capitolo 6

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- Ehi smettila di calpestarmi i piedi! -
- Hai iniziato prima tu! - rispose sfacciato il biondo.
- Non l'ho fatto apposta. -
- Finitela entrambi. - Yuri cercò di frenare spazientito la nostra battaglia che proseguiva da ormai 10 minuti buoni. Eravamo tutti diretti verso il palazzetto del ghiaccio, non avevamo un minuto da perdere, il Grand Prix, se pur mancassero ancora molti mesi prima delle qualificazioni, sembrava così vicino e c'erano troppe cose da fare.
- Certo che voi due siete perfetti per stare insieme! - s'intromise Victor prendendoci entrambi a braccetto.
- Ma non scherzare! Ma chi lo sopporta uno così -
- Ma sentila! Io almeno non faccio tardi il primo giorno! -
Guardai male il ragazzo per poi mostrargli una smorfia infantile.
- Veramente anche tu sta mattina hai faticato parecchio per tirarti su dal letto... -
- Fa silenzio tu, cotoletta di maiale! -
- Ci siamo svegliati proprio male eh! - lo interruppe Victor dandogli una forte pacca sulla spalla, quasi a voler difendere il suo ragazzo dagli insulti.

Giungemmo finalmente a destinazione e, dopo aver ringraziato Yuuko per averci prestato l'intera palestra, ci mettemmo sulle panchine a lato della pista.
- Dunque... mettiamo subito le cose in chiaro. -
Dopo essermi allacciata i pattini, Victor richiamò la nostra attenzione: era fermo davanti o noi, con entrambe le braccia poggiate sui fianchi mentre ci sorrideva fiducioso.
- Stiamo per iniziare un percorso che non sarà semplice, dovrete dare il massimo di voi, fino allo sfinimento e anche di più, vi sentite in grado? -
Rispondemmo all'unisono con un "sì" secco;
- Benissimo. Io e Yuri vi seguiremo nel vostro allenamento, ma l'ottanta per cento del lavoro sarà compito vostro, dopo tutto anche noi abbiamo un oro da vincere, dico bene, Yuri? - ammiccò lui facendo scintillare l'anello che portava all'anulare.
Dopo una breve pausa, proseguì:
- Il programma corto sarà realizzato da me... -
Vidi con la coda dell'occhio Yurio, al mio fianco, alzare gli occhi al cielo e sussurrare qualcosa come "finalmente".
- ... ma prima di tutto avete bisogno di osservarvi. -
Arricciai il naso pensando all'ambiguità di quella frase, guardai il ragazzo seduto alla mia sinistra e lo trovai a guardarmi quasi schifato.
- Partiamo bene. - pensai.
- Prestate molta attenzione: inizierete entrambi uno alla volta pattinando, senza musica o con una coreografia preparata, fate vedere ciò di cui siete capaci, così facendo darete modo all'altra persona di capirvi un po' meglio e come farlo se non mostrando quello che più vi piace? - terminò il discorso con il suo solito caloroso sorriso, Yurio si alzò.
- Inizio io. -
Non ebbi nulla in contrario e lo seguii con lo sguardo avvicinarsi alla pista e varcare il cancelletto;
con movimenti lenti andò a posizionarsi al centro di questa.

Tutto taceva, poi lo schiocco delle lame dei suoi pattini scontrarsi l'una con l'altra, inarcò le spalle portando il busto in avanti e la testa all'indietro lasciando scivolare i capelli alle sue spalle.
Alzò un braccio al cielo e rividi me stessa nel suo gesto.
Prese un profondo respiro e mi sembrò di sentire i miei stessi polmoni riempirsi d'aria; prese a danzare.
Nonostante l'avessi già visto muoversi su quella lastra di ghiaccio innumerevoli volte, dal vivo era tutt'altra cosa: era delicato e preciso ma ogni suo movimento portava con sè tanta rabbia, pensavo che il ghiaccio stesso potesse spezzarsi sotto i suoi piedi e, al contempo, abbracciare la sua danza.
Il suo ballo improvvisato doveva trasmettere serenità ed eleganza, così come ogni suo salto impeccabile, ma nei suoi occhi leggevo ira ma anche tanta passione, voglia di dare di più, staccarsi dalla pista e prendere il volo.

Nei suoi occhi vedemo me, pur non avendolo mai visto così.
Eppure mi sembrava di conoscerlo già da molto tempo, eppure...

- Sei morta? -
Una voce richiamò la mia attenzione e vidi qualcuno, poggiato dall'altro lato del parapetto, schioccarmi più volte le dita davanti agli occhi; sbattei le palpebre un paio di volte prima di accorgermi che l'esibizione era terminata.
- No, sto bene. -
- Peccato. -
Sbuffai ancora scossa.
- Comunque... non è male. Bravo. -
Spostai la visuale su qualcos'altro non fosse il viso del russo ma quello mi rise in faccia.
- Non male? Ma se non hai chiuso la bocca nemmeno per un secondo, pensavo avessi addirittura smesso di respirare. -
- Non darti troppe arie! È stata una buona esibizione... - incrociai le braccia al petto e non riuscii più a dire altro.
- Sei pessima a mentire, vediamo se almeno sai stare in piedi sui pattini. - uscì dalla pista lasciandomi il posto, raggiunsi il punto d'inizio e mi lasciai andare.

《CIÒ CHE SIAMO》yuri x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora