capitolo 8

148 11 1
                                    

Giugno.
Le giornate di pioggia iniziavano a farsi sempre più frequenti ma il sole non smetteva di regalarci il suo tepore sulla pelle nelle sessioni intense di allenamento.
Mancavano poco meno di tre mesi alle selezioni per il Grand Prix e non eravamo mai stati così determinati nella nostra vita.
Non c'era giornata che non passassimo slittando sulla nostra amata lastra di ghiaccio, tra piroette e sollevamenti, ci dedicavamo alla nostra danza con maggior dedizione, di giorno in giorno.
I risultati non tardarono ad arrivare: Yurio aveva messo un po' di massa muscolare nelle braccia, tale abbastanza da potermi sollevare con facilità (mi è difficile negare in oltre che questo suo glow up è non poco gradito dai miei occhi).
Perfezionavamo ogni elemento e ne imparavamo ogni giorno di nuovi, ci eravamo predisposti di dare il massimo ma con prudenza ed eleganza, senza strafare.
La nostra intesa poi diventava sempre più forte, già a conoscenza dei nostri movimenti, era come se le nostre teste si collegassero magicamente dal momento in cui indossavamo i pattini, come se ci completassimo l'un l'altro.
E ciò avveniva, per l'appunto, solo in pista.
Se dovessi contare su una mano le volte in cui siamo stati d'accordo sullo stesso argomento, non sprecherei nemmeno il tempo ad alzare un dito.
Non ce ne sono mai state.
Nonostante la nostra turbolenta relazione, possiamo in qualche modo definirci amici?
Frequentandoci obbligatoriamente ogni giorno per almeno due mesi consecutivi ho avuto modo di scoprire molte cose di lui, tipo il suo gusto in fatto di moda.
Terrificante.
Non che io possa permettermi di presentarmi sulla passerella di qualche sfilata di alta moda, ma per dio, per me è un "no" in caps.
Inoltre, non smettiamo mai di punzecchiarci, fa parte di noi.
Se uno dei due stacca la corrente all'altro mentre questo si sta facendo una doccia lasciandolo completamente al buio e con l'acqua gelata è innegabile che il giorno dopo si reclami vendetta.
È così che prende inizio un ciclo infinito di cazzate, siamo entrambi troppo orgogliosi per smettere.
Potrebbe sembrare il nostro unico modo di trasmettere affetto reciproco?
Sì, bella battuta. Andiamo avanti.

Era finalmente giunta l'ora di imparare la tanto attesa coreografia di Victor, avevamo tutti i requisiti necessari per potercelo permettere, apprendiamo in fretta noi.
Ci venne presentata la coreografia per il programma corto, essa rispettava i criteri necessari alla qualificazione: erano presenti elementi di vario tipo, sequenze di passi, qualche trottola sincronizzata e una lunga serie di salti e sollevamenti, ma del twist lift neanche l'ombra, come da programma per l'appunto.
Restava solo da preparare la coreografia per il programma lungo, che, come dice il nome, richiedeva più tempo.

- Mantieni la posizione! -

La presa di Yurio mi dava sicurezza nel bel mezzo dell'esecuzione di una spirale.
Teneva stretta la mia mano e nonostante ciò mi sembrò di sfiorare il suolo con la testa e di essere spazzata via grazie alla veloce rotazione data dalla spinta del suo corpo, inoltre mantenere l'equilibrio sul ghiacco con una gamba sola rendeva tutto più complicato.
Ci furono poi delle trottole ad angelo sincronizzate seguite dall'ultima sequenza di passi a zig zag per terminare entrambi con la con la schiena poggiata l'uno contro l'altra e la testa buttata all'indietro a toccare le spalle dell'altro; il nostro respiro pesante seguiva un ritmo sconnesso, riuscivo a sentirlo tramite il movimento dei suoi dorsali contro il mio corpo, i suoi capelli biondi mi sfioravano la guancia destra.
Entrambi deglutimmo a fatica.

- Bravi ragazzi, però la prossima volta (T/n) la gamba nell'ultima rotazione sollevala di qualche centimetro più in alto mentre tu Yurio, nel percorso a zig zag sei troppo veloce rispetto a (T/n) e non siete a tempo! -
- Non ti credevo così puntigliosa Futaba. - dissi tra un respiro e l'altro dopo aver raggiunto il bordo della pista.
- Volete vincerla la gara oppure no? Vi faccio da allenatrice proprio perchè voglio vedervi sul podio. - fece spalluce ed incrociò le braccia al petto con espressione di sfida.
Proprio così, Futaba, la mia giovane amica di sette anni più grande aveva finalmente trovato il lavoro che stava cercando: ci seguirà nei nostri allenamenti e ci darà una mano con la programmazione della seconda coreografia essendo lei stessa un'ottima ballerina, in più, verrà ufficialmente presentata alla competizione come nostra allenatrice in sostituzione a Victor già occupato con il suo Grand Prix in coppia con Yuri.
L'idea di girare per il mondo insieme a noi l'ha portata ad accettare l'offerta ancor prima di verificare che fosse possibile.

- Da capo, un'altra volta! - propose lei con le stelle ad illuminarle gl'occhi.
- Ci sto! - rispondemmo entrambi all'unisono.
- Ricordati di tenere il tempo! -
- Tu pensa a tirare su la gamba! -
Senza perderci oltre raggiungemmo il punto di inizio e ripetemmo il programma breve da capo, ancora e ancora.

- Che fatica... penso sia uscito piuttosto bene adesso. -
- Sì... resta comunque da imparare la seconda coreografia. - poggia i gomiti sulla transenna che delimitava la pista di pattinaggio e nonostante la stanchezza avevo ancora un pensiero che continuava a ronzarmi per la testa da quando avevamo iniziato ad allenarci.
- Certo che un twist lift farebbe proprio un bell'effetto... - fu ciò che sentii borbottare da Yurio, seduto sul ghiaccio mentre sovrappensiero passava le dita sulla lama del pattino per controllare che fosse tutto apposto.
Alle sue parole sgranai gli occhi inginocchiandomi alla sua altezza.
- Stavo pensando la stessa cosa! -
Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai ad un palmo dal suo viso, i nostri nasi per poco non si sfioravano e ciò scaturì una reazione in lui che indietreggiò con violenza preso dall'imbarazzo.
- Non ti esaltare! Tua madre non vuole e con tutto il rispetto quella donna mi terrorizza. -
- E dai! Solo una prova! Se non viene la prima volta non ci pensiamo più! - strinsi le mani in segno di preghiera.
- Se dovessi farti male tua madre chi la sente? -
- Come sei ferreo... - gli diedi una leggera spinta alla spalla giusto per stuzzicarlo un po' - Quando mai ho dato ascolto alle regole di mia madre? -
La sua espressione seria mutò in un ghigno compiaciuto.
- Così mi piace. -
- Evvai! -
Ci alzammo entrambi guardandoci dritto negli occhi, nei nostri sguardi c'era pura competizione.
- Due rotazioni. -
- Tre. -
- Andata. -
Battemmo i pugni l'uno contro l'altro e ci spostammo al centro della pista per un'area di controllo maggiore.
Nonostante fossimo già a conoscenza del procedimento non avevamo mai avuto l'occasione di provare questo elemento, ma ciò non ci spaventava.
Con la determinazione alle stelle partimmo mano nella mano, io alle sue spalle; percorremmo qualche metro per poi girarci entrambi, il biondo portò successivamente le sue mani sui miei fianchi. La pressione si fece sempre più intensa e quando poggiai le mani sui suoi polsi assicurandomi che fosse pronto e come da programma diede una spinta vigorosa e i miei pattini si staccarono dal suolo.
Ciò che sentii fu il vuoto più totale e ciò mi deconcentrò parecchio, la sensazione in aspettava mi aveva completamente strappato la mente dalla realtà e mi dimenticai di darmi in tempo lo slancio necessario ad eseguire le rotazioni.
Ormai era tardi per "cercare" la spinta di cui avevo bisogno e potei fare solo una cosa:
cadere.
E fu quello che feci.
Dopo neanche mezzo giro caddi addosso a Yurio che cercò in vano di afferrarmi. Perse l'equilibrio sotto il mio peso.
Rotolammo per terra.
Avvinghiati.
Io e lui.
Da soli.
Figurai la scena dopo che la mente mi si schiarì:
sollevai il capo e trovai il suo viso poco distante, mi fissava come se avesse appena visto un fantasma.
Il mio petto era compresso contro il suo, decisi di allungare quella distanza sollevando il busto con l'aiuto delle braccia, poggiando le mani ai lati della sua testa, ora le ciocche di capelli dello chignon che portavo (ormai completamente disfatto) sfioravano appena la guancia del ragazzo poco sotto di me.
Nessuno dei due era in grado di spiccicare una parola e come ogni situazione disagiante optai per il metodo più semplice per uscirne.
Scoppiai a ridere osservando la smorfia di Yurio che di ridere non ne aveva proprio voglia.
Mi lasciai scivolare al suo fianco sdraiandomi anche io sulla lastra fredda e solo ora mi resi conto di quanto fosse stata dolorosa la caduta, il pensiero che il ragazzo al mio fianco fosse caduto rovinosamente non fece che aumentare il divertimento.
- Che cos'hai da ridere?! -
- Tu... pff... sei caduto di culo... - strinsi le ginocchia al petto cercando di soffocare le risate, i polmoni non reggevano più.
- Sì e fa male cazzo! -
- Hahahaha... basta di prego! -
Riuscii a frenarmi dopo poco tornando nel silenzio più totale.
Approfittai del momento per rilassarmi poggiando la testa al suolo e le braccia lungo i fianchi nonostante la sensazione di gelido che mi pervadeva.
- Tu che dici, forse una rotazione l'ho fatta. -
- Non ne hai fatta neanche mezza. E il lancio era troppo basso, la spinta era troppo poca, il tuo corpo non era in orizzontale, le tue braccia non erano vicino al petto. E nessuno dei due era preparato. -
- Hai altro da aggiugere? -
- Sì, che dovresti stare più attenta. -
L'ultima frase non la disse con cattiveria e a confermarlo era il suo sguardo calmo nonostante la non riuscita dell'esperienza.
Ci fissammo negli occhi per un interminabile istante, senza malizia o imbarazzo.
- Stai pensando anche tu quello che penso io vero? - chiesi speranzosa.
- Ancora una volta? -
- Ancora una volta. -


Angolo autrice:
Perdonate l'orario.
E il capitolo in ritardo.
E il fatto che sia noioso.
Perchè è così noioso ckjfkdkvol
non ricordo nemmeno ciò che ho scritto mi pare non sia successo praticamente nulla aaaaa aiuto
Anyway, il prossimo capitolo vedrà qualcosa di un po' differente dal pattinaggio, spero possa piacervi più di quanto possa farvi schifo questo :D





《CIÒ CHE SIAMO》yuri x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora