Hermione Granger era seduta in una stanza gremita di persone. La musica era altissima, le persone urlavano e ballavano.
"Ma come diamine ho fatto a farmi persuadere dal venire?" pensò la ragazza. L'idea peggiore della sua vita, forse solo seconda ad invadere la Gringott l'anno precedente.
Stava infrangendo una marea di regole e non si stava nemmeno divertendo. Oltretutto tutti i suoi amici erano improvvisamente spariti. Ginny sarà sicuramente ubriaca da qualche parte e Ron si starà vantando con qualcuno del suo ultimo volo su una scopa.
Hermione Granger continuò a riflettere; improvvisamente si rese anche cono di essere vestita in maniera terribile: pantaloni troppo stretti, maglia troppo scollata e un trucco improponibile che le tirava la pelle su tutto il viso.
"Ma poi si può sapere da quando i corvonero organizzano feste del genere? Non passavano la loro vita a studiare una volta? Ma dove diamine sono finita?" pensò la ragazza.
Non che lei non amasse ogni tanto divertirsi. Non studiava a ogni ora del giorno; ogni tanto le piaceva passare piacevoli serate con i suoi amici, magari ascoltando un po' di musica. Ma questo era un po' eccessivo per la grifondoro.
-Okay Hermione, calmati, respira e ripercorriamo tutto dall'inizio, dalle basi- mormorò sotto voce la giovane grifondoro.
"Mi chiamo Hermione Granger. Ho combattuto contro Voldemort lo scorso anno e ora sto frequentando l'ultimo anno a Hogwarts per poter conseguire i M.A.G.O. Sto con Ronald Weasly, il portriere della suqadra di Grifondoro nonché mio compagno di avventure di sempre. Ginny, sua sorella, è la mia migliore amica e si è appena lasciata con Harry Potter, il Salvatore del mondo magico e, penso, mio migliore amico.
Okay, fin qui tutto okay, ci siamo. Ora cerchiamo con calma di capire come sono finita qui" pensò Hermione facendo dei respiri profondi.
Tutto sembra essere iniziato la sera del 1 settembre, anche se a essere sincera Hermione Granger ricordava ben poco gli avvenimenti di quelle ore.
Aveva aperto gli occhi in infermeria e attorno a se si era trovata una fila di letti bianchi. Si era seduta sul letto e poco lontano da lei aveva visto la sua amica Ginny discutere con Madama Chips.
-Glielo giuro è stato un incidente, nessuno stava duellando- affermava Ginny gesticolando.
-Mi fa strano crederlo; la signorina Granger è stata colpita da uno schiantesimo di enorme potenza. Spero vivamente che si sia trattato di un incidente che non si ripeterà. Ahhh è solo la prima sera e non si può nemmeno stare tranquilli- aveva ribattuto Madama Chips terribilmente agitata.
Ginny aveva poi rivolto lo sguardo verso il letto di Hermione, notando che si era finalmente svegliata. Con falciate aveva raggiunto l'amica.
-Herm, ti senti meglio? Ricordi qualcosa? Hai fame? Hai sete? Ti serve qualcosa?-
-Ginny Ginny, rallenta, penso di essere tutta intera. Sono sopravvissuta a Voldemort, dovrei riuscire anche con Draco Malfoy-
-Malfoy? Cosa c'entra lui?-
Ginny non aveva fatto nemmeno in tempo a finire la frase quando Ronald era entrato di corsa in infermeria
-Hermione, Hermione stai bene? Per la barba di Merlino, se vedo di nuovo quella faccia di furetto in giro per i corridoi lo trasfiguro in un rospo-
-Ma Ron si può sapere cosa stai...- aveva provato a dire Ginny
-Lo trasfiguro un rospo, punto e stop- rispose a gran voce Ron, lanciando un'occhiata di fuoco alla sorella.
Hermione nel frattempo molto confusa, passava lo sguardo dall'amica al suo ragazzo seguendo perplessa il loro scambio di parole. Non riusciva a capire il loro comportamento ma quando prova a intervenire Ron la interrompe.
-Hai bisogno di riposare, ne riparliamo domattina-.
Hermione Granger aveva annuito. Non aveva voglia di discutere e in tutta onestà non le interessavano nemmeno i particolari della storia. Era arrivata da quanto? 1 ora? Era gia stufa, di questo possedeva la certezza. Avrebbe semplicemente voluto rannicchiarsi in sala comune sorseggiando qualcosa di caldo davanti al camino con i suoi amici.
Senza pensieri. Voleva ufficialmente essere senza pensieri.
La mattina dopo la grifondoro era uscita dall'infermeria totalmente ripresa e riposata.
Con passo tranquillo si era recata in sala grande dove c'era già un gran vociare. Aveva posato gli occhi sul tavolo di Grifondoro cercando qualcuno con cui sedersi. Dei suoi amici, tuttavia, non vi era nemmeno l'ombra.
"Perfetto" aveva pensato la ragazza. Neanche la prima colazione i suoi amici erano riusciti a presentarsi puntuali.
Arabbiata e rassegnata, Hermione Granger si era seduta da sola al tavolo, sorseggiando una tisana e mangiando qualche biscotto.
-Capogranger- sente esclamare improvvisamente da una voce fin troppo acuta.
Girandosi la grifondoro si trova davanti agli occhi Terry Steeval, con un sorriso radioso. Ovviamente poteva essere solo lui, artefice del nomignolo affidato alla ragazza per evidenziare il fatto che amasse rispettare le regole e amasse ancora di più chi le rispetta.
-Terry, buongiorno- aveva risposto Hermione.
-Che ci fai tutta sola? Che fine ha fatto la bella Ginny e il suo un po' meno bello fratello? E il nostro eroe Harry? Lui proprio non l'ho ancora visto-
-In ritardo, come sempre- aveva risposto Hermione cercando di indicare che tutti sono in ritardo per non dover puntualizzare che in realtà non avesse la minima idea di dove si trovasse Harry, o di cosa stesse facendo, per non parlare di cose gli passasse per l'anticamera del cervello.
-Ho sentito che te la sei vista brutta ieri sera, stai meglio ora?-
"Perfetto", aveva pensato la ragazza. Tutti sapevano già che era stata schianta ancora prima dell'inizio delle lezioni.
-Sto meglio grazie, nulla di grave- aveva risposto Hermione con un tono forse un po' troppo burbero.
-Ti lascio alla tua colazione allora; ci vediamo a lezione. Se non sbaglio abbiamo Rune antiche insieme alla quinta ora- aveva risposto Terry allontanadosi.
E in quel momento improvvisamente il cervello della grifondoro si era attivato. Non aveva ancora ritirato l'orario, non era ancora andata al dormitorio e con sé non aveva nemmeno un quaderno o una piuma.
In un impeto di panico Hermione Granger si era alzata dal tavolo lasciando la sua colazione a metà e iniziando a correre verso la torre. Dentro la sua testa vorticava un unico pensiero: la paura di arrivare tardi il primo giorno.
Prima di imboccare il corridoio, la grifondoro aveva ritirato l'orario.
Arrivata davanti al quadro della Signora grassa si ricorda che, ovviamente, non conosceva la parola d'ordine.
"Perfetto Hermione, avanti così che oggi arriverai lontano" aveva pensato in pre dall'isteria totale.
La fortuna sembrava essere a suo favore quando due ragazzi del primo o secondo anno escono dal quadro. Non pertendo un secondo di più la ragazza li sorpassa come una furia senza badare ai loro volti impauriti e stupidi.
Sale le scale, arriva fino al dormitorio del settimo anno; senza guardare in faccia a nessuno entra spalancando la porta con ben poca grazia. .
Merda. Merda di Ippogriffo. Merda di Merlino. Queste sono le uniche parole che nella testa di Hermione Granger vorticavano in quel momento.
Dalla fretta la ragazza aveva sbaglaito porta. Ma non solo porta. Addirittura scale. Era nel dormitorio maschile dei ragazzi del sesto anno e davanti a lei si celava Ritchie Coote. Richite Coote senza maglietta. Ritchite Coote che la guardava a bocca aperta.
Schifoso Merlino, conclude la ragazza nella sua mente.
Hermione Granger non conosceva bene Ritchie. L'unica cosa che sapeva era che fosse un grande amico di Jimmy Peakes e che entrambi erano entrati a far parte della squadra di quidditch l'anno in cui Harry era diventato capitano. Stop, questo era tutto ciò che sapeva.
La caposcuola ormai era consapevole di essere diventata dello stesso colore delle pozioni di never; ha balbettato delle scuse miste a una spiegazione e infine si è girata e come un tornato era uscita da quella stanza, da quel piano, da quel lato della torre e se avesse potuto, ve lo giuro, sarebbe uscita anche da quel mondo.
È così salita nel dormitorio giusto, ha recuperato velocemente la sua borsa, un paio di quaderni e un paio di pimue. Salutando Lavanda e senza badare a nient'altro era uscita dalla torre.
Mentre ripercorreva la strada al contrario Hermione Granger pensava che sarebbe stata una bella idea proporre alla McGranit di mettere un sistema di allarme anche sulle scale dei ragazzi, così da evitare per il resto della sua vita una figura così pietosa.
Pensierosa, la ragazza aveva gettato l'occhio sull'orario appallottolato in tasca.
"Pozioni – sotteranei – serpeverde" queste erano le parole scritte e stampate nel riquadro delle prime ore del lunedì.
-Ahahahahaha bello scherzo- aveva esclamato Hermione incurante delle persone intorno a lei nel corridoio.
-Pozioni? Serpeverde? Piton? Voglio tornare a casa- così aveva concluso attirando parecchi sguardi su di sé.
Hermione Granger stava parlando da sola nel corridoio, con il volto tutto rosso e gli occhi fuori dalle orbite. Era pazza, o almeno sembrava sull'orlo di una crisi nervosa.
La ragazza era perfettamente consapevole che in 7 anni in questa scuola non aveva mai minimamente pensato di voler tornare a casa (tranne forse quando Hagrid li aveva fatti lavorare con li Schiopodi sparacoda per mesi interi).
Esasperata ed esaurita, Hermione era arrivata nei sotterroni incontrando finalmente un volto amico.
-Ginny, si può sapere dove diamine ti eri cacciata?-
-Oh buongiorno anche a te, di buon umore vedo- risponde la ragazza.
-Non hai idea della mattinata che ho appena passato, non ne hai davvero idea.-
-Volevo venire in infermeria stamattina, te lo giuro. Ma poi non so cosa sia successo...non mi sono alzata in tempo. Anzi, il letto non mi ha fatta alzare in tempo. Si esatto così mi piace molto di più-
Hermione aveva alzato gli occhi al cielo alla risposta dell'amica e avevano continuato a camminare insieme.
-Granger, ti vedo in forma. Il tuo principe rosso non ti ha strapazzato abbastanza ieri sera?-
"Perfetto. Dalla padella alla brace" aveva pe nsato Hermione.
-Malfoy hai cinque secondi per sparire insieme alle tue inutili battute inerenti alla mia vita sessuale che, per informazione, non ti riguarda.- aveva urlato Hermione senza trattenersi.
-Ma io non mi riferivo mica a...-
-Non mi interessa a cosa ti riferivi. Sappi solo che per ieri sera chiuderò un occhio, anzi due. Ma stai attento, non mi interessa se sei un Malfoy, un purosangue, un biondino arrogante o cos'altro perché la tua faccia la posso rovinare in ogni caso-
La grifondoro non aveva nemmeno lasciato che Draco ribattesse perché era sicura, lo avrebbe schiantato facendolo finire in un altro emisfero e non le sembrava il caso. Piton probabilmente non avrebbe tollerato.
Entrata in classe, subito i suoi occhi avevano colto subito la figura di Harry Potter seduto in utima fila intendo proabilmente a fissare il vuoto davanti a sé.
Raccogliendo il coraggio, Hermione si era avvicinata e si era seduta accanto a lui. Da parte sua il salvatore del mondo magico sembra non accorgersi nemmeno.
-Ciao- aveva provato a dirgli.
Harry Potter si era girato, aveva guardato l'amica e, muovendo le labbra, aveva accennato qualcosa che forse su un altro pianeta sarebbe potuto essere un saluto. Infine il ragazzo aveva girato la testa verso Piton prossimo a entrare in aula.
Hermione era rimasta un po' delusa. Anzi, a dirla tutto, molto delusa. Tuttavia almeno Harry sembrava incline a essere il suo compagno di banco almeno a pozione e questo contribuì a tranquillizzare la ragazza.
La lezione procede in maniera stranamente tranquilla e l'unico avvenimento degno di nota è stato solamente Ron che, entrando con 10 minuti di ritardo, aveva borbottato qualcosa tipo "pane finito. Non è colpa mia. Avevo fame".
Piton da parte sua aveva sbraidato insulti che è meglio non ripetere e aveva sottratto punti a grifondoro, avvenimento che non ha sorpreso nemmeno i calderoni.
Hermione Granger, a essere sinceri, ha avuto poco da lamentarsi dei giorni seguenti. Le lezioni erano cominciate bene, anche se già erano carichi di compiti. "Ci sono i M.A.G.O quest'anno, è ora di svegliarsi" era la frase che stavano ripetendo con troppa frequenza i professori, giusto per non mettere ansia.
Hermione era perfettamente consapevole di essere una delle studentesse migliori di Hogwarts e di non doversi minimamente preoccupare degli esami finali. Ma era fatta così; o faceva le cose per bene e fino infondo o non le faceva affatto.
Non si era mai sentita parte del mondo Babbano. A scuola veniva presa in giro, considerata diversa e quando aveva scoperto di essere una strega, Hermione si era ripromessa di impegnarsi più di tutti. Aveva il terrore di restare indietro e di scoprire che in realtà non appartenesse nemmeno a quel mondo. In certi momenti non si era sentita totalmente giusta fra i maghi ma ormai aveva superato anche questa paura. Era una strega, e come tale apparteneva al mondo magico e il mondo magico apparteneva a lei.
Per il resto durante la settimana Hermione aveva pranzato con Ginny, con Ron e a volte con altri compagni. Non aveva ancora parlato con Harry e non lo vedeva da nessuna parte se non a lezione dove però fuggiva sempre al termine dell'ora.
Terminate le lezioni Hermione si rifugiava invece in biblioteca, a finire i compiti o a leggere qualche libro.
La settimana era così giunta al termine inaugurando finalmente il venerdì. La Caposcuola di grifondoro stava entrando in sala grade quando un tornado di capelli rossi l'aveva placata.
-Hermione vieni un attimo con me. Ho una meravigliosa idea-
Ecco, quando Ginny Weasley diceva così, Hermione Granger era consapevole che sarebbe stata la fine. La fine più totale.
Tuttavia, senza obbiettare (anche perché la rossa non avrebbe sicuramente ascoltato), Hermione si era fatta trascinare fino al tavolo dei corvonero dove erano seduti Terry e Ritchie. La parte sua la grifondoro era rimasta spaventosamente sorpresa dalla conoscenza dei suoi ragazzi.
Non aveva fatto in tempo a cercare un modo per sfuggire al ragazzo a cui era piombata in camera mentre era mezzo nudo che le due ragazze arrivarono al cospetto del tavolo.
-Terry parla, spiega tu a Herminone che sicuramente a te darà retta- dice Ginny.
-Okay, okay. Allora Capo Granger, questa sera ci sarà ecco una riunione, si una riunione nella stanza delle necessità. Vogliamo semplicemente trovarci tutti quanti per emh chiacchierare un po' e bere un po' di burrobirra. Vorremmo la tua approvazione visto che sappiamo non rientra molto nelle regole della scuola ma saremmo molto contenti se tu dicessi di si. Ah, sei invitata ovviamente.-
-Una festa insomma volete fare- aveva risposto Hermione
-Nonono cioè è più un riunione....- prova a ribattere Ritchie entrando nel discorso.
Hermione non aveva mai sentito parlare il ragazzo: aveva una voce molto profonda e roca, appartenente a un uomo adulto e non a un ragazzo di appena diciassette anni.
-Non trovate scuse; so che è una festa. Ovviamente non approvo ma non intendo guadagnare l'odio di mezza scuola solo perché non do il permesso. Ma se vi beccano e fate il mio nome, consideratevi morti. E non contate sulla mia presenza; non infrangerò regole solo per bere della burrobirra e "discutere"-
-Oddio Herm sei la migliore grazie grazie grazie- aveva urlato Ginny abbracciando l'amica.
-Lo so lo so- aveva borpottato Hermione andando a sedersi e cercando almeno di fare colazione.
Non era totalmente a conoscenza del motivo del perché avesse acconsentito. In tutta onestà forse non le importava nemmeno e sì, non aveva voglia di guadagnarsi l'odio di tutta la scuola solo per una stupida festa.
Non ci sarebbe andata, di questo Hermione Granger era certa.
Terminate le lezioni e sfinita dalla settimana, Hermione era rientrata in sala comune con l'intenzione di fare una doccia e poi leggere un bel libro.
Aveva notato Harry seduto su una poltrona intento a giocare con un boccino d'oro; nonostante fosse tentata di andare a parargli aveva destitito per paura di una delusione enorme.
Si era così avviata in camera ed entrando aveva notato Ginny indaffarata a rovistare nel suo baule borbottando frasi senza senso.
-Oh Herm eccoti. Ho giusto trovato un paio di pantaloni e una maglietta che starebbero a pennello su di te- aveva praticamente urlando Ginny.
-Sono contenta Ginny. Domani potrei magari provarli che dici?-
-Nono ma cosa hai capito sono per stasera-
-Stasera?- aveva domandato Hermione stupita.
-Stasera?-
-Si stasera. Ho deciso che verrai con me alla festicciola. Verrà anche Ron. Seconda nostra ipotesi ci sarà anche Harry. Insomma se c'è alcool presumo non mancherà. O almeno lo spero. L'intento è farlo ubriacare finché non riusciamo a tirarli fuori almeno due parole di bocca-
-Io non...- aveva provato a ribattere Hermione.
-Non ammeto discussioni. Fallo per me; ho bisogno di divertirmi e di avere una speranza per parlare con Harry-
E in che modo Hermione avrebbe potuto rifiutare? Era la prima volta che Ginny accennasse anche solo minimamente a Harry e che mostrarre anche solo per un momento uno spiraglio del suo dolore. Probabilmente è stato quello che aveva convinto Hermione. Dire di no a Ginny era già normalmente difficile ma in questo caso praticamente impossibile. E così, addio dei piani per una serata tranquilla.
Ecco come Hermione Granger si era fatta lisciare i capelli, truccare e vestire da una Ginevra euforica. Era felice di passare del tempo insieme all'amica a fare qualcosa di normale e per un momento si era perfino dimenticata dove dovessero andare.
Ecco in che modo Hermione Granger si è ritrovata nella stanza delle necessità.
Si era fatta intenerire e si era infilata nel casino con le sue stesse mani. Avrebbe potuto passare una serata a leggere un libro, piuttosto che a fare ricerche per i suoi genitori invece di star seduta da sola a perdere tempo.
"Mai più" pensò Hermione in quel momento.
Di Harry nemmeno l'ombra. Ginny era sparita, sicuramente delusa anche se non lo avrebbe ammesso e sicuramente era intenta a distrarsi con qualunque altra cosa. Hermione tuttavia non era come l'amica e non era capace.
Improvvisamente la grifondoro si riscosse dai suoi stessi pensieri e si alzò, con l'unico obbiettivo di tornare in sala comune.
Improvvisamente sentì una voce roca accanto a se:-Ti va di ballare?-
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All'alba - dramione
FanfictionLa Guerra Magica è finita. A Hogwarts sta sorgendo il sole di un nuovo anno che dovrebbe promettere la pace. Ma Hermione Granger è consapevole che la pace verrà raggiunta solo nel momento in cui i cuori si riuniranno e le anime si sorrideranno. Anc...