BIKER 3' Capitolo "Giro in moto"

524 13 1
                                    

Mi sveglio con il cuore in gola, la mattina dopo. Perché penso a quello che mi è successo. Mamma ha detto che posso saltare la scuola, e rimango nel letto, a pensare a Travers.

Voglio telefonare a Penny ma è ancora troppo presto, sono le sette del mattino.

Rimango a pensare a quel ragazzo che mi ha fatto spasimare, ieri.

Le sue labbra sono ancora vive dentro di me, mentre cercava di baciarmi.

Non riesco a credere di aver ceduto a lui.

Durante quel brutale incidente era il solo che mi fosse vicino, ci ha salvato la vita. Non credevo che uno come Travers fosse anche capace di un simile atto di generosità.

Forse l'ho giudicato davvero male.

Quando non riesco più a stare a letto, scendo in cucina e decido di prepararmi un buon caffè. Non c'è nessuno, tutti sembrano usciti, così ho via libera.

Verso le nove mi arriva una chiamata di mia madre, è andata alla messa mattutina, e mi chiede come mi sento. Rispondo che è tutto okay anche se mi gira ancora la testa.

Travers ieri notte è venuto alla mia finestra, ci ha seguiti quando siamo usciti dall'ospedale.

Adesso sa dove vivo.

Mi chiedo se me lo troverò ancora sotto casa.

Chiamo Penny, il telefono squilla dall'altra parte.

«Ehilà» mi risponde assonnata. «Non so te, ma io sto da schifo...»

«Ieri Travers mi ha seguita fino a casa, si è appostato sotto la mia finestra» sparo tutto in un colpo.

«Cosa?! Oh, merda... E i tuoi?»

«Non se ne sono accorti, per fortuna. Penny, che diavolo devo fare?!»

La sento rimuginare dall'altra parte del telefono. Poi finalmente risponde. «Secondo me, tu a Travers interessi sul serio. Hai fatto colpo, sorellina. Beata te, è un vero figo!»

Arrossisco e per fortuna non può vedermi.

Non so proprio cosa fare, rimango per una buona mezz'ora a chiacchierare con Penny, che non per nulla è la mia migliore amica, così mi posso sfogare un poco.

Ci vuole una bella chiacchierata con un'amica, ogni tanto.

Alla fine mi sento più leggera e posso chiudere la chiamata.

«Mi metto a leggere qualcosa, ci sentiamo dopo» la saluto.

«Non pensare troppo a Travers» mi prende in giro.

«Scema» ribatto e chiudo la telefonata.

Prendo un romanzo d'amore, mi sdraio sul letto, ma non ho la concentrazione adatta per leggere, così chiudo anche il libro.

Non mi rimane che rimanere sdraiata a pensare a Travers, perché è lui che adesso occupa i miei pensieri.

A mezzogiorno, mia madre torna dai suoi impegni alla parrocchia del quartiere, sento la sua voce.

«Hope?»

«Sì, mamma... scendo subito.»

Ancora in pigiama, la raggiungo. Lei è felice di vedere che sto meglio, anche se la testa mi fa ancora male. L'urto è stato forte.

Mi accarezza il capo. «Come ti senti, bambina mia?»

«Meglio. Al più presto credo di poter tornare a scuola.»

«Ne sei sicura?»

Annuisco, perché non vedo l'ora di rivedere Travers. So che lui mi aspetterà all'uscita del liceo, è una certezza per me.

BIKER  (ESTRATTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora