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Ten's pov
Mi era sempre piaciuto il sorriso di Ziji.
Fin da quando eravamo piccoli, fin dalla prima volta che la vidi il suo sorriso era la cosa che preferivo.
Era una bambina così piccola, veniva presa in giro per quanto lo era, eppure aveva sempre il sorriso sulle labbra, sempre con la risposta pronta per chiunque le dicesse qualunque cosa.
Era sempre stata così.
Da quando ne ho memoria.
La conoscevo praticamente da sempre, era come una sorella all'inizio ma lo è stata per poco.
Mi piaceva eppure non sono mai riuscito a farglielo capire, forse perché a mala pena i ragazzi capivano cosa pensavo e solo perché mi conoscevano da sempre.
Non ero mai stato uno che parlava molto, dimostravo affetto attraverso i fatti, non le parole, eppure con lei non riuscivo a fare nessuna delle due cose.
Ogni volta che mi parlava finivo per risponderle male, anche per quello mi ha scritto quella maledetta lettera verde, eppure lei sorrideva. Sempre.
Ma ultimamente, data la situazione, quel perfetto sorriso spontaneo che tanto mi piaceva stava scomparendo, quindi le poche volte che lo si vedeva abbagliava tutti.
Si poteva rimanere a fissarlo per ore..
Ma tutto questo era troppo bello per essere vero:
Non appena sentimmo tutti vibrare il cellulare di Ziji ci pietrificammo.
Ci scambiammo tutti uno sguardo per poi guardare Ziji, il cui sguardo era fermo sul piccolo schermo che vibrava sul tavolo del salone.
Sembrava si fosse fermato il tempo, finché non la vidi allungare la mano verso di questo
"ne sei sicura?" le chiesi e con uno scatto veloce mi guardò negli occhi, ma non erano i soliti occhi marroni cioccolato che conoscevo e adoravo.
Erano occhi spenti.
Persi.
"sei sicura di voler rispondere al cellulare?"
Le richiesi
"devo farlo"
Disse, e prima che potessi dire altro in un movimento veloce portò il cellulare all'orecchio e rispose

Ziji's pov
Non appena portai il telefono all'orecchio sentii una risata dall'altra parte del telefono, subito mi si gelò il sangue
"credevi davvero che non me ne sarei accorto?"
Disse tornando subito con un tono freddo e duro da far paura
"cosa vuoi dire"
Chiesi fingendo di non aver capito
"te ne sei andata con quell'idiota"
Disse, e subito spostai lo sguardo su Lucas, che era intento a fissarmi e aspettare che dicessi qualcosa
"non è andata così"
Dissi tornando con lo sguardo basso sui miei piedi
"ah no? Bene allora me lo spiegherai quando ci vedremo"
Disse
"cosa?"
"esci dalla casa del moro e sali in macchina se non vuoi che entro e faccio una strage"
Disse facendomi bloccare il respiro
"Dylan-"
Dissi con un nodo in gola
"ormai hai conosciuto il mio giocattolo in metallo"
Disse riferendosi alla pistola.
Non appena l'accennò nella mia testa, davanti a me, si presentarono tutti gli scenari possibili se non fossi uscita subito da lì.
"okay, esco"
Dissi per poi riattaccare al cellulare ed alzarmi di scatto
"Ziji dove vai?!"
Chiese Ry alzandosi anche lui di scatto insieme al resto dei ragazzi
"devo andare"
Dissi raccogliendo la borsa e avviandomi all'uscita
"Ziji-"
Disse Ten ma
"voi non capite. Sono responsabile di tutto quello che vi succederà, e morirei se dovesse succedere qualcosa a uno di voi per colpa mia"
Dissi con voce strozzata e gli occhi lucidi mentre li guardavo e tenevo la mano ben stretta alla maniglia della porta
"vi prego, spiegate a Yang la situazione, non voglio che mi odi"
Dissi guardando uno ad uno i ragazzi negli occhi per poi uscire e chiudermi la porta alle spalle.

Se preferivo vivere un inferno piuttosto che rendere le loro vite tali?
Si.
Ed era proprio quello che stavo facendo e avrei continuato a fare se necessario.

Non appena uscii dalla vietta di casa di Lucas vidi la sua macchina a qualche metro da lì, che subito mi accecò coi fari non appena mi vide.
Quando mi avvicinai abbastanza vidi Dylan poggiato al cofano della macchina intento a fissarmi
"Dylan, io-"
Ma non feci in tempo a giustificarmi, o almeno provarci, che la mia testa si girò completamente a destra a causa di una sberla in pieno viso.
Subito mi portai una mano alla guancia e spostai lo sguardo di scatto sul ragazzo
"ti avevo avvertita, non devi fare questi stupidi giochetti con me"
Disse per poi avvicinarsi ancora di più a me
"ora sali in macchina, ti porto a casa e domani sarà come se non fosse successo niente"
Disse sussurando il tutto al mio orecchio sinistro
"intesi?"
Disse poi riposizionandosi di fronte a me in modo da incatenare il suo sguardo al mio.
Non potei fare altro che annuire.
Così salii in macchina.
Ci fu un tremendo silenzio per più di metà viaggio verso casa, finché non decise di parlare
"non volevo colpirti" disse tenendo lo sguardo fisso sulla strada
"però lo hai fatto" dissi facendo lo stesso
"odio farlo, non mi piace colpire le donne, e non mi piacerà mai"
Disse stringendo le mani attorno al volante
"allora perché. Perché a me lo hai fatto?"
Chiesi questa volta spostando lo sguardo su di lui
"se devo dimostrarti quanto ti amo minacciandoti, rapendoti o altro, lo farò. Stanne certa"
Disse spostando lo sguardo per una frazione di secondo su di me
"così non dimostri l'amore per una persona, anzi" dissi mantenendo lo sguardo su di lui
"e tu che ne sai"
Disse per poi accostare a lato della strada
"hai ragione, forse non lo so. Non ho mai avuto una persona che mi amasse e non ho mai amato, ma da quando sei arrivato ho capito che effettivamente provo amore per qualcuno, e per lui prenderei una pallottola, picchierei altri ma mai lui.
La persona che si ama è intoccabile, quasi come una sfera di cristallo, da ammirare, tenere con cura.
Se ami veramente una persona sai quello che vuole, e vuoi il suo bene.
Se ami una persona la lasci andare, perché se ritorna è sempre stata tua. Ma se non ritorna, non lo è mai stata.
L'amore vero si manifesta nei piccoli gesti, nelle piccole attenzioni, nelle azioni inaspettate, nel modo in cui ti guarda, nel silenzio che dice più di mille parole.
L'amore è quella condizione in cui la felicità dell'altro è essenziale alla tua.
Se so cos'è l'amore è grazie a lui.
Quello è amore.
Non il tuo Dylan."
Dissi senza rendermi conto delle lacrime che scorrevano sulle mie guance.
Vedendomi in quello stato Dylan rimase a guardarmi per poi avvicinare la mano alla mia guancia e asciugando con il pollice tutte le mie lacrime.
"allora insegnami ad amare"
Disse avvicinandosi e rimanendo a qualche centimetro dal mio viso rimanendo con lo sguardo fisso su di me
"non è così che funziona Dylan"
Dissi rimanendo immobile nonostante la troppa vicinanza
"sembra che tu lo sappia bene invece"
Disse serio
"deve partire da te Dylan.
Impara ad amarti così non sarai costretto a vagare ed elemosinare amore.
Poi forse potrai amare."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 17, 2022 ⏰

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