Corsa in spiaggia

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Dopo cena le ragazze in camera continuarono le loro chiacchiere sentimentali fino a tarda sera per poi addormentarsi tutte insieme, tutte tranne Akane che non riuscendo a prendere sonno decise di andare di nuovo a fare una corsetta, ma uscendo dall'albergo sentì una voce familiare, era Ranma che discuteva con Eichi.

«Come ti ho già detto oggi non sono affari tuoi» «Beh sto solo dicendo che se tu non hai intenzioni serie, io potrei essere intenzionato» «Oh sentiamo e a cosa eri intenzionato?» rispose sempre più seccato dalla conversazione «Akane è una ragazza splendida, oltre ad essere molto bella ha un carattere dolce, è simpatica e non è giusto che perda tempo con uno come te che la tratta male» «Ti ripeto che non sai quello che dici e dovresti farti gli affari tuoi, Akane è la mia fidanzata e non sarà uno come te a portarmela via» «Non vedo nessun anello al dito e a meno che non sia lei a rifiutarmi non vedo motivo per cui debba rendere conto a te, non mi fai paura» Akane osservava preoccupata la scena, generalmente Ranma rivendicava solo in casi estremi il suo ruolo di fidanzato e generalmente implicava una scazzottata con qualcuno, ma Eichi non era un combattente e Ranma non era capace di ribattere quando la conversazione andava sul personale.

Decise che era il momento di intervenire senza dare nell'occhio, chiuse rumorosamente il cancello e camminò pesantemente sul brecciolino per poi fare un paio di esercizi di stretching, prima di iniziare a correre, i due la notarono e subito smisero di discutere, Eichi rientrò in camera e Ranma lasciò perdere pensando che non ne valesse la pena, anche perché ormai era interessato a capire dove andasse Akane.

«Avverto la tua presenza, inutile che ti nascondi» «Cosa ci fai a quest'ora in pantaloncini e canotta qui fuori?» «Non mi sono portata una tenuta per andare a correre così ho messo quello che avevo, perché? Cosa ho che non va?» «Non hai niente che non va ... solo che è tardi, è molto buio» «Ciao Ranma» e ridacchiando iniziò a correre diretta verso la spiaggia aumentando sempre di più il ritmo per scaricare l'adrenalina «Per quanto hai intenzione di andare avanti, si può sapere?» «Nessuno ti ha chiesto di seguirmi» «Io sono stanco, voglio dormire!» «Vai a dormire, l'albergo è da quella parte» rise indicando la costruzione alle loro spalle «Allora ti sfido, se ti prendo la finiamo qui e rientriamo» «Come vuoi Saotome, ma lo sai che nella corsa sono più veloce io» «Questo è tutto da vedere, lo sai che non mi piace perdere» i due presero a correre ancora più velocemente al buio della notte, illuminati solo dalla luna.

«A quanto pare uno dei due ha mangiato troppo a cena ed è appesantito eh!» «Ti sto solo dando un po' di vantaggio, così la vittoria sarà più divertente!» ridendo continuarono la loro sfida fino a quando Akane inciampò sulla punta di uno scoglio sporgente e cadde, Ranma si lanciò su di lei gridando «Presa!» «Si ma non vale, sono caduta!» la ragazza si girò sul fianco e si ritrovò stesa tra le braccia di lui, di nuovo vicini, troppo vicini, diventarono paonazzi, soli in spiaggia, illuminati solo dalla luna e con il rumore delle onde al loro fianco, si guardavano imbarazzati «Io non- non volevo scusa» si sedette in ginocchio dando spazio ad Akane per alzarsi, la ragazza cercava di calmare i propri battiti, come al solito Ranma era troppo timido per cogliere l'occasione di darle un bacio, si sedette di fronte a lui e rossa in volto ma intenzionata a non perdere il momento, si avvicinò e tirò delicatamente il codino di lui che guardava in cielo pur di non farsi vedere imbarazzato «Ranma ... » «Non pensare male, non è come sembra, io non volevo, cioè non ci sarebbe niente di male penso, ma non-» si interruppe perché non sapeva più come continuare il suo fiume di scuse, Akane lo guardava con una strana espressione, non sembrava arrabbiata, sembrava in attesa, possibile che lei volesse, allora si sporse in avanti ma non sapeva dove mettere le mani lasciandole per il momento a debita distanza ma attorno a lei, come se volesse abbracciarla ma senza toccarla, Akane guardò la posizione di lui e sorrise, era inguaribile, magari si sarebbe rilassato prima o poi. Decise di avvicinarsi ancora un po', dal momento che lui era così in imbarazzo da sembrare una statua di sale, lei avrebbe dovuto aiutarlo in qualche maniera. «Ranma» lo chiamò sottovoce dopo aver appoggiato la sua testa sul petto di lui per poi guardarlo in volto, a quel punto Ranma decise di abbracciarla, un po' meccanico e rigido riuscì comunque a stringerla in un abbraccio per poi allentare la tensione. Aveva più volte immaginato di baciare Akane e nei suoi pensieri era sempre lui a prendere l'iniziativa, in maniera disinvolta come se fosse normale farlo dal momento che erano fidanzati ormai da anni, nella realtà ci aveva provato solamente un paio di volte con scarsi risultati dal momento che venivano sempre interrotti da qualcuno della loro famiglia.

Però finalmente erano li, soli, abbracciati, abbastanza rilassati poiché quella era la parte più semplice, Akane era stata molte volte tra le braccia di lui, sin dall'inizio si era abituata ad essere trascinata via in braccio e aveva la sensazione che il suo petto fosse stato fatto apposta per ospitarla, lo trovava così confortevole, l'odore di Ranma l'avrebbe riconosciuto ovunque.

Ora era lui a guardarla con una strana espressione, un' espressione che conosceva benissimo, ogni volta che era arrivato sul punto di decidere di baciarla aveva visto quello sguardo, concentrato ed imbarazzato, così decise di chiudere gli occhi e di attendere, lui che generalmente avrebbe ricontrollato di essere realmente soli questa volta non lo fece, questa volta sentì che era la volta giusta, così si avvicinò lentamente alle labbra di lei e poggiò le sue, delicatamente, rimasero così quello che dovette sembrarle un'eternità, poi si separarono lentamente «Direi che per questa volta posso dartela vinta, forse è il caso di tornare a dormire» «Ehm non ho più così tanto sonno, poi sai i ragazzi russano ... ti va di restare anche un po' con me?» avanzò prendendole la mano «Suppongo che possa andare bene» così passarono quello che ormai restava della notte stesi sulla spiaggia ad ammirare la luna e le stelle, fino a quando non si addormentarono vicini. 

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