È una storia sai vera più che mai
Solo amici e poi uno dice un "noi"
Tutto cambia giàÈ una realtà che spaventa un po'
Una poesia piena di perché
E di veritàTi sorprenderà come il sole ad est
Quando sale su e spalanca il blu
Dell'immensitàStessa melodia, nuova armonia
Semplice magia che ti cambierà
Ti riscalderàQuando sembra che non succeda più
Ti riporta via come la marea
La felicitàTi riporta via come la marea
La felicità
Eren fu il primo a svegliarsi.
Aveva dormito poco, sopraffatto dalle emozioni che quella notte gli aveva regalato e cullato dal respiro lieve e regolare di Armin, sdraiato accanto a lui, rabbrividendo alla sensazione della sua pelle calda a contatto con la propria.Continuava a pensare al momento in cui, quando era stato preso dal panico per paura di fargli male, il biondo gli aveva posato una mano sulla guancia e con un sorriso gentile gli aveva sussurrato "Va tutto bene".
La sincerità dei suoi occhi profondi lo aveva riportato con i piedi per terra, aiutandolo a calmarsi e a riacquistare lucidità. Aveva respirato profondamente e gli aveva dato un bacio, lento e intenso, e da lì in poi ogni cosa era avvenuta in modo naturale.
Il sole era già alto nel cielo quando si svegliò e i raggi tiepidi accarezzavano la guancia di Armin, donandogli un aspetto più dolce di quanto già non fosse ogni giorno. Sentì che sarebbe potuto rimanere lì in quella posizione per una vita intera, finalmente al proprio posto, e, non potendo fare a meno di sorridere teneramente a quella vista, gli accarezzò quella guancia morbida e liscia, sperando di non svegliarlo con il suo tocco.Ma Armin, il cui sonno era parecchio leggero, aprì gli occhi sbattendoli più volte perché ancora infastiditi dalla luce. Sorrise non appena incrociò il suo sguardo e gli si strinse, se possibile, ancora di più al petto, cercando la protezione delle sue braccia.
- Ho sentito tutti i tuoi baci stanotte - bisbigliò con la voce sporcata dal sonno, più profonda e roca del solito ma ugualmente melodiosa alle orecchie di Eren.
Che sgranò leggermente gli occhi, fino a quel momento convinto di non essere stato scoperto quando, svegliandosi durante la notte, l'aveva riempito di leggerissimi baci sui capelli, sulla fronte, sulle guance e sulle labbra.
Ma poi rilassò l'espressione: - Tutti tutti? - chiese.- Ora che mi ci fai pensare, potrei essermi perso quello del buongiorno - rispose il biondo, spostando lo sguardo sulle sue labbra.
Eren allora lo guardò con un accenno di malizia, poi si unì a lui in un bacio da cui nessuno dei due sembrò volersi liberare tanto in fretta.Dopo qualche minuto Armin si stiracchiò voltandosi a guardare il resto della stanza e, adocchiando i cartoni ancora per terra dalla sera prima, ridacchiò tra sé e sé: - Pizza per colazione? -
Dopo aver mangiato ed essersi lavati e preparati, insieme andarono a trovare Carla in ospedale, che in una sola notte aveva ripreso più colorito di quanto non avesse ancora fatto negli ultimi giorni di ricovero.La donna intuì non appena i due ragazzi si furono seduti ai piedi del suo letto, uno per lato: da brava madre le bastò un'occhiata ai loro sorrisi timidi e al modo in cui si cercavano di continuo con lo sguardo per capire che quei due avevano finalmente fatto un passo in avanti. E non poteva essere più orgogliosa di loro e della facilità con cui Armin era riuscito a fare breccia nel cuore di Eren e di come lui si era lasciato ammorbidire.
Ovviamente non disse nulla, avrebbe aspettato pazientemente il giorno in cui sarebbe stato il figlio a parlargliene, cosa che successe prima di quanto si sarebbe mai aspettata.
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Leggimi una storia
FanfictionEren va al liceo, gli unici suoi interessi sono le serie TV, i videogiochi e gli amici. Non ha mai pensato all'amore, nè tantomeno ai libri. Fino a che non incontra Armin, il nipote del libraio, che sarà capace di affascinarlo con la sua dolcezza e...