cap. 7- maybe also a killer can love.

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La mattina dopo mi sveglio, sentendo la fragranza di croissant appena sfornati che riempiva la mia stanza.

Apro gli occhi lentamente e la colazione era lì accanto al mio letto, sul comodino.

"Ho pensato di portarti una tazza di caffé e una brioches alla crema..."

Sussurra timidamente Jeff.

Ieri sera l'abbraccio e stamattina la colazione a letto.

"Grazie mille" sorrido, nemmeno le domestiche che lavorano a casa mia lo hanno mai fatto in 15 fottutissimi anni che esisto.

Lui esce dalla camera chiudendo la porta.

Sto attenta a non macchiarmi bevendo il caffé, qualche sorso e do un morso alla pasta morbida e zuccherata della brioches, un ondata di crema pasticcera esce da quel dolce afrodisiaco, é il miglior croissant che io abbia mai mangiato.

Appena finisco mi raccolgo i capelli e riporto in cucina il vassoio con la tazza ed il tovagliolo.

Inutile dire che non appena raggiungo il salotto Jeff era davanti alla tv guardando i Looney Toons.

Appena mi vede spegne il televisore "Mi porti in città? Ma non la piccola cittadina qui vicina, io voglio visitare il centro di Londra." lo avrei accontentato volentieri se solo sapessi come arrivarci, ma non voglio deluderlo.

"Ma é lontano da qui come pensi di andarci?"

"Potremmo prendere l'autobus, arrivare fino a Greenwich e da lì arrivare a Londra con la metro."

"Va bene, peró dovrai cambiarti per non farti notare."

"Cambiarmi? E con cosa? Ho solo questi vestiti."

"Ci penso io." lo rassicuro facendogli l'occhiolino.

Prendo un mio felpone e un paio di pantaloni larghi militari presi nel reparto di vestiario da uomo.

Come scarpe, gli permetto di tenersi le sue converse e gli faccio coprire la bocca con una sciarpa.

Ora sembra un metallaro coi fiocchi, nessuno lo noterà.

Passiamo tutto il giorno in giro per la città.

Visitiamo la Torre di Londra, facciamo un po' di shopping a Candemn Town e ci godiamo la vista mozzafiato delle luci della città di sera dal London Eye.

Ridiamo, scherziamo e io mi diverto come non facevo da tanto tempo.

"Cazzo sta per piovere!" appena finisce di pronunciare queste parole comincia a scendere una leggera pioggerellina che in breve tempo si trasforma in un acquazzone.

Troviamo riparo nella hall di un hotel.

"Che facciamo ora? Non possiamo tornare a casa con questa pioggia e senza ombrello!" esclama

"Potremmo rimanere qui stanotte... ho ancora dei soldi, basta solo che avvisiamo gli altri..." così fradici ed infreddoliti saliamo verso la nostra stanza, la 307, dalla quale telefoniamo a Clockwork.

Esausti, andiamo a dormire.

Avremmo dovuto condividere lo stesso letto, ormai non vedo più Jeff come una minaccia, quindi rimango tranquilla.

Mi levo le scarpe e mi infilo sotto le coperte.

Lui si distende accanto a me, ci fissiamo per qualche secondo. Quei suoi bellissimi occhi color ghiaccio, freddi ma intensi, pieni di emozioni.

Poi piazza le sue labbra sulle mie e mi sussurra "Perdonami per ció che ti ho fatto io...io non sapevo come esprimermi, ho tentato in mille modi di parlarti ma non ce l'ho fatta, io non ce l'ho fatta a farti capire cosa provo per te, son riuscito solo a mostrarmi come un mostro ai tuoi occhi. Perdonami."

Gli schiocco un bacio a stampo su quella bocca rovinata e rannicchiandomi tra le sue braccia rispondo "Forse anche un killer puó amare."

Amethyst eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora