☬ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟐: 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐨𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢

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Jeongguk mi trascinò con sé a circa quindici metri sotto la metro di Myeondong.

Aveva sostituito quel sacchetto ─ troppo ingombrante e che dava decisamente all'occhio ─ con una mascherina nera da notte che sì, era tanto strana quanto però passabile motivo per cui nessuno osò dire o fare qualcosa.

Avevo sentito la metro sfrecciare sui binari e l'aria fredda schiantarmisi in viso e se pregavo di poter continuare a capire dove stessimo andando tramite gli annunci dell'altoparlante, alla fine Jeongguk mi trascinò via da lì portandomi in un'altra area molto più silenziosa e sperduta.

Eravamo comunque all'interno della stazione della metro, me ne rendevo conto perché ci ero stato parecchie volte nei quartieri e nella metro di Myeondong prima di trasferirci all'estero eppure, ancora non avevo capito dove fossimo diretti.

Stava cercando di confondermi? Stavamo semplicemente girando intorno? Aveva fatto simulare l'altoparlante e in realtà eravamo da tutt'altra parte?

Cercai di mantenere la calma, di fare una mappa mentale del posto. Poi però, iniziarono le scale: scendemmo ben ottantasei scalini prima di poterci fermare.

Mi liberò dalla benda e mi tirò con sé all'interno di quello che avevo ormai capito fosse la loro base secreta ─ di cosa, poi, quello ancora non l'avevo capito ─ abbandonandomi sull'ennesima sedia.

«Il colpo si svolgerà non appena tutti i membri avranno accettato ma si stima tra qualche settimana» prese a parlare, facendomi trattenere il respiro. «Ti fornirò dettagli relativi solo alla tua parte di lavoro, sia mai che decidi di rovinarmi di nuovo ogni cosa» assottigliò lo sguardo, digrignando i denti nel vedermi scuotere agitato la testa. «Ti mostrerò il modello di ordigno che abbiamo bisogno tu sappia disinnescare e-»

«Ma io non so-» la sua mano finì di nuovo attorno al mio collo.

«Non interrompermi mentre parlo» sibilò nervoso, stringendo maggiormente la presa al mio mancato annuire. «Lo fai apposta vero?» domandò di punto in bianco, facendomi sgranare gli occhi. «Tutto questo intendo, cerchi di innervosirmi, di distrarmi e di farmi perdere il controllo perché speri di ottenere una chance per fuggire? È così?»

«No-» annaspai leggermente, portando le mani attorno al polso di Jeongguk. «Non voglio farti arrabbiare-»

«Sei un vero bastardo, Artificiere» sputò nervoso, mollando la presa. «Vedi di non farmi incazzare» si allontanò di qualche passo, recuperò un tablet e tornò da me porgendomelo. «Questo è il modello di ordigno che sarà nascosto all'interno di due grate poste all'entrata della Villa Imperiale, l'area è accessibile tramite i canali di fognatura che percorrono tutta la città e di cui abbiamo già verificato la possibilità di passaggio» spiegò, avvicinandosi a me per ingrandire l'immagine.

Trattenni il respiro e tenni lo sguardo fisso sullo schermo.

«Ci saranno due bombe, una per grata, abbiamo bisogno che le disinneschi in maniera che io e i miei uomini possiamo fare irruzione senza ritrovarci abbrustoliti»

«Ma perché servo io?» domandai agitato. «Ci saranno sicuramente tanti altri artificieri che-»

«Mi hai creato più volte dei danni, Taehyung» sospirò, posando la mano sulla mia spalla che strinse. «Hai fatto saltare i miei carichi, hai modificato ordigni in maniera che i miei artificieri sbagliassero a disinnescarla e sei sempre riuscito a farla franca in tutti i modi. Pensi seriamente io voglia fare affidamento ad un artificiere qualunque quando ho come mio prigioniero il migliore?»

«Posso scappare» affermai. «Se tu agirai in superficie, cosa mi impedisce di fare retrofront e lasciarvi morire?» domandai quindi, puntando lo sguardo nel suo e sfidandolo.

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