Testardaggine: Ostinazione pervicace e irragionevole, riconducibile a scarsa elasticità mentale e a sfiducia preconcetta nei ragionamenti e consigli altrui.
Definizione migliore penso non possa esistere per descriverlo in questo momento.
"Dai Claudio che ti costa"
"No,no e no.È inutile Sacrofano, non mi convinci"
"Ma è solo una cena"
"Ed è qui che ti sbagli. Non è solo una cena,ma una cena a quattro,ed io odio le cene a quattro.Uno spreco di tempo. Entrambe le coppie si trovano in una situazione di disagio,sperando dopo neanche trenta minuti nell'arrivo immediato del conto"
"Ma se ce l'hanno proposto loro" obbietto ormai sfinita da questa discussione.
Silvia e Sergio,presi da una slancio di gentilezza e solidarietà tra partner, ci hanno proposto una cena a quattro per stasera (inutile dire che Visione si è sentito tremendamente escluso).A primo impatto mi è sembrata un'idea geniale e divertente,ma ora sono qui a subirmi tutti i pro e contro di Claudio. Più contro che pro
"Non sono consapevoli di quel che dicono" continua lui. Ormai avevo smesso di ascoltarlo da un po'.
"Ma poi gliel'ha detto di essere incinta?"
Questa domanda riaccende la mia attenzione.
"Claudio!" lo riprendo,sgranando gli occhi
"Che c'è?" chiede,davvero confuso dalla mia reazione
"Non devi dirlo. È un segreto. Per ora ovviamente" spiego,affrettandomi a precisare l'ultima parte.
"È talmente segreto che sei venuta a raccontarmelo tre giorni dopo averlo scoperto" ride divertito
"Perché siamo marito e moglie e in quanto tale dobbiamo raccontarci tutto" spiego soddisfatta di questa mia convinzione risalente ai tempi in cui ero una dodicenne ossessionata da film romantici e strappalacrime in cui i protagonisti si giuravano amore e fedeltà eterna.
"Quanto zucchero"
"Simpatico" rispondo acida "Allora andiamo o devo trovare un altro accompagnatore?"
"Non scherzare col fuoco Sacrofano. Andiamo, ma solo per dimostrarti che anche stavolta ho ragione io"
"Non credo"
"Hai 30 minuti di tempo,mi sbrigherei se fossi in te"Ore 20.50, Lanificio
"Eccovi,finalmente. Ormai vi credevo dispersi. Stavo per mandare una pattuglia in aiuto" dice ironicamente Silvia non appena ci vede arrivare all'ingresso. Purtroppo questa ironia non viene molto apprezzata da CC. Prevedibile.
"Buonasera anche a te Silvia. La tua amica ha impiegato venti minuti solo per scegliere la borsa che si abbinasse di più alle scarpe" controbatte con un falso sorrisetto sulle labbra."Ecco a te illustrato in meno di trenta secondi il motivo del nostro ritardo"
"Troppo facile sposartela e basta Conforti,te l'ho sempre detto" lo compiace lei.Grazie Silvia. Viva la solidarietà femminile
"Ciao Sergio,come va?"
Lo dico frettolosamente e in un modo del tutto impacciato. Cerco di rimediare al fatto che l'abbiamo completamente escluso. È se davvero le cene a quattro fossero solo fonte di imbarazzo? Magari il lato pessimista di mio marito non si è del tutto sbagliato stavolta.
"Bene. Qualcuno si ricorda di me qui"
"Dai Einardi non fare la femminuccia ed entra" gli dice Claudio,prendendo in mano la situazione e varcando per primo la porta del locale.
"Femminuccia sei tu che non riesci a stare un po' al freddo" controbatte Sergio seguendolo a passo veloce
Certo che questi due sono incredibili. La loro sarà sempre un'eterna competizione. Però se penso a come stavamo qualche anno fa,non posso lamentarmi.La cena procede abbastanza bene,tralasciando un iniziale silenzio del tutto imbarazzante che ha portato me e Silvia a nascondere la testa nel menù per un bel po'. Contro ogni mia aspettativa è stato CC a rompere il ghiaccio,chiedendo a Sergio di un caso recente ancora irrisolto. Dal lavoro siamo passati al matrimonio,dal matrimonio a come stessero andando le ricerche per un nuovo appartamento che stiamo cercando per iniziare da zero la nostra nuova vita e così via.
"Scusatemi è Martina,torno subito" dice Sergio,alzandosi da tavola per rispondere alla chiamata.
È abbastanza lontano da poter dare campo libero alla mia curiosità
"Allora? Lo sa?" chiedo a Silvia,la quale è intenta a finire il suo secondo dolce.Anche tu Sergio però,non ci vuole tanto a capirlo. Tra poco si mangia pure il tavolo.
"No. Non so come dirglielo" risponde con tutta la naturalezza del mondo.
Una naturalezza che fa parte della mia quotidianità da tanti anni a questa parte. Ormai non so cosa farei senza.
Siamo cresciute insieme,la conosco meglio di chiunque altro e viceversa. Conosco i suoi gusti, cosa la fa arrabbiare talmente tanto da farle pulsare ritmicamente le tempie e so quando è nervosa,perché gioca sempre con le unghie del pollice e dell'indice della mano sinistra. Riesce a vedere molto più di quello che possa vedere io e crede in me quando sono la prima a non farlo. Siamo gli opposti,completamente.Però è proprio questo il bello. Ci compensiamo,l'abbiamo sempre fatto.Eppure,nonostante questa diversità,io mi rivedo in lei. In lei rivedo una parte di me. Non so come spiegarlo.
Suo figlio,quello che considero,perché per me lo è senza dubbio,mio nipote,vive in lei. Ed il sol pensiero che la stessa persona che ho visto crescere e con cui sono crescita aspetti un bambino, mi riempie il cuore di gioia.Ti aspetto Mattia. Zia Alice ti aspetta.
"Ma come Silvia?È semplice. Hai scelto pure il nome"
"Cioè fammi capire,tu hai scelto il nome e lui non lo sa?" chiede Claudio divertito.Lo fulmino
"Sapevo che te l'avrebbe detto. I segreti non sono il suo forte" sospira Silvia rassegnata
"Lo so" approva CC
"Non cambiare discorso" le dico puntandole l'indice contro cercando di essere autoritaria per una volta.
"Tu cosa gli diresti al mio posto?" mi chiede e sembra davvero speranzosa di una risposta talmente valida da poterla usare in questo momento stesso
"Cosa gli direi?" domando a me stessa ad alta voce "Gli direi che è successo. Inaspettatamente,ma è successo. Gli direi che vorrei che avesse i suoi occhi,ma il mio carattere. Deve avere sempre il carattere della madre. E che nonostante le circostanze,il lavoro e i mille impegni,funzionerà e sarà ancora più bello. Noi funzioneremo e questa volta non solo in due" inevitabilmente il mio sguardo cade su Claudio. Le parole mi sono uscite una dopo l'altra,dimenticandomi completamente della sua presenza qui con noi. Mi osserva. Un anno fa davanti ad un affermazione simile sarebbe scappato a gambe levate. Ed ora è qui che mi osserva e anche se non lo vuole far vedere,io lo so. So che in parte la pensa come me. I suoi occhi parlano e questo mi basta.
"Puoi ridirlo più piano così me lo segno?" chiede Silvia facendomi ritornare con i piedi per terra
"Scema" le dico dandole uno spintone
Neanche il tempo di continuare il discorso che Sergio torna,scusandosi per l'assenza
"Che mi sono perso?"
"Cose da donne Einardi" risponde Claudio con il tipico tono da terzo intruso in una coppia di amiche
"Comunque noi andiamo"
"Ma come Claudio? Di già?" chiede Sergio strabiliato e sinceramente lo sono anch'io. Sembrava che si stesse divertendo,che stesse a suo agio.
"Vi lasciamo soli,così potete parlare un po'. Il dialogo è importante in una coppia Einardi,Sacrofano me lo ripete in continuazione"
Ecco,ora capisco. Non lo ammetterà mai,ma l'ha fatto per lei. Per Silvia. Per liberarla da un peso e per darle la spinta necessaria che magari io non sono stata in grado di darle fino ad oggi. E sarò forse un po' troppo romantica,ahimè queste sono le conseguenze dei troppi film visti a dodici anni,ma in questo gesto ci vedo davvero tanto. Preoccuparsi non solo per me,ma anche per persone a cui voglio bene.Magari è anche questo,essere marito e moglie
Buona fortuna Silvia.