La Camera Dei Balocchi

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"Sali in casa e porta su la spesa, mettila a posto. Vedi di non fare casini." esordì con tono asciutto porgendo alla ragazzina il sacco della spesa e le chiavi.

"Si mamma." Dorothy prese il sacchetto con mani insicure facendo cadere sul sedile dei peperoni dal sacchetto.

"Svegliati! Ti ho appena detto di non fare casini! Muoviti che non posso fermarmi qui" le intimó la donna spazientita riferendosi alle macchine che attendevano incollonnate dietro.

La piccola afferó con più decisione il sacchetto e sussurró un 'scusa mamma' per poi correre nell'androne del palazzo.

Dentro atrio lasciò andare le lacrime che aveva tenuto dentro tutto il pomeriggio.

Pensò a quanto sua madre dovesse detestarla per quanto fosse deludente e si sentì morire dentro.

Pensò a quanto deve averla trovata patetica mentre ballava, e immediatamente le venne in mente la ragazza così gentile con lei, Ginevra.

'La mia nuova amica' pensò tra se felice.. Poi pensò ai bulli a scuola e che nessuno voleva essere suo amico, così immaginó solo che la ragazza le avesse detto di essere sua amica solo per gentilezza, ma che non ne avesse avuto davvero l'intenzione.

Triste e scoraggiata arrancó verso il portone di casa, aprendosi a fatica la porta, essendo un po imbranata con le chiavi.

Si vergognó di essere così incapace con qualsiasi cosa avesse a che fare.

Cercó di trattenere nuovamente le lacrime.

Entró nella cucina buia, dove accese la luce immediatamente. Il buio le faceva terribilmente paura.

Cercó di sistemare al meglio in frigo il cibo, sperando che la mamma non la sgridasse.

Stanca per quella giornata carica di emozioni trovò conforto nel suo lettone tutto rosa e merletti bianchi con i cuscinoni di Hello Kitty in camera sua; tutta rosa e Kawaii, con stelline, farfalline ovunque.

Ogni oggetto e mobile era bianco o lilla o rosa di ogni tonalità e sfumatura.

Quella camera sembrava un enorme marshmallow.

Piena di pupazzi, vecchi giocattoli, cose carine e magiche che la facevano sentire al sicuro, nel suo nido rosa pastello.

Nella sua 'camera dei balocchi' come lei stessa aveva soprannominato.

Iniziò a fantasticare sul suo amore ideale che un giorno l'avrebbe portata via, amandola per sempre.

Immaginó un castello, un principe e un unicorno, che l'avrebbero portata in salvo da tutta la sua tristezza.

Venne interrotta dal battere alla porta di sua madre.

"Dorothy vienimi ad aiutare a preparare cena."

Dorothy si alzò di scatto provocandosi un giramento di testa.

"S-si mamma, subito" squittì.

Si alzó andando incontro alla madre.

"Allora, com'è andata oggi a scuola?" chiese distrattamente la madre alla figlia, mentre pelavano le patate insieme sul tavolo da lavoro.

"B-Bene credo" sussurró titubante Dorothy.

Non era vero. Non andava bene.

Quel giorno le sue compagne l'avevano derisa per l'ennesima volta per il suo modo di vestirsi.

Le avevano detto "Bambinetta, guarda che non siamo più alle elementari! Sfigata.. Ti veste ancora la mamma?" e se l'erano ridacchiata tutte insieme, portandola a nascondersi nei bagni per piangere.

"Quante volte ti devo dire che devi parlare ad un tono di voce udibile? Poi ovvio che la gente non ti ascolta! Sbiascichi sempre le parole!" tuonó la madre.

"S-scusa mamma.

S-si.. Dicevo che è andato.. Tutto bene ecco, tutto normale.. Scusa mamma" imploró la bambina.

"Passami il pelapatate" chiese la donna fredda senza nemmeno guardarla negli occhi.

"Non mi sembravi convinta oggi a danza.. Se non vedo miglioramenti non ha senso che tu vada se lo fai così senza impegno"

Dorothy fremette per il turbamento.

Danza era uno dei suoi interessi, le piaceva davvero tanto e inoltre l'idea di andarsene ora che aveva trovato una 'forse' amica le spezzó il cuore.

"N-no.. M-mi sto impegnando mamma.. Farò di meglio lo prometto, ho una nuova amica grande, e mi sta aiutando.. Lei è già brava, mi aiuterà... Dice che sto andando bene e imparerò..

Ti prometto mamma che migliorerò.. Vorrei continuare..se posso.." chiese intimorita con gli occhi abbassati per la paura di incontrare lo sguardo severo della madre, attendendo il verdetto.

" Uhm.. Vedremo. " Fu tutto quello che la donna si limitò a dire.

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