3. INCONTRO DI SGUARDI

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Vinnie imboccò la strada principale. Ancora con le braccia rilassate nella stessa posizione ma con lo sguardo concentrato sulla guida, senza cedere alle distrazioni del paesaggio intorno a noi.
Ero seduta esattamente dietro di lui, cercavo di non stendere troppo le gambe per evitare di urtare con le ginocchia lo schienale del suo, ma non era così semplice. Vinnie aveva il sedile posizionato molto indietro, tipico dei ragazzi alla guida.
Ci fermammo ad un semaforo in attesa della luce verde, quando una macchina proveniente dalla corsia opposta si arrestò per lo stesso scopo. I suoi fari puntavano esattamente verso di noi. Alzai lo sguardo e notai un bagliore provenire dallo specchietto retrovisore. La luce dei fanali accesi riflettevano le perle che Vinnie portava al collo illuminando il suo viso. 
Nonostante puntassi il mio sguardo fuori dal finestrino in qualche modo finivo sempre per cadere su di lui. Non sapevo se era il modo in cui le onde dei suoi capelli alleggerivano la forma marcata del suo viso o la loro stupefacente somiglianza con il colore ambrato degli occhi che si illuminavano alla luce, ma tutto mi tratteneva ferma a cercare di capire cosa nascondesse sotto quel corpo d’angelo.
Il contrasto sembrava essere una costante. Non appena ripartimmo, la luce nei suoi occhi sembrava essere sparita. Quell’alone di tristezza nel suo sguardo mi diede la sensazione di star osservando qualcuno che cercava in ogni modo di nascondere le proprie emozioni e i pensieri al resto del mondo. Di fatto, avevo subito potuto constatare che non fosse una persona molto socievole, forse il suo distaccato poteva essere conseguenza di qualche fatto o persona che lo aveva ferito. Chissà a cosa stava pensando in quel momento…
Ma quanti viaggi mentali mi sto facendo? 
Come al solito, cerco di capire l’identità di una persona solo osservandone l'aspetto e i movimenti. Non avrò indovinato neanche una cosa sul suo conto. Meglio distogliere lo sguardo e pensare ad altro. 
Pensai, spostando una volta per tutte gli occhi da tutto ciò che lo riguardava. Fortunatamente il panorama mi fu di aiuto. Osservando fuori dal finestrino, mi resi conto di dove eravamo. L'atmosfera fuori dall'aeroporto era molto diversa da quella che ci circondava in quel momento. Prima c'erano pochissime luci ed edifici, eravamo solo circondati da strade su strade, ma finalmente la città aveva iniziato a riempirsi. C’erano auto che viaggiano senza sosta, negozi, bar e ristoranti con una fila fuori. La popolazione era riversata sulle vie della città, circondate da palme che sbucavano ad ogni angolo. 
Tutto quel movimento, quella voglia di vita, aveva caricato le mie energie nonostante fossi esausta dal viaggio. Ero così eccitata al solo pensiero di poter avere una pagina bianca su cui scrivere un nuovo capitolo della mia vita. Anche solo conoscere una persona totalmente estranea in quel momento avrebbe potuto portarmi a fare delle scelte che avrebbero cambiato completamente il mio futuro. Ero così felice che non riuscivo a stare seduta come si deve, le mie gambe avevano iniziato a muoversi da sole. 
Tolsi il mio sguardo perso all’orizzonte solo quando sentii una mano bloccarmi la gamba destra. Susy si doveva essere stancata del mio tic. Mi girai per chiederle scusa ma la trovai addormentata, con la testa appoggiata sul finestrino.
Confusa guardai in basso per capire cosa avessi sulla gamba, un istante e mi bloccai. La mano di Vinnie mi stava tenendo ferma, avvolgeva il mio polpaccio impedendomi di saltellare.
Sentii lo stomaco contorcersi e il respiro quasi fermarsi al tocco delle sue dita con la mia pelle. Riusciva a tenermi immobile ma non stava stringendo così forte da farmi male.
«Puoi stare ferma un minuto? Non ho bisogno di un massaggio alla schiena.»
Il mio cervello stava già immaginando la scena: io che per la gioia sbattevo continuamente le gambe sul suo sedile.
Cavolo Hailey stai più attenta!
«Scusami, non me ne ero resa conto.» Le mie guance potevano essere scambiate per bracieri.
Lasciò la presa sulla mia gamba e io ripresi a respirare. Avevo il terrore che vedesse nel mio volto quanto mi sentivo in imbarazzo in quel momento. Controllai di nuovo dallo specchietto se il mio viso fosse tornato al suo colore naturale ma incrociai il suo sguardo, mi stava guardando. Appena i nostri occhi si incontrarono, Vinnie si spostò immediatamente sulla strada, lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso.
Come fa a essere così attraente anche quando fa lo stronzo? Di certo avrebbe potuto dirmi di smettere di muovermi anche in modo più gentile.
Capì subito che era meglio togliersi dalla testa qualsiasi pensiero di speranza di riuscire anche solo a capirlo, ero tornata di nuovo a fantasticare su di lui. Era uno di quei ragazzi consci della propria bellezza che finivano per essere solo degli arroganti o aveva un lato vulnerabile?
Basta Hailey, stai solo viaggiando con la fantasia.
Abbassai lo sguardo a terra ma mi ritrovai a fissare il punto in cui, poco prima, la sua mano si era poggiata.
Rieccola, di nuovo quella sensazione allo stomaco.
Perché mi fa questo effetto?
Nonostante sapessi già che non mi avrebbe portato a niente, se non alla conferma di ciò che stavo pensando, svegliai Susy con un calcetto. 
Una volta tornata dal mondo dei sogni le feci segno di controllare il cellulare. Silenziai la mia suoneria e iniziai con le indagini.

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