(AVVISO: Ammetto di non sapere benissimo come funzionano le università in America. Ho preso il nome di una vera università ma le cose che scriverò sono solo frutto di immaginazione.)
Ed eccomi qui al secondo anno di università. Studio felicemente finanze in uno dei collage migliori di New York, la Bernard Collage.
Abito in uno dei dormitori dell’ala est con una mia amica, Kendall. Anche lei studia finanze e seguiamo quasi tutti i corsi insieme. Ha un carattere diverso dal mio, è molto più attiva di me ed è una di quelle che fanno amicizia con tutti appena entrata in una stanza. È più alta di me ed ha dei bellissimi capelli biondi, la cosa che più invidio di lei, essendo io mora. So che anche lei ha avuto un passato difficile tra droga e altro, ma ormai dice di esserne uscita. Le ho confidato tutto di me, per lei sono un libro aperto e penso anche lei per me.
Non posso ovviamente scordarmi di Jess. Fin da piccoli è stato l’unico che mi ha capita veramente, è come un fratello per me. Anche lui è più alto di me, ha i capelli neri, gli occhi verdi, ed è un campione in tennis. È più grande di me di un anno, proprio per questo è venuto all'università prima di me e ha dovuto lasciarmi un anno prima. Ho passato uno degli anni più difficili per me senza di lui.
Anche Jess è qui alla Bernard e studia legge. Sognavamo questo collage da quando eravamo piccoli, è stato un sogno che si avvera per noi. E se vi starete chiedendo il perché, è semplice. Alla Bernard posso non solo scegliere una facoltà, ma anche uno sport da seguire in modo professionale, se voglio. La Bernard si qualifica sempre ai primi posti nelle competizioni. La squadra di basket e la squadra di nuoto sono le più importanti, ma anche quelle di pallavolo e tennis si qualificano sempre tra i primi cinque posti.
Mi sveglio e ancora assonnata guardo l’ora sul telefono scoprendo che sono già le 7:00. Raccolgo tutte le mi forse e mi dirigo verso il bagno, mi faccio una doccia e mi rendo presentabile. Siamo a settembre e il freddo già si fa sentire. Indosso così una maglietta nera semplice e dei jeans neri abbinandoli a una felpa nera. Passo adesso alla parte più difficile delle mie mattinate: svegliare Kendall. Avrà sicuramente fatto serata, sono andata a dormire prima, ma ricordo che l’ho sentita arrivare alle 2:00 di mattina e buttarsi sul letto.
Mi avvicino a lei e la scuoto leggermente. “Forza sono le 7:15” la incito io. La vedo aprire gli occhi e finalmente alzarsi. Non ha sicuramente un bell’aspetto, ma ho visto di peggio. Conoscendola avrà un mal di testa pazzesco così le passo un’aspirina che ho comprato praticamente solo per lei. La lascio preparare ed esco dai dormitori.
Questo è uno dei momenti più calmi all’università. Regna il silenzio e si sentono solo i miei passi sull’asfalto. Forse tre anni fa non avrei amato così tanto il silenzio. Amavo le feste, i rumori, il brivido dell’avventura, ma sono cambiata ormai. Gli ultimi anni del liceo erano un continuo di risate, scherzi, prese in giro; tutte rivolte a me. La gente che mi ricordava quanto era successo quel giorno. Lo sentivo. Sentivo quel disgustoso freddo tutti i santi giorni, finché non sono arrivata all’università. Era un luogo nuovo, con gente nuova. Nessuno mi avrebbe ricordato quello che era successo se non... I miei pensieri vengono interrotti alla vista di Jess. È seduto in uno dei tavoli della caffetteria, mentre legge un libro. Entro dall’entrata che si trova dietro di lui e mi avvicino spaventandolo. L’ho colto sicuramente di sorpresa, che per poco non gli casca la tazza da cui stava bevendo. “Ahahaha dovresti vederti, hai una faccia spettacolare” dico fra le risate sedendomi davanti a lui. “Zitta. ti ricordi quella volta quando ti ho scambiato la glassa della ciambella con la vernice? Ahaha hai sentito il gusto della vernice per settimane” esulta lui portando a galla ricordi che preferirei cancellare dalla storia. “Non ricordarmelo, che se no perdo l’appetito” dico io tornando falsamente seria. “Tu che perdi l’appetito?” chiede lui giustamente sorpreso. Il cibo, ovvero l’unica felicità sulla terra che mi rimane, l'unica cosa che mai mi tradirà, è l'amore della mia vita. “Ok forse è impossibile” ammetto io. Ordino due cornetti e del caffè. Non C'è Vita Senza Caffè. “Allora verrai alla partita di dopodomani?” Mi chiede il giocatore di tennis più bravo che io conosca. “Poco ma sicuro.” Da quando ho memoria sono sempre andata alle sue partite, a fare il tifo per lui. “Il problema è che non siamo poi così forti in questa stagione” mi informa lui visibilmente triste.
L’ultimo anno abbiamo perso alcuni dei giocatori migliori della squadra di tennis e hanno anche cambiato capitano. Jess ha dovuto fare più allenamenti e lo vedo ogni giorno più stanco. “Dai che non andrà così male” provo a incoraggiarlo. “Tu come stai? Vedi ancora Logan?” Chiede per cambiare argomento, ma facendomi bloccare al suono del suo nome. Lui adesso è il capitano della squadra di basket, il giocatore migliore della Bernard. Già dal primo anno sento che è stato grazie a lui che la squadra di basket è diventata più forte e non avevano torto visto che l’ultimo anno abbiamo vinto il campionato.
Lui è come era al liceo, la stessa calamita che attrae le persone. Affascina sempre tutti ed è l’unica cosa che mi ricorda quel che ho passato. Ogni tanto lo vedo camminare in giro per il campus con i suoi amici, ma non ci faccio poi così tanto caso. “Solo ogni tanto.” sospiro alzandomi e incamminandomi verso l’uscita seguita da Jess. “Ciao piccola” Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e avviandosi verso la sua aula.
“E questo era tutto per oggi, potete andare” annuncia finalmente Robinson, il professore di statistica. Do un pizzicotto a Kendall, che stava sdraiata sul banco, nascosta dietro un libro. “Abbiamo finito” la informo trattenendo una risata. “Dai Melanie, non c’è niente di più bello che dormire durante le lezioni di statistica” sbadiglia lei con un finto sorriso, mentre si stiracchia. “Come se non dormissi a tutte” dico prima di scoppiare a ridere con lei. “Come mai sembri così stanca?” le chiedo mentre raggiungiamo l’uscita “Niente, ieri sera sono tornata tardi” mi risponde lei semplicemente. Non rispondo ma sento che sta mentendo. “Comunque sta sera sei occupata, abbiamo la festa di inizio anno!” mi informa lei tutta felicemente. “Sai che non ci verrò” taglio corto io. Mi giro e la vedo fare il broncio. “Te lo scordi, non mi convincerai così. Odio le feste e lo sai.” Rispondo io guardandola seriamente. “Ma è quella di inizio anno, non puoi perdertela come l’ultimo anno.” Mi dice lei. mentre saltella su posto attirando l’attenzione dei presenti. Imbarazzata cerco di fermare Kendall il pinguino. “Calmati” cerco di trattenerla per un braccio. “Che bello che hai accettato” sorride abbracciandomi. “Non ho ancora accettato, ma ci penserò” chiarisco io prima che impazzisca.
Dopo aver chiuso anche il libro di diritto commerciale, mi butto sul letto. Saranno le 6:00 e da quando sono tornata non ho fatto altro che studiare e ho tecnicamente la testa che scoppia. Mentre optavo per fare un sonnellino (non so se fosse chiaro ma, amo dormire), sento la porta essere aperta con una forza che farebbe invidia anche ad Hulk. Anche se in questo momento preferirei Hulk, perché mo mi tocca fare i conti con Kendall. “Melanie Roberts pronta per la festa di inizio anno?!” Mi chiede lei più energica che mai. “Certo, che no” dico nascondendomi sotto al cuscino. “Ti vedo” annuncia lei mentre assume la posizione di comando “...Non è vero” dovevo almeno tentare di negare l’evidenza. “Perché ti ostini tanto a non venire; è per Williams?” chiede lei buttandosi sul letto e rischiando di schiacciarmi. “Lasciami vivere” urlo io staccandomi un po' da lei per farle spazio. “Mel rispondi” è seria adesso. “Può darsi... tutte le feste mi ricordano quel giorno e quella disgustosa sensazione di freddo” spiego io sinteticamente “Ma è passato così tanto tempo. Sei forte adesso Mel” cerca di incoraggiarmi. Kendall è l'unica persona a cui lascio ancora parlare di quel giorno. Anche se odio solo pensarci, parlarne con lei mi fa sentire meglio. Riesce sempre a capire cosa ho che non va e mi fa sentire bene, non come se fossi un grande sbaglio. “Ok, ma solo se viene con noi anche Jess” annuncio io, prima di essere travolta da Kendall il Pinguino. “Siiiii e può venire anche testa di rapa” esclama felicemente mettendosi a saltare sul mio letto. “Non chiamarlo così e non saltare sul MIO letto” cerco di fermarla senza successo. “Che indossiamo?” chiede lei saltando dal letto e atterrando davanti all'armadio, posizionato davanti ai nostri letti. “Sento già che questo sarà un luungo pomeriggio.”
“Siamo uno schianto” urla la stessa ragazza che mi ha trattenuto per circa mezz’ora a fare foto e selfie di ogni genere. Già sono stanca e ancora non sono arrivata alla festa.
Kendall indossa un completo, formato da un top bianco leggero e una gonna del medesimo colore super corta, ma ovviamente nel suo stile. Io invece ho preso uno dei vestiti più coperti e belli che ho trovato. È nero e con le maniche a sbuffo (Non sono sicura che si scriva così), l’ho abbinata poi a degli orecchini color oro a cerchio.
Mentre vedo Kendall prendere il telefono e rimettersi in posa, vengo salvata dallo squillo del mio telefono. Scopro con grande piacere che il mio salvatore è Jess, che mi informa che è fuori dal cancello ad aspettarci.
Quando io e Kendall raggiungiamo il cancello vediamo la strada stracolma di macchine, tutti si stavano dirigendo alla festa. Riusciamo a scovare Jess per miracolo ed entriamo in macchina. Io mi siedo davanti mentre Kendall si siede dietro.
Saluto Jess con un bacino sulla guancia e gli sorrido.
“Qualcuno sta fissando Mel un po' troppo…” dice la mia miglior amica evasiva. Vedo Jess grattarsi la nuca imbarazzato e intervengo per salvarlo. “Dai Kendall lascialo in pace” mi giro verso i sedili posteriori e cerco di assumere un’aria di autorità. “Hai ragione, è solo innamorato” divertita guarda Jess con quell’aria da psicologa ben informata. “Ma che dici? Noi siamo solo amici, a lui non piaccio” dico esausta. Non è la prima volta che Kendall se ne esce con questa affermazione e ogni volta sembra che mi voglia dire qualcosa. “Come vuoi, ma muoviamoci!” urla verso Jess che ogni secondo che passa sembra sempre più a disagio.
Ho passato i trenta minuti più silenziosi della mia vita su questa macchina… ok non è vero, ma amo drammatizzare le cose. Sentivo solo il rumore del motore e le unghie di Kendall che colpivano la tastiera furiosamente mentre scriveva a qualcuno. Esco dalla macchina forse prima che Jess la spegnesse. Prendo una boccata d’aria e quasi rimango colpita dai rumori che provengono dalla casa. Dopo qualche secondo anche le altre portiere si aprono e cominciamo a dirigerci verso la festa. Le scene di 3 anni fa, di quella festa mi passano per la mente, ma riesco a scacciarle appena qualcuno mi tocca la spalla. “Jess è andato a salutare qualcuno, poi ci raggiunge” mi informa Kendall mentre mi mette un braccio intorno al collo “Senti, promettimi che non mi lasci sola” so che non lo farebbe, ma non si sa mai. “Ovvio” afferma lei come risposta.
Entriamo e comincio a ispezionare la grande sala. Stessa musica a palla, stessa luce che ti acceca, stesse persone che ballano, stesse persone che si divertono, mentre io no. È veramente una bella casa e arredata molto bene se non fosse per le persone che la stanno quasi sicuramente distruggendo. I mobili sono tutti neri, mentre le pareti bianche e molte piante arredano quello che credo sia il salotto. Non so chi l'abbia arredata, ma so che ha molto gusto. Qualcuno mi sveglia dal mio “commentare mentalmente le case degli estranei”. “Ciao” mi saluta qualcuno alle mie spalle. Mi giro per scoprire chi è e vedo un ragazzo. Basso, mezzo sbronzo, e con un sorriso a trentadue denti. Lo stavo per salutare per formalità, ma sappiamo tutti chi mi tira lontano da lui. “Smettila di tirarmi” tento inutilmente di difendermi. “Mel siamo a una festa dell'università, circondate da bei pezzi di manzo e tu vai a salutare il più brutto?” mi chiede con un cipiglio in fronte. “Smettila dai. Poretto che forse ti sente!” stavo per controllare se le mie teorie fossero giuste, ma la mia amica mi gira la faccia, verso il piccolo bar al lato della grande sala. “Come ti pare?” mi chiede elettrizzata la ragazza. Seguo il dito di Kendall, che indica un ragazzo che sta ordinando qualcosa con alcuni dei suoi amici “è carino penso…” dico dando voce ai miei pensieri. “Quello è Alex Cooper, giocatore di basket, bello quanto dio, single e pronto a essere il mio futuro marito” annuncia Kendall il pinguino. “Ti ricordo che dici così con tutti, ma…” un dito si appoggia sulle mie labbra seguito da uno “shh” sonoro della mia amica. “Guarda come vado a prendermelo. Ah e prega per me!” prima che possa soltanto realizzare cosa stesse per fare, si era già avviata verso quel ragazzo. La stavo per fermare, ma qualcosa, o meglio, qualcuno attira la mia attenzione. Per poco più di una piccola frazione di secondo, i miei occhi si posano su di lui… Logan. Come ho fatto a non vederlo prima? Era lì con alcuni ragazzi e vicino al presunto “Alex” di Kendall. Non vorrei, ma non riesco a fermare la mia mente dal pensare a quanto bello possa essere in questo momento. Indossa dei jeans neri e una felpa nera. Ha i capelli disordinati, probabilmente perché ci ha passato troppe volte le mani. Ha un sorriso bellissimo, ma che non fa altro che ricordarmi di quel… Freddo. Sento quel disgustoso freddo preannunciare un attacco di panico. Mi faccio spazio fra la gente per raggiungere la porta dalla quale ero entrata prima. Ricordatemi perché sono venuta a questa festa? Con le mani spingo leggermente la gente che mi stava venendo addosso e che per poco non mi schiacciava con il loro peso. Stavo valutando l’opzione di cercare Jess, ma a quest’ora sarà già dentro. Decido così di sedermi in un muretto vicino ai parcheggi, lontana da tutti. Lì nessuno sarebbe venuto, o almeno non fino alla fine della serata. Mi sento così dannatamente sola in questo momento e non so perché. Forse perché Kendall mi ha lasciato di nuovo da sola per un ragazzo…? Perché Jess è così strano e quando ho bisogno di lui è sempre così distante?
Perché diamine sono venuta a questa festa?
Da Thequen00 sonybenjoseph Sian_a
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Fregata Dal Mio Stesso Cuore
ChickLitL'AMORE... UN SENTIMENTO DALLA QUALE È MEGLIO STARE ALLA LARGA SECONDO MELANIE ROBERTS. È BELLO SPERARE, SPERARE CHE AL RAGAZZO DI CUI TI SEI INNAMORATA PIACI ANCHE TU. LEI COME LE ATRE RAGAZZE CI AVEVA SPERATO, MA HA FALLITO. MA CHE SUCCEDE SE LO S...