I. Addii e nuovi inizi

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L'aria primaverile si era impossessata del giardino reale che la principessa Alis Lancaster stava osservando dall'enorme vetrata trasparente, spruzzandolo di fiori e colori che presagivano l'arrivo della stagione più fiorente di tutto il regno di Emergard.

Un po' meno lieto era però il cuore della principessa; sapeva infatti che quel giorno avrebbe decretato l'inizio di una nuova era, per lei e per il primogenito della famiglia Gylden di Auringon: i due erano stati promessi in matrimonio sin dal giorno della loro nascita, evento prospero per entrambi i loro regni, ma altrettanto triste perché avevano perso le rispettive madri, in circostanze alquanto strane e magiche – erano infatti nati lo stesso giorno dello stesso anno, probabilmente anche alla stessa ora, ormai venti anni prima –, motivi che avevano spinto i due sovrani a credere che quello fosse un segno degli dèi e il volere del fato che suggeriva che i due bambini dovevano essere uniti.

Ma per quanto quello fosse il suo destino, la principessa non voleva accettarlo. Suo padre era sempre stato molto tenero e permissivo con lei e con suo fratello Sebastian. Sapeva che, in fondo, quello doveva essere il suo modo di ripagarlo per tutto l'amore che le aveva trasmesso negli anni. Nonostante la morte della madre, re Aeron non aveva voluto risposarsi, ma mai aveva fatto pesare ai suoi figli la mancanza di una figura materna: per loro infatti era stato un padre, un confidente e, soltanto alla fine, un sovrano al quale obbedire.

«Se posso permettermi, mia signora, cos'è che turba il vostro animo?» chiese la balia mentre intrecciava con cura i lunghi capelli della principessa.

«Nulla di importante, mia cara Jen» Alis si sforzò di sembrare credibile. E per non essere tradita dal tono di voce, decise di cambiare argomento.

«Avete finito di leggere i libri che vi ho prestato?»

«Oh si, milady. Proprio questa mattina, siete stata davvero gentile a darmeli. Se vostro padre vi scoprisse...» la balia non volle continuare la frase, le avevano insegnato a non parlare mai di qualcuno che non fosse presente, soprattutto se si trattava del re in persona.

«Mi avrebbe detto che era la cosa giusta da fare. Tutti a Emergard devono avere il diritto di istruirsi» i dolci occhi della principessa si posarono sulla figura alle sue spalle, rivolgendole un caloroso sorriso.

Il più grande insegnamento che le aveva tramandato il padre era che la conoscenza era l'arma più potente di tutte, e la principessa Alis non vedeva nulla di male nel condividerla con quelle persone che ogni giorno si prendevano cura di lei.

«Principessa Alis. Qualcuno vi attende fuori dai cancelli del palazzo» la voce melodiosa della dama Liv interruppe il discorso delle due donne.

La principessa fu percorsa da un'adrenalina che la fece quasi sobbalzare dalla sedia e, in pochi secondi, farle raggiungere la porta della stanza, dove si stagliava l'esile figura dell'amica.

The Eldest CurseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora