CHAPTER 2

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Quando stai seduta sul muretto di un parcheggio per mezz'ora finisci per pensare proprio a tutto. Metá della mia mente stava cercando di capire cosa stesse succedendo all’interno della casa mentre l'altra non so manco cosa stesse facendo.

Controllavo ogni tanto il mio telefono aspettandomi una chiamata, un messaggio. Quella notifica di Jess o Kendall che mi chiedevano dove fossi o cosa stessi facendo. So solo che non arrivò.

Non dovevo essere egoista e pensare che loro stessero pensando a me piuttosto che godersi la festa. Stavo anche optando per rientrare e magari, mettere da parte tutta quella paura che avevo quando arrivò l’ultima cosa che mi aspettavo.

Logan.

Ma io non lo vedevo. Giá sapevo che era lui e riuscivo anche a immaginarlo, lí che mi guardava con tutta la poca attenzione che ha sempre messo da parte per tutti se non per le persone di cui si fida.

La sua voce mi colpí da dietro. “La festa è dentro non nel parcheggio”. Lo sentivo chiaro e tondo. Mi voltai lentamente, era lí.
Erá in piedi dall'altra parte del muretto, quello che si affacciava sulla strada, e mi guardava da sotto con quel pizzico di divertimento.

“Lo so” risposi velocemente e il piú chiaramente possibile, mentre mi giravo al mio lato. Magari se ne sarebbe andato se non gli avessi parlato. Speravo di sentire il rumore dei suoi passi mentre si allontanava, ma non arrivò.

Mi rigirai, e pregando di non perdere il collo per i bruschi movimenti, lo ritrovai lí a fissarmi con un cipiglio in fronte. “Che guardi?” chiesi aspettandomi una risposta come ogni santa persona che fa una domanda.

Ma con lui è diverso, niente funziona cosí semplicemente. Lo vedo velocemente salire sopra il muretto. Quanto diavolo è agile? Se mi avessero visto salire io su questo muretto prima, avrebbero riso pure le capre.

Si sedette vicino a me. “Non hai risposto” sospira con lo sguardo perso sulla strada davanti a lui.

“Non pensavo fosse una domanda” spiego io  semplicemente. “Anche tu stai fuori” aggiungo io, e mi batto il cinque mentalmente per aver trovato un modo per scappare alla sua domanda.

“Lo so” era divertente come mi stesse imitando fino a quando… “Come ti chiami?” Chiese semplicemente con quell'arroganza che solo lui ha. Non controllai molto il modo in cui chiese la domanda ma piú la domanda stessa.

Lui non si ricordava di me.

Lo guardai con un cipiglio in fronte piú confusa che mai. Non capí per quanto tempo rimasii cosí finché perfino lui non si girò degnandomi di uno sguardo. “tu non…” lasciai la frase in sospeso, perché non  dovevo chiedere nulla. La risposta c’è l'aveva scritta in faccia.

Mi ripresi dal mio stato di trance soltanto quando ,sentendo dei rumori, ci girammo di scatto verso il fondo della strada. Sentimmo le sirene della polizia farsi sempre piú forti e entrate nel parcheggio. Noi eravamo in fondo, non ci avrebbero comunque visto.

Vediamo alcuni uomini entrare dentro la casa. Logan scende dal muretto con un salto. “Andiamo via” dice semplice atterrando con un salto. (Quanto diamine è agile? Parte 2.)

“Non ho nulla da nascondere perché dovrei andarmene?” Non lo stavo sicuramente seguendo. “Mi stai dicendo che dovremmo stare tranquilli visto che a una festa universitaria “sicuramente” non gira droga?” chiede lui con un ghigno in faccia “Io non ho preso droga” affermo sicura di me. “Non sei mai stata a una festa? Anche se ti prendono ti porteranno con loro e quando, sicuramente, troveranno qualcosa e dopo averti interrogato su tutte le persone che conosci, ti lasceranno andare che si saranno giá fatte le 6:00” stavo seguendo ogni sua mossa mentre estraeva un pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans e se ne portava una in bocca.
“Non posso comunque venire con te, i miei amici mi staranno cercando” dico scendendo dal muretto lentamente. “Stanno giá uscendo tutti, sicuramente anche il tuo amico se ne sará giá andato” afferma lui puntando il parcheggio dietro di me dove tutti stavano uscendo a prendere le loro auto. Non mi ricordo dove era quella di Jess per controllare se ci fosse ancora effettivamente. “Devo almeno tentare”.

Decisa raggiunsi in alcune falcate l'entrata posteriore della casa dove tutti stavano uscendo. Chi seccati e chi correndo. Controllai velocemente se tra le poche persone rimaste riuscissi a distinguere i loro volti. Li cercai in tutte le stanze della casa quando ritornai al salotto iniziale. Se ne erano veramente andati?

Riuscí a vedere soltanto alcuni agenti parlare con un ragazzo, molto probabilmente il proprietario della casa. Penso di essere rimasta praticamente solo io.

Senza farmi vedere dagli agenti raggiungo di nuovo la porta sul retro e esco. Nella mia piccola assenza il parcheggio si era svuotato del tutto. Non c'era anima viva.

Sento gli occhi inumidirsi quando capí di essere rimasta sola e cominciai a darmi dell'idiota per aver anche soltanto sperato che loro fossero lí dentro a cercarmi. Che idota che sono.
Presi il telefono e li chiamai ma partí soltanto la segreteria. Come facevo adesso a tornare? Non sapevo neanche la strada.

Uscí da quella casa e mi ritrovai sola sulla strada principale. O almeno lo credevo.

Una macchina nera fermò proprio davanti a me. “Sali”. Una semplice affermazione che risultava piú come un ordine ma in questo momento poco contava. Logan era lí ad aspettarmi.

Non me lo feci ripetere, aprí la portiera e mi sedetti. Non avevo il coraggio di guardarlo neanche per ringraziarlo. Controllai di nuovo il telefono e finalmente vidi arrivare due messaggi da Jess. Il primo mi diceva che lui e Kendall erano insieme mentre l'altro mi chiedeva dove fossi. Non risposi a nessuno dei due e decisi di spegnere il telefono.

Sono triste, frustata e a disagio.
“Grazie”. Quella parola uscí dalla mia bocca quasi naturalmente. Ma ero cosí in imbarazzo che non spostai lo sguardo manco per un secondo dai miei tacchi. Non rispose, non che io aspettassi una risposta.

“Perché cazzo sei entrata sperando di trovare i tuoi amici?” ha un tono seccato e uno di quelli che ti voleva soltanto rinfacciare la cosa.

“Io… non lo so. Dovevo farlo anche se le probabilitá che loro non mi stavano aspettando erano alte. Non li potevo lasciare quella casa senza sapere che anche loro erano usciti” dissi piú a me stessa che a lui ma era vero, ogni singola parola era la veritá. Sono i miei amici.

Sentii il suo sguardo su di me ma non mi sarei sicuramente guardata per confermarlo. Finalmente smise di guardarmi e prima che ritornasse ad azzittirsi lo chiesi.

“Perché sei rimasto?”. Sta volta ero sicura di me e lo avrei anche costretto a rispondermi. Raccolsi tutto il coraggio rimasto e lo guardai.

Era cosí dannatamente perfetto. Era di profilo e fissava la strada davanti a lui. Una mano teneva il volante mentre l'altra era appoggiata con il gomito sul finestrino. Lo vidi aprire la bocca per rispondere ma non disse nulla. Non perché non volesse o perché non sapesse cosa dire. Non poteva farlo.

Ci schiantammo non so su cosa ma andai a sbattere sul cofano.
Il resto che accade fu lontanamente quello che mi aspettassi potesse succedere.

Da: TheQuennn00 Sian_a sonybenjoseph

Fregata Dal Mio Stesso CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora