- Sei stato grande, Armin! Quell'imbecille se n'è andato con la coda tra le gambe - fece Eren, prendendo il biondo per le spalle e guardandolo dritto negli occhi con un'espressione esaltata in volto: i suoi occhi erano lucidi e le labbra aperte in un sorriso tremavano impercettibilmente.
- Spero abbia capito una volta per tutte che non voglio più vederlo -
- Se dovesse tornare gli farò assaggiare di nuovo uno dei miei pugni di ferro - Eren strinse una mano a pugno, ma subito dovette riaprirla a causa del dolore per la botta ancora fresca.
Armin si mise a ridere: - Bravo Hulk, adesso vieni a mettere il tuo pugno di ferro sotto l'acqua fredda, che ti sei pure fatto male! -
Eren non si risentì per il soprannome, anzi sorrise pensando alla complicità sempre più grande che aveva instaurato con Armin e a quanto la piccola avventura con Reiner li avrebbe legati ancora di più da quel momento in poi.
Lo raggiunse sul retro, dove c'era il bagno, e fece scorrere l'acqua gelata sulle nocche, nel tentativo di trovare un po' di sollievo ed evitare un livido il giorno successivo.
Durante l'operazione entrambi rimasero in silenzio, ancora un po' scossi a causa dell'accaduto, con il timore che il ragazzo potesse tornare a tormentarli, magari aiutato da altre persone.Armin, però, stava anche riflettendo su come Eren si fosse battuto in sua difesa senza esitare, soltanto per proteggerlo. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lui, per di più rischiando di essere preso a pugni a propria volta.
Assorto nei propri pensieri, incrociò le braccia sul petto e prese a guardarlo, con un sorrisetto storto sulle labbra.- Che c'è? - gli chiese Eren, che si era accorto di essere osservato e si era voltato in direzione di Armin.
- Niente - rispose lui, senza riuscire a smettere di sorridere.
- Adesso me lo dici, o ti togli quel ghigno scemo dalla faccia! - Eren chiuse il rubinetto e prese l'asciugamani che intanto Armin gli stava porgendo.
- Niente, davvero! Voglio solo ringraziarti... di nuovo -
- Non c'è di che! Un giorno saprai come ricambiare il favore - rispose Eren strizzandogli l'occhio.
- In realtà non lo so - Armin fece un passo verso il lavandino.
- Cosa non sai? -
- Come ricambiare il favore - la voce di Armin uscì bassa, quasi un sussurro.
A entrambi venne in mente almeno una decina di modi in cui avrebbe potuto farlo e in nessuno di questi erano previsti regali o beni materiali.
Armin si era spostato ormai di fronte a Eren, a debita distanza ma con gli occhi incatenati nei suoi, abbastanza da sentirlo deglutire nel silenzio che regnava in quella stanzetta."È inutile che continui a star dietro a Jaeger. Non lo sai che sta con Ackermann ora?"
Incontrare di nuovo Reiner aveva riportato a galla, improvvise come fulmini a ciel sereno, le parole che lo stesso Reiner gli aveva rivolto il giorno in cui era stato lui a beccarsi un pugno in faccia. Lo stesso pugno che ora l'aveva colpito in pieno petto, ricordandogli una verità che non avrebbe più potuto negare a sé stesso: Eren era di Mikasa.
Per quanto facesse fatica ad accettarlo, per quanto Eren non gliene avesse mai parlato di persona, le prove erano state molteplici.
Dal bacio, alle parole di Reiner, al fatto che la ragazza avesse continuato ad accompagnarli in biblioteca il più delle volte, rimanendo una figura silenziosa ma costante.- Dovremmo... andare di là, Eren - gli disse spezzando quel silenzio carico di aspettativa.
- Oh - Eren scrollò di poco la testa, come per risvegliarsi da un sogno a occhi aperti.
- Sì, giusto. Andiamo -
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Leggimi una storia
FanfictionEren va al liceo, gli unici suoi interessi sono le serie TV, i videogiochi e gli amici. Non ha mai pensato all'amore, nè tantomeno ai libri. Fino a che non incontra Armin, il nipote del libraio, che sarà capace di affascinarlo con la sua dolcezza e...