Capitolo 2

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Alice's POV

"Siamo di nuovo senza caffè!" urlai nella speranza che la mia voce potesse raggiungere Clara che, come ogni sera alle 19.00, si era chiusa in camera per la videochiamata di routine col suo ragazzo. Col barattolo vuoto ancora in mano mi diressi verso lei. La porta della stanza era socchiusa e da un piccolo spiraglio potevo scorgere la sua figura. Mi fermai un attimo a guardarla, non so perché. Era così bella e...radiosa. A quell'ora lo era sempre. Luca, il suo ragazzo riusciva davvero a metterla di buon umore! Dalla mia stanza la sentivo spesso ridacchiare ed alcuni dei suoi "ti amo", a volte, raggiungevano anche me. Mi scaldava il cuore vederla così. Alle 18.00 scappava in bagno e si chiudeva lì per almeno trenta minuti. Diceva che non poteva mica far scappare il suo uomo a gambe levate! Nel frattempo, io stavo lì, seduta al tavolo della cucina, a bere caffè e a lamentarmi del fatto che lo avremmo presto finito. Lei però non mi ascoltava...a quell'ora non mi ascoltava mai. Dopo quella che per gli esseri umani sarebbe stata un'eternità usciva dal bagno e tra una giravolta e l'altra domandava "Come sto?"

"Potrebbe non riconoscerti..." rispondevo saccente io. In realtà penso che la mia risposta non le interessasse poi particolarmente. In fondo erano quasi le 19.00! Non ero gelosa di lei, adoravo Clara e quel suo piccolo rituale. Io non avevo mai avuto niente di simile e curiosa la studiavo. Non si era neanche accorta della mia presenza, tanto era assorta! Così, simulando un colpo di tosse varcai la soglia, attirando la sua attenzione.

"Sua maestà, mi duole disturbarla ma il popolo reclama il pregiato caffè" dissi ridendo.

"Al popolo manca anche il pane?" si intromise Luca dall'altra parte dello schermo con tono beffardo.

"No vostra altezza, ne dispone abbondantemente" risposi tenendogli il gioco.

"Allora il popolo potrà aspettare fino alle otto e  poi sarò io personalmente, in sella al mio destriero, a partire alla ricerca della moka perduta" concluse Clara guardandomi con dolcezza. Le feci un sorriso, salutai velocemente Luca e feci per andarmene.

Uno squillo però mi bloccò. Mi girai verso Clara che nel frattempo sembrava essersi risvegliata dal sonno profondo in cui era caduta.

"Amore?" sentii dire a Luca che intanto si era accorto del fatto che la sua ragazza avesse smesso di prestargli attenzione. Clara non gli rispose neanche e senza perder ulteriore tempo disse "E se..."

Non la lasciai finire e velocemente cacciai fuori il telefono dalla tasca del pigiama. Una notifica segnalava l'arrivo di un'e-mail.

"E' un'e-mail" dissi seria.

"Aprila subito, no?" rispose lei forse più seria di me.

Sbloccai il telefono e in pochi click iniziai a leggere il contenuto del messaggio. Era del mio capo! Rimasi impietrita per un secondo o due. Clara, che era sempre stata più ansiosa di me, mi strappò il telefono dalle mani e speranzosa cominciò a leggere ad alta voce.

"Gentile signorina Mariani, ... Oh Dio! Ha detto GENTILE!" esclamò Clara.

"Daiiii!!!" le risposi esortandola a non perder tempo. Dunque, riprese

"Gentile signorina Mariani, le comunico che visto l'impegno e la dedizione mostrato nei riguardi della posizione dal lei ricoperta, è stata promossa. Da lunedì inizierà come direttrice al settore vendite. Come previsto, si occuperà della gestione dei referenti e delle strategie di vendita. Cordiali saluti, Claudio Zelini"

Incredule iniziammo ad urlare e ad abbracciarci. Finalmente! Avrei guadagnato di più e non sarei più stata un peso per la mia famiglia. Mi ero impegnata molto e alla fine i miei sforzi erano stati ripagati! Tutta sola avrei potuto provvedere agli studi e cosa non meno importante avrei avuto qualcosa di decente da scrivere nel curriculum. Erano settimane che aspettavo questo momento e Clara ne era al corrente, ecco spiegata la sua reazione.

"Ce l'hai fatta cazzo!" disse lei euforica.

"Questa sera niente caffè, vado a prendere dello spumante!" continuò mentre goffamente tentava di infilarsi le scarpe. Pochi minuti dopo era già andata via. Iniziai a guardare fuori dalla finestra con aria sognante e soddisfatta cominciai a credere che forse il futuro aveva in serbo qualcosa di buono per me, e...

"Dunque..." Una voce maschile interruppe i miei pensieri. Cavolo, Luca! Il poveretto era rimasto in silenzio per tutto il tempo e come se non bastasse, a causa mia, la sua fidanzata l'aveva lasciato lì senza neanche salutarlo. Gli chiesi scusa e prima di chiudere gli promisi che l'avrei fatto ricontattare da Clara. Sapevo che non sarebbe stato necessario ricordarglielo. A quell'ora avrebbe già avuto i sensi di colpa!

Chiusi con calma la chiamata e mi tuffai sul letto della mia coinquilina.

Ce l'avevo fatto cazzo!

E se parlassimo del presente?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora