gli chiese di rimando parlando senza controllo. Lo guardò risentita e, prima che potesse risponderle, parlò di nuovo senza lasciargli il tempo di rispondere.
-Adesso devo andare, ci vediamo in classe Emily- sentenziò innervosita –... e non ho bisogno di aiuto- precisò seccata sistemandosi lo zaino sulle spalle.
Si incamminò giù dalle scale con passo rapido per scaricare la tensione accumulata, quando improvvisamente si rese conto di dirigersi verso la parte sbagliata. Si bloccò sul posto immediatamente maledicendosi per essere così scema , voltandosi di scatto e poté sentire lo sguardo di Nathan ed Emily fisso su di lei. Riprese a camminare salendo le scale e, senza guardarli, quando gli passò affianco strinse i denti imbarazzata dalla sua figuraccia.
-Non dite niente- aggiunse iniziando a correre su per le scale con le guance che andavano a fuoco e sentendo chiaramente il ragazzo trattenere una risata divertita.
-Tipa strana tua cugina Em...- lo sentì dire tra una risata e l'altra, ma non si fermò e continuò a cercare l'aula che avrebbe sicuramente trovato anche da sola. 

Ehilà! Ho deciso di pubblicare questa nuova storia, per la prima volta qualcosa totalmente ideato da me. Ci terrei a leggere i vostri commenti, fatemi sapere cosa ne pensate... come sempre accetto qualsiasi critica, negativa o positiva :)
A presto,
RoseHale

Alpha e Beta - Il potere della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora