2 Giorni

154 10 5
                                    

Quando riaprii gli occhi ero sul mio letto, con un panno bagnato sulla fronte. C'era la mamma accanto a me, e papà era seduto su una poltrona, ma non appena aprii gli occhi si alzò in piedi.
"Tesoro, stai bene?! Parla!!" Disse mamma preoccupata.
"S-sì, sto bene, credo..."
"Oh grazie al cielo..."
"Ma che gli è successo?" disse Milluki, stranamente preoccupato.
"Avrà avuto un semplice calo di zuccheri, ma il suo nen non è molto resistente ad esso... per questa settimana è meglio che stia a letto." disse mio padre.
Cavolo. A letto. Per una settimana. Non avrei potuto controllare Kill neanche per un secondo. Magari ucciderà il suo amico, magari invece sarà lui a ucciderlo. Entrambe erano situazioni che non potevo tollerare.
Decisi di intervenire: "Ma padre, come farà Killua senza di me?"
"Tranquillo," rispose calmo, "se la caverà, infondo ha ancora lo spillo... devi avere più fiducia."
"Ma papà..."
"Ho detto di no."
"... va bene."
No. Niente andava bene. Non potevo stare con il pensiero che Killua avrebbe potuto tradire o peggio essere ucciso, avrei avuto la coscienza sporca per tutta la vita.
Ma non potevo rispondere altro. D'altro canto era pur sempre Silva Zoldyck, l'assassino più temibile di tutti i tempi, nonché mio padre.
Mentre tutti lasciarono la stanza, il nonno rimase e si avvicinò con la poltrona al mio letto. Non capivo quali fossero le sue intenzioni, avevo solo notato che si stesse comportando con fare stranamente paterno.
"Hey...?"
"Cosa c'è?"
"Come stai ora?"
"Un po' meglio... però il panno si è asciugato."
"Oh, te lo bagno io..."
"No, non serve, davver— ah!" dissi con un gemito di dolore tastandomi il capo.
"Sì che serve, non essere testardo. Te lo porto io." disse lui, prendendolo e dirigendosi verso il bagno.
Mentre lo scruscio dell'acqua risuonava nella stanza, mi sorse un dubbio: "Nonno?"
"Dimmi."
"Hai qualcosa da dirmi, non è così?"
Ci fu un attimo di silenzio. Sorrise
Continuai: "Cos'è?"
"Vorrei parlarti di Killua."
"Oh cielo, è successo qualcosa?"
"A lui niente, ma mi sembra che tu lo stia limitando un po' troppo."
"Ma lo facciamo per il suo bene, è un allenamento per essere un buon assassino, no?"
"Beh, più o meno..."
"Come sarebbe a dire?"
"Vedi, tuo fratello è diverso da tutti voi... ormai ha capito la sua vera strada e ha intenzione di strapparsi quello spillo dalla mente."
"Ma non lo faccio per me, lo faccio per lui."
"Ma dimostri il contrario, e non te me rendi neanche conto. Facciamo un esempio: ho saputo che si stava per togliere la vita su un binario di un treno per questo semplice fatto."
"Come...?"
"il tuo allenamento nei suoi confronti va più che bene, ma non vogliamo arrivare fino a questo punto, vero?"
"Certamente."
"Lo capisci ora? È solo un bambino, non possiamo costringerlo a fare qualcosa che non può fare, né il contrario. Stiamo cercando di renderlo coraggioso e tu lo fai scappare davanti al nemico."
"Ma io lo faccio per salvargli la vita, è ciò che mi ha affidato mio padre."
"Ma in questo modo gliela peggiori. Non diventerà un buon assassino, di questo passo. Beh, ora devo andare, devo aiutare tua madre per il pranzo di Natale. Ti lascio meditare su ciò che ti ho detto. Riprenditi."
Si diresse verso la porta e uscendo dalla stanza la chiuse lentamente. Guardai dalla finestra; forse stavo veramente sbagliando, forse il nonno aveva ragione. Non avrei dovuto limitare Killua fino a questo punto. Stava per togliersi la vita a causa mia, dopo che ho fatto di tutto per proteggerla.
... Che cazzo di fratello sono?

Natale a casa ZoldyckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora