CAPITOLO 10

145 7 6
                                    

Le giornate trascorsero molto lentamente, mi sentivo come una zattera in mezzo ad una corrente,  come se mi trascinassi più per inerzia che per volontà, dopo quel momento di tenerezza, mostrato mentre "dormivo" , Noah non si era più avvicinato a me, avrei dovuto considerarlo come un qualcosa di positivo, ma inevitabilmente ne percepivo la mancanza. Erano passati due giorni dalla promessa silenziosa di Noah,  ma ancora non avevo avuto l'  occasione per leggere il libro senza essere sentita da lui, questa è la caratteristica scomoda della magia: chiunque ne sia in possesso, infatti, è in grado di percepirla, tuttavia non potevo aspettare oltre, ormai mancava poco più di una settimana al rituale e non avrei potuto fare qualcosa contro il tempo, che mai come ora mi appariva nemico, ostile; ma dovevo capirci di più in quella storia. Mi alzai dal letto ignorando il fastidioso dolore alla gamba che però era diventato più sopportabile e mi diressi in bagno: avevo bisogno di una doccia calda per sciogliere la tensione accumulata. A contatto con l'acqua bollente i miei sensi divennero più acuti e quando mi trovai ad un passo dallo sciogliermi decisi che era arrivato il momento di uscire da li, avvolsi il mio corpo in un lungo asciugamano morbido e andai verso lo specchio, pulii quest'ultimo con un panno per togliere il vapore e iniziai ad asciugarmi i capelli. Quando mi guardai non ero sicura di poter rispettare il motto di mia madre, in quella situazione c'era veramente poco da sorridere,  feci comunque un tentativo,  ma il gesto apparve forzato e stanco, come la ragazza nello specchio. Sembrava fossero passati anni, i miei occhi erano come spenti nessuna traccia di speranze, solo una cupa e triste rassegnazione che avevo tentanto di respingere fino all'ultimo momento continuando a nutrire speranza,la mia immagine riflessa, però,  mostrava una ragazza vuota che non provava nulla, ma forse era quella la realtà dopotutto era così che si sentiva il mio io più profondo,  spostai una ciocca di capelli e controllai la  cicatrice divenuta più chiara, ma che contributiva nel conferirmi un aspetto più maturo. Finiti di asciugare i capelli ritornai in stanza controllando l'ora e notai che erano le 9:17 curiosa come situazione visto che nove era il numero di giorni che mancava al rituale e 17 era la mia età, misi dei leggins neri per stare comoda e un maglioncino lungo bianco, raccolsi i capelli in una coda alta e scesi di sotto. Noah era comodamente seduto sul divano, quegli occhi azzurri sembravano scrutare il giornale con estremo interesse, quasi vi fosse un significato nascosto dietro ogni singola parola; spesi un pò del mio tempo ad osservarlo: in quella posizione sembrava una statua, le braccia possenti dotati di grande forza e potere erano contratte mentre le mani accarezzavano delicatamente il giornale cambiando pagina di volta in volta, il suo respiro era calmo, ma sapevo che per carattere si scaldava molto velocemente, sicuramente Noah non era un tipo paziente, visto il modo in cui non aveva esitato a baciarmi, arrossii istintivamente,  era un bel pò che non pensavo al bacio; le circostanze mi avevono condotta ad una strada così diversa dal principio che guardandolo mi venne spontaneo chiedermi se lo avesse fatto davvero,  se mi avesse baciato davvero. Probabilmente avvertendo la mia presenza Noah si girò guardandomi, -Ehi- sorrise visibilmente imbarazzato come se lo avessi visto in un momento intimo, risposi al suo saluto con un cenno della mano, non ero convinta di come dovevo comportarmi, - Hai fame ? - chiese alzandosi e  avvicinandosi troppo per i miei gusti tanto che, inconsciamente, arretrai leggermente e lui si fermò guardandomi come se fosse ferito. -Abbastanza- risposi - Ti preparo qualcosa?- rispose Noah stando però attento a non muoversi,evidentemente aveva ben colto il mio gesto, -No, continua pure a leggere io prenderò un pò di succo, grazie- Risposi sorridendo, e percependo il mio cuore che aumentava rapido i battiti. Noah mi sorrise e tornò alla sua posizione, arrivata in  cucina, fui presa da un capogiro violento che contribuì a far allentare la presa sul bicchiere colmo di succo che cadde a terra,  e consapevole di stare per finire nello stesso modo del bicchiere non mi opposi alla forza di Gravità, tuttavia riuscii a limitare i danni finendo a carponi ma tagliandomi  comunque la mano con un vetro, sentendo l'acqua scorrere compresi che Noah doveva essere sotto la doccia, aspettai un pò prima di alzarmi e pulii tutto il casino che avevo combinato, per quanto riguarda la mano misi una semplice fasciatura affinché l'emorragia si fermasse, decisi che forse era il caso di mangiare qualcosa visto l'episodio, preparai un toast al prosciutto sforzandomi di mandarlo giù era impressionante come tutto mi avesse tolto l'appetito, poco dopo Noah comparve sullo stipite con addosso solo i pantoli, mi sforzai di deglutire e guardai il toast sperando di non fare la figura dell'imbecille, Noah si avvicinò con il sorriso compiaciuto di chi sa di essere attraente e be, lui doveva esserne consapevole al 100%, il sorrisetto gli morì sulle labbra  quando notò la  fasciatura -che hai fatto Eris?- chiese prendendomi la mano fra le sue, -Nulla, mi sono togliata per sbaglio con il bicchiere- sorridi con non curanza e sfilai la mia mano dalle sue, mi stiracchiai spostandomi per cercare di allontanarmi da lui, Noah sospirò stanco - Oggi devo uscire- disse  guardandomi fisso negli occhi -Non starò via molto, un paio d'ore al massimo credo... Io e Alexander  siamo stati convocati dai sette saggi per sai cosa...- , Non terminò la frase ma ci penso la mia mente  a farlo "per vedere dove avverrà e come affrontare il rituale" era evidente che a Noah non piaceva tanto l'idea di parlarne con me, - Capito- risposi in maniera automatica, nonostante la convocazione dei re, dimistrasse che il mio giorno era più vicino, questo gicava decisamente a mio favore, avrei avuto un paio d'ore per poter controllare il libro in pace. Noah si mise la maglietta il giubbotto e uscì di casa non prima di avermi fatto giurare che non mi sarei mossa da li, quando sentii la porta chiudersi provai un enorme sollievo, andai di sopra e presi il libro, che a contatto con il mio sangue si aprì velocemente, iniziai a leggere ad alta voce cercando di tradurre il latino in maniera decente "Morti con Morti, vivi con vivi. Guai a chi osa distruggere l'equilibrio,  terribili punizioni gli verranno inflitte!  Oh re e regine il vostro sacrificio è richiesto!  il vostro sangue protegge l'umanità e nessuno può sottrarsi a questo compito, Oh regina nera, ora mi rivolgo a te, dona anima e corpo alla nobile causa non lasciarti divorare dalla vita terrena, dall egoismo e avrai la grazia divina" strabuzzai gli occhi quando mi accorsi che il libro si stava rivolgendo direttamente a me con 7 voci diverse, non ero io che leggevo, era il consiglio, compresi sorpresa ed era dentro la mia testa"  Oh Eris questo è il nome che è stato scelto per te, nome pericoloso per chi non lo sa usare, oh coraggiosa regina, è insolente da parte tua voler cambiare le regole ! Forse è possibile fare ciò che tanto desideri fare, ma non puoi risparmiare al Re nero il suo compito, da millenni è così e sarà cosi per altri millenni. Tu che osi chiedere, tu che osi trovare vie per salvare gli altri e te stessa, tu egoista sciocca regina! Accetta il destino, rispetta il fato se non vuoi finire come tua MADRE! " Le voci dentro la mia testa sparirono, a quanto pare avevo fatto arrabbiare i saggi, di solito molto più pacati. Sorrisi, sentendo forza dentro di me, io gli servivo, io ero l'unica che dopo millenni aveva cercato di capire, di trovare un' altra strada, il mio nome li spaventa, il mio nome, dalla dea della Discordia avrebbe portato scompiglio, disordine e caos. I saggi avevano rivelato più del dovuto con "forse è possibile fare ciò che tanto desideri fare" . Doveva esserci un modo per combattere Alador senza che nessuno dovesse morire, un modo per impedire ai morti di possedere i vivi o almeno un modo che non coinvolgesse Noah in tutto questo. Avevo solo nove giorni, ma avrei trovato quel modo e il Consiglio sarebbe andato all'inferno, me ne sarei assicurata io stessa di ciò da viva o da morta li avrei fatti pentire amaramente del destino che avevano riservato a mia madre. Non mi guardai allo specchio, non ce ne era bisogno, sapevo che gli occhi di quella ragazza riflessa non erano più spenti,  ma brillanti e colmi di speranza, e fu in quel momento che capii:non sarebbe stato Noah a rompere l' equilibrio, sarei stata io.

** Ciao Ragazze/i eccovi il capitolo 10 per farmi perdonare non vi ho fatto aspettare molto,  per andare avanti aspetterò i vostri commenti e pareri, un bacio♡♥**

Darkness and Light worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora