Asanoya

318 13 1
                                    

Al momento non so per certo cosa sta succedendo. Voglio dire, lo so ma il mio cervello ha appreso troppo in quest'unica giornata e sta ancora processando.
Cosa ci fa quello che credo sia il mio ex fidanzato, credo visto che non ci siamo mai lasciati formalmente, davanti alla mia porta con lo sguardo a terra, gli occhi da cane bastonato e neanche un po' di palle per alzare la testa?
Ma ricominciamo dall'inizio senza fare confusione.

Era una domenica come un'altra e la mia vita da universitario sembrava avermi dato un weekend di respiro, evento più unico che raro a parer mio, e ne volevo approfittare per dormire praticamente tutto il giorno, quando il mio chiassoso e irrecuperabile migliore amico viene a distruggermi il campanello per buttarmi giù dal letto.
Non potevo neanche dormire un po' senza qualcosa o qualcuno che arrivasse a disturbare i miei fantastici sogni?
Evidentemente no, ma lasciamo stare e concentriamoci sua valanga di eventi che mi è rotolata addosso.
Quando il ragazzo aldilà della porta arriva a suonare per ben quattro volte capisco che è Tanaka, visto che nessun altro insisterebbe tanto e ancora con le coperte avvolte addosso vado ad aprire, trovandomi davanti un sorriso così grande che pensai che mi sarei accecato.
Oh sant'iddio, non avevo il coraggio di sapere che cos'era successo questa volta.

"Yuuuuuuuuuuu! Non puoi capire che è appena successo!". Lo guardo sospirando mentre si lancia sul piccolo divano facendomi cenno di sedersi vicino a lui, mentre tiro fuori la nutella da uno scaffale, ci sono momenti in cui può diventare un bene essenziale, e questo era uno di quelli, ok?
"Oi Ryuu. Cosa c'è di tanto importante da buttarmi giù dal letto così di malo modo? Muoviti e racconta!".
"Non puoi capire Noya! Non so neanche come sia successo!". E qui stavo iniziando a spazientirmi, se mi svegli e mi devi tenere pure sulle spine non reggo.
"Cosa? Dai dillo e basta!". Si mette in bocca un cucchiaio di Nutella per poi rispondere.
"SHIMIZU-SENPAI HA ACCETTATO DI USCIRE CON ME!". La mia reazione è stata simile a questa: aspetta... cosa? Quindi la sua vita da sottone ha dato qualche risultato?
"Bro!"
"Lo so!"
"Come?"
"Non lo so!". Abbiamo urlato per un'altra decina di minuti, fino a quando non si è reso conto che doveva andare per rendersi presentabile all'appuntamento.
Nel momento in cui chiude la porta il silenzio è calato sulla stanza. Anche Tanaka era riuscito ad avere almeno un'opportunità con la ragazza che crede sia la sua anima gemella... e io invece? Dopo settimane iniziai nuovamente a ripensare a quel ragazzone fin troppo tenero che era stato il mio ragazzo.
Guardavo il soffitto tenendo il barattolo di Nutella tra le braccia sospirando. Proprio adesso doveva prendermi la malinconia? Proprio nel mio giorno di pausa che per una volta avevo intenzione di dedicare a me stesso? Proprio ora, subito dopo aver ricevuto una splendida notizia dal mio migliore amico, doveva tornarmi alla mente come mi sono sentito abbandonato e preso in giro?

Sono rimasto lì un po', mangiando nutella e crogiolandomi nel mio involtino di coperte e ricordi.
La cosa che mi scocciava di più erano le promesse che aveva deciso di non mantenere.
Mi sono alzato solo per prendere il telefono da cui era arrivata una notifica.
Insufficienza in biologia. Questa non l'avrei più recuperata... lanciai via il telefono nell'esatto momento che qualcuno suonò al campanello.

Ed è così che siamo tornati al punto di partenza. Io con un barattolo della Ferrero in mano, i capelli per aria e l'espressione confusa e Asahi con la solita faccia di chi vorrebbe essere da tutt'altra parte in questo momento.
Silenzio. Odio il silenzio. Soprattutto tra noi due. L'ho sempre odiato, da quando si chiudeva in se stesso durante le partite a causa dei suoi errori, e ancora di più ora. Quel silenzio che mi ricorda il vuoto che aveva deciso di lasciare nella nostra relazione.
"Ti serve qualcosa?". Stento a credere che la mia voce sia così ferma, mentre le gambe mi tremano e il cuore sembra essere impazzito.
Alza lo sguardo di scatto. Mi ricorda sempre più un invertebrato.
"Ecco io... io...". Interrompo il suo balbettare sbuffando. Mi era mancato, mi era mancato tantissimo, ma questo non nega che le sue vecchie abitudini non mi debbano dare sui nervi in una situazione del genere.
"Entra. Non voglio scenate dove i vicini ci possono vedere o sentire. Ho già causato troppi problemi a quei poveri santi".
"Oh, grazie. Ecco... si, carino come piccolo appartamento da universitario... ti trovi bene?". Gli prendo di scatto il colletto della felpa fino ad abbassarlo fino alla mia altezza. Non posso vedermi ora, ma dalla faccia che fa e dal sangue che mi ribolle delle vene posso intuire che ho un'espressione incazzata, tanto incazzata.
"Se sei venuto qui per commentare il mio appartamento puoi anche sloggiare. Ma non credo che avresti così tanto coraggio da venire davanti a me solo per questo, o mi sbaglio?".
Lo odio. Odio il fatto che mi abbia abbandonato, che abbia distrutto tutte le promesse che ci eravamo fatti, che abbia distrutto la mia fiducia che io credevo ben riposta.
Lo odio, lo odio, lo odio, anche se conoscendomi sto solo mentendo a me stesso per non perdonarlo. Non voglio perdonarlo. Non se lo merita.

Anime One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora