Capitolo 7 - L'Assenza.

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DUE SETTIMANE DOPO

Kenma's POV

Sono passate due settimane da quando ho smesso di parlare con Kuroo.
Non che fosse facile, non parlargli.

Ci vedevamo a scuola e agli allenamenti ogni giorno.
Cercavo di essere il più indifferente e normale possibile, ma lui davanti agli altri fingeva che tra di noi le cose fossero quelle di un tempo.

Questa era la cosa che mi faceva più male:
Vederlo fingere.

Vedere come nascondeva e manipolava la realtà, pur di non far capire ai nostri compagni di squadra che il nostro legame, in qualche modo, si era rotto.

Non so se ad agire fosse Kuroo o il Capitano della squadra.
Era difficile capire se stesse anteponendo il benessere della squadra alle nostre problematiche personali, o se semplicemente non avesse il coraggio di mostrarsi ferito davanti agli altri.

Perché era ferito.
Tanto quanto lo ero io.

Non mi aspettavo di certo che sarebbe venuto da me, in lacrime ad implorare perdono.
Lo conoscevo troppo bene.

Ma, ad essere del tutto onesto con me stesso, non mi aspettavo neanche per scusarsi ricorresse ad una cosa tanto patetica come la Maratona.

Credevo che sarebbe stato in grado di parlarmi sincero, di aprirsi con me e di mostrarsi onesto.
Credevo che sarebbe riuscito a parlare di sentimenti ed invece tutto quello che ho ottenuto sono state proposte:

"Potrei comprarti 15 console nuove"

"Potremmo vedere la Maratona assieme."

Mi sento tanto amareggiato quanto deluso e triste, da questa cosa.

Come se il problema fosse quella console andata in pezzi.

Come se il prezzo da pagare per tornare integri, sia quello di una Nintendo Switch.

Non è più qualcosa sotto la quale riesco a sottostare.

Tu sei un attore nato, uno dei migliori che io abbia mai visto.
La tua maschera è così spessa che ormai si è fusa con il tuo stesso volto.
Non sei più in grado di togliertela, Kuroo, non ci riusciresti neanche se volessi.

Non riconosco più la sincerità nel tuo sguardo o i tratti timidi del tuo viso, quando ti guardo.
Vedo solo una fredda plastica, senza emozioni.

Non sei più vero... o forse non lo sei mai stato.
Chi può dirlo, magari sei cambiato nel tempo, magari io ero cieco e ti vedevo sotto una luce che non ti apparteneva.

Ma io non sono così, non riesco a continuare ad immergere le mani nella merda, se l'odore nauseabondo mi arriva alle narici.
Il mio viso non riesce a fare un'espressione che non corrisponde ai miei reali pensieri.
Non ci riesco proprio a confondermi in questa società marcia.

Preferisco rinchiudermi in me stesso, mostrare la mia vera essenza alle pareti spoglie della mia mente, piuttosto che scendere a patti con quei porci che si cibano delle nostre personalità.

Non sono tagliato per portare una maschera, non credo ne esista neanche una della mia misura.
Se sento la puzza di carcassa in decomposizione, io mi allontano.
Ed il tuo fetore, Kuroo, in questi anni non ha fatto che aumentare.

Per quanto possa sentirmi solo, abbandonato, sofferente, non riesco a trovare pace nella persona che sei adesso.

Il mio stato di panico ed ansia, continua a lacerarmi dentro.
Mi sento lentamente sprofondare in uno di quei periodi oscuri, dove riesco a malapena a guardarmi allo specchio senza vomitare.
Ti sei portato via anche quelle pillole, oltre all'unica cosa che per me abbia mai contato in tutti questi anni: la tua amicizia.

-  B̳O̳N̳D̳S̳  -  [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora