Ero scossa, ma continuavo a correre sulla strada per tornare a casa, spinta dalla voglia di tirare fuori tutto quello che da tempo nascondevo, aumentavo velocità ad ogni passo.
Giunsi in pochi minuti davanti al ristorante, completamente senza fiato; il sole, tramontato già da un pezzo, lasciava spazio a delle nuvole di un lilla intenso e a quella gelida brezza serale di marzo.
Feci capolino nel locale dall'entrata principale e lo ritrovai rigorosamente vuoto.
Dopo aver ripreso fiato mi guardai intorno con aria di sfida cercando la padrona del posto, la regina della casa, come a volerla intimidire con lo sguardo e obbligarla ad ascoltarmi, più determinata che mai; con mia sorpresa però tutto taceva, né un rumore e nemmeno nessun odore proveniente dalla cucina. Iniziai ad incamminarmi per la stanza cercando qualche forma di movimento, superato il bancone ed arrivata alla cucina, buttai un occhio al suo interno ma come previsto non c'era nessuno. Salii le scale con i gradini scricchiolanti in legno ed osservai il corridoio buio estendersi alla fine di questi, solo la luce della mia camera era accesa ma dal suo interno non proveniva nessun rumore; mi apprestai ad avvicinarmi, scrutai al suo interno sporgendomi a lato dell'entrata e trovai mia madre poggiata al davanzale della finestra, potevo riconoscerne solo le spalle e la lunga coda bassa di capelli ramati.
- Sei stata veloce, ti ho vista passare sul ponte poco fa. - disse con tono serio continuando ad osservare la struttura sopracitata poco distante dalla nostra abitazione.
Colta un po' alla sprovvista entrai nella stanza, le gambe mi tremavano così come le mani, sia per la fatica forse?
- Eeh... io... -
La donna si girò con eleganza (eleganza conservata nonostante la sua condizione) e mi osservò con la tranquillità di un viso comunque marcato dalle sopracciglia aggrottate.
- Devo parlarti. - aggiunse in fine andandosi a sedere sul mio letto con l'aiuto del suo bastone.
Tutta la determinazione sembrava essersi dispersa chissà dove e non potei fare altro che replicare il suo gesto.
- Ho parlato con tua nonna e mi ha raccontato tutto. Per anni hai continuato a frequentare il palazzetto pur sapendo cosa ne pensassi a riguardo. - il suo tono era severo ma non sembrava arrabbiata.
- Sei finita pure per incontrare una leggenda come il signor Nikiforov, mostrarmi in questo stato è stato vergognoso, siamo venute qui per ricominciare da capo e da un giorno all'altro ritrovo il mio passato ripresentarsi ai miei occhi. Per quanto mi riguarda la proposta che ti è stata fatta è inaccettabile, una pura follia. -
Ero sul punto di replicare con prepotenza ma lei mi precedette.
- Però... -
Persi un battito e sgranai gli occhi incredula osservandola silenziosamente con la bocca socchiusa.
- Però lui ti ha vista sulla pista. Ti ha vista e, per quanto possa infastidirmi l'idea di vederti correre su quella lastra di ghiaccio imprevedibile, Victor ti ha trovata sublime, parlava di te con le stelle negli'occhi, la sua non era più una proposta, era diventata una supplica. -
Ascoltavo stupita le parole uscire dalla sua bocca farsi sempre più ricolme di speranza.
- Tu hai bisogno di pattinare, non è così? -
Risposi con il "sì" più solenne della mia vita aspettandomi una sua reazione. Era intimorita, per la prima volta nel suo sguardo leggevo paura, paura per me. Sospirò sconfitta.
- Posso darti una possibilità. Parteciperai alle selezioni di ottobre e se dovessi passare... potrai prendere parte al Grand Prix. -
- Dici sul serio...? - chiesi con voce tremolante. Lei rispose con un sospiro e io mi drizzai in piedi euforica come mai.
- Però se dovesse succedere qualcosa non esiterò un secondo a riportarti a casa! -
- Non succederà! -
- Non voglio acrobazie impossibili. -
- Non ce ne saranno! -
- Niente, e sottolineo niente *twist lifts, ci siamo intesi?
Annuii e osservai la donna guardarmi dritta negli occhi ma era come se mi passasse attraverso, ero sicura stesse ripensando a quell'elemento che tre anni prima le distrusse la carriera, non voleva vedermi fare il suo stesso errore. - Concentratevi sul ballo e sull'intesa di entrambi, quel Plisetsky non mi da una bella impressione eppure ti somiglia... siate prudenti e... date il massimo. -
Nonostante il paragone di mia madre che non mi parve proprio un complimento, non feci a meno di sorridere e di abbracciarla, lei fece lo stesso e dopo tanto tempo sentivo che qualcosa tra noi due si era ricongiunto, pur non essendo stata in grado di parlare e di dirle ciò che pensavo lei aveva fatto uno sforzo e mi era venuta in contro, mi stava dando la tanto attesa fiducia.
- Ho già informato Victor della questione, presto ci dirà quando inizieranno le prove. -
- Mh. - Mugugnai contenta con il viso sprofondato nel petto di mia madre, ella poi portò una mano sulla mia testa, sentii il calore del suo palmo accarezzarmi dolcemente.
- Stai crescendo. - sussurrò con un tono malinconico e sorrisi più di prima.Quella sera non riuscii a prendere sonno, guardavo fisso il soffitto buio della mia camera pensando al cambiamento drastico che la mia vita avrebbe subito di lì a poco.
Tra tutti quei meravigliosi pensieri per la mia testa ne si palesò uno in particolare e il mio sorriso che pareva una paralisi mutò in una smorfia poco convinta.
- È proprio quando inizi a pensare che i problemi siano finiti che ne compare uno nuovo. E io che pensavo stesse andando tutto alla meraviglia... e invece realizzo che al Grand Prix non sarò sola... -
Sospirai e fu così che chiusi gli occhi, pensando a quanto tempo avrei passato in compagnia di Yuri.Correvo sul ghiaccio.
Le mie braccia erano come ali piumate di candido cotone.
A piedi nudi, concentrata come mai.
(T/n).
Una voce in lontananza chiamava il mio nome e a poco a poco perdevo velocità, il mio ballo diveniva sempre più impreciso.
(T/n)!
La lastra fredda iniziò a sussultare
Iniziai a slittare e persi il controllo dei miei movimenti.
Il pavimento insisteva a battermi sotto i piedi e quella voce continuava a chiamarmi.
(T/n)!Ebbi un sussulto e mi sedetti di scatto scostando le coperte morbide del mio letto. Un raggio di sole del primo mattino raggiunse i miei occhi obbligandomi a socchiuderli per non restarne abbagliata.
- Aahh! - mi portai una mano alla tempia avvertendo una forte fitta alla testa;
- devo essermi alzata troppo velocemente. -
Sussultai nuovamente nel sentire dei colpi alla porta della mia camera da letto.
- (T/n)! (T/n)! - ripeteva la voce al di là di quella.
Qualcuno bussava ripetutamente e senza intervalli alla mia porta e dai rumori che era possibile udire riconobbi due voci.
- Starà ancora dormendo forse...? -
- Nah fidati! Adesso si sveglia... (T/n)! -
- Ma che rumore che fate! - mi affrettai a rispondere io stropicciandomi flemma gli occhi.
- Victor... sei tu? -
- È sveglia! -
- Ma c'è anche Yuri... ma che ci fate qui a quest'ora...? - chiesi con la voce ancora impastata dal sonno, ma non ricevetti risposta, solo un tenue bisbigliare soffocato.
- Ragazzi? - domandai tra uno spadiglio e l'altro.
- Giuro che adesso sfondo la porta. - un'ulteriore voce si aggiunse alle precedenti, riconoscibile come poche.
- Fermo Yurio, non ce n'è mica biso|-
La voce pacata di Victor si interruppe di colpo sostituita dal tonfo prepotente della porta spalancarsi con forza.
Socchiusi gli occhi per mettere a fuoco la figura che mi si parava davanti pochi metri distante, giusto il tempo per riconoscere un tipico esemplare di biondo infuriato scagliarmi un cuscino in pieno volto e a velocità disumana.
- Vedi di alzare il culo da quel letto e di venire ad allenarti! -
Il cuscino mi cadde dal viso mostrando la mia espressione sorpresa mista all'imbarazzo del momento: mi trovavo di fronte a tre persone, non solo non miei parenti, ma persino conosciute da poco, appena sveglia, con la faccia assonnata ed un pigiama che lasciava molto a desiderare.
Fu un attimo e la mia mano raggiunse il primo oggetto a portata di mano (l'orologio sul comodino a fianco al letto) e lo lanciai con furore in direzione della porta come a restituire "l'attacco" di prima.
- Uscite dalla mia camera! -
Seguirono a ruota altri oggetti trovati per caso scagliati allo stesso modo dell'orologio contro gli intrusi per farli indietreggiare mentre mi apprestavo ad avvicinarmi scaltra all'entrata e spingendo fuori i ragazzi.
Chiusi la porta di scatto poggiandomi di spalle a questa e premendo con entrambe le braccia per tenerla bloccata.
L'intera azione venne svolta con il mio viso più rosso di un peperone a luglio.
Presi fiato cercando di prendere coscienza di cosa era appena accaduto, in sottofondo potevo ancora udire le voci agitate dei due adulti.
- E muoviti! - urlò ancora una volta Yurio, fu come averlo alle mie spalle, persi un timpano sentendolo gridare da dietro la porta.
Accertata di essere "sola", scivolai lentamente fino a raggiungere il pavimento, mi misi una mano nei capelli pensando a
quante situazioni simili mi sarebbero ricapitate con tutto il tempo che avrei passato in loro compagnia, questo era solo l'inizio.- In cosa mi sono cacciata? -
Angolo autrice:
Letteralmente non io che mi ricordo dopo tanto tempo che sto scrivendo una ff.
Perdonatemi tantissimo, nel caso non ve l'avessi già detto ho una memoria da pesce rosso, non so se avete presente quando vedete un mucchio di pesciolini sguazzare da tutte le parti come se ogni 7 secondi si dimenticassero dov'è che stavano andando? Ecco, quella sono io. Può darsi che io mi sia scordata di voi... 👉👈
facciamo che non è successo nulla dai, vi lascio questo capitolino nè troppo lungo nè troppo corto, con un pizzico di comicità, spero vi sia piaciuto, alla prossima (magari non tra 20 giorni eh...).*Twist lifts: salti lanciati in cui il partner esegue delle rotazioni in aria.
La difficoltà varia in base al tipo di rotazione
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《CIÒ CHE SIAMO》yuri x reader
Fanficokay, capiamoci: È tipo la prima ff che scrivo e vagando per il wEbBo, sul nostro Yurio, ne ho trovato troppo TROPPO poche, volevo aggiungerne una anche io :D e dunque eccola qui, spero vi possa piacere e spero anche di poterla portare avanti con mo...