Purezza Squarciata

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Trigger warning! 

Questo capitolo contiene una scena di stupro e mentalmente disturbante. 

Se avete passato situazioni simili con il/la vostr* ragazz* allontanatevi subito da lui/lei perché non farà altro che farvi stare male ed è estremamente pericolos*! 

                 

Una spiacevole e dolorosa sensazione le stringeva il ventre fino a protrarsi sotto, dal pube ad entrambi i suoi orifizi. 

A ripensare a tutto si sentiva morire dalla vergogna per se stessa. Per quello che gli aveva permesso di fare, senza il suo permesso. Senza che fosse totalmente a suo agio con quella sensazione. 

Assorta nella pesantezza dei suoi pensieri, non si stava accorgendo che si era quasi strappata via un lembo di pelle dal pollice, a furia di scavare con l'unghia dell'indice nella carne, guidata dall'ansia. 

Davanti a lei il libro di storia aperto, pronta per la lezione che iniziasse. 

La sua mente però assente.

Seminuda Ginevra, sotto di lui, cercava di rilassare i muscoli invece di contrarli, atteggiamento che per il proprio corpo risultava naturale. 

Lui si stava masturbando sopra di lei pronto per entrare. 

"Ti prego fai piano...ho paura.." si sentì ripetere nel suo ricordo, con un filo di voce inquieta. 

Il ragazzo, sembrava troppo preso dal momento per ascoltarla. 

La penetró con prepotenza. Senza la minima delicatezza, senza dolcezza. 

Con macchinosa aggressività. 

Così, come se l'atto in se fosse arrivare ad un punto e non godersi il processo insieme. 

Si sentì strappare un lamento di dolore acuto, come un guaito di un cane dolorante. 

Bruciava. Bruciava da dare le contrazioni. 

Si sentiva squarciata. Rubata della propria verginità. 

Non che fosse contraria ad averla con lui. Stavano insieme. Voleva. Ma non pensava sarebbe stato in quel modo. Non avrebbe voluto andasse in quel modo. 

Si sarebbe aspettata qualcos'altro dalla sua prima volta. 

Era già spaventata in partenza, a sentire l'esperienza di altre ragazze, all'idea che potesse essere doloroso la prima volta, o le prime volte, a seconda della vagina. 

Ma il dolore che stava provando persisteva. E pareva innaturale. Erano fitte come aghi arroventati conficcati al suo interno. 

Le scesero le lacrime. 

"Ahia.. Mi. Stai.. Mi stai facendo male Doris.. Ti prego fai piano". 

Ma lui non sembrava rallentare. Non pareva minimamente interessarsi a come stesse lei, ad ascoltare la comunicazione del suo corpo in preda al tremore. 

Era completamente concentrato su se stesso, al suo piacere espresso in un grugnito di goduria. 

Quando ebbe finito la girò mettendola a quattro zampe, come un animale ammaestrato e riprodusse la stessa scena. 

Senza esitazioni, senza tatto e senza dolcezza. 

Macchinosamente brutale. 

"Voglio farlo anale" disse lui arrapato. 

"Doris io ho paura.. Non so se mi va.." 

Si sentì invisibile. Una voce spenta. 

Non l'ascoltó. Di nuovo. 

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