☬ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟗: 𝐡𝐨 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐚𝐢𝐮𝐭𝐨

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*TAEHYUNG*

Sollevato dall'accordo stretto con Jeongguk gli avevo ─ come da promessa ─ raccontato ogni cosa sapessi.

Gli avevo spiegato come il Cappellaio mi avesse mostrato un video in diretta di Heesung, gli avevo ripetuto le sue ultime parole ─ per lo più un doloroso addio ─ e poi gli avevo confessato come Heesung, tramite poche semplici parole che solo lui ed io avremmo mai inteso, era riuscito a condividermi un link che mi avrebbe concesso di esaudire la richiesta di Jeongguk in merito alla progettazione e disattivazione di ordigni.

Il corvino si era ovviamente imposto per avere tale link ma mi ero ritrovato a rifiutare tale condivisione perché ─ alla fin fine ─ quel link non era altro che il mio più grande scudo: in quel momento, l'unico che poteva uguagliare le capacità dell'Artificiere ero solo e soltanto io.

Avevo visto il corpo di Jeongguk irrigidirsi ad ogni parola di Heesung che abbandonava le mie labbra per poi ─ con fare ancora tremendamente scosso ─ recuperare un pc con il quale concedermi di vedere ogni video in completa solitudine; avrebbe sicuramente potuto attendere che li aprissi per poi privarmene con la forza e invece mi era quasi parso che avesse scelto di non farlo proprio per non infrangere il desiderio di Heesung di farli avere unicamente a me.

«Di cosa si tratta di preciso?» aveva però domandato lo stesso, sgranando gli occhi quando ─ tra una clip e l'altra ─ vi erano accenni di voce di Heesung composti da leggeri borbottii, imprecazioni e un lieve canticchiare.

«Sono una specie di tutorial molto grezzo ma dal quale si riconosce perfettamente il modo di fare di mio fratello» gli avevo spiegato, provando un tremendo senso di colpa nel vedere la figura di Jeongguk restarsene seduto di fronte a me ─ abbastanza lontano da non mettermi timore ─ ma abbastanza vicino da concedermi di tuffarmi in quello sguardo ricolmo di fortissime emozioni.

Guardava il retro dello schermo del pc con fare imbambolato, con gli occhi grandi e lucidi, con la sua attenzione rivolta unicamente alla voce di mio fratello e con la mente diretta ─ con fare più che probabile ─ proprio verso di lui.

Jeongguk amava Heesung, non vi era nessun altra spiegazione perché in venticinque anni di vita non avevo mai visto nessuno ─ nemmeno i miei genitori ─ assumere quell'espressione unicamente nel sentire la voce di qualcuno. Jeongguk amava Heesung, lo amava più di quanto lui stesso ne fosse consapevole.

«Credo li sfruttasse come merce di scambio per ottenere la libertà o la grazia in situazione difficili» avevo aggiunto, distogliendo per rispetto lo sguardo da lui nell'istante in cui si era sporto verso il pc, carezzandone con gli occhi lucidi ─ quasi come se tramite quel gesto fosse in grado di fare lo stesso con il viso di Heesung ─ il dorso, per nulla preoccupato di mostrare il suo lato più emotivo e fragile palesatosi tramite quelle sue lacrime.

Jeongguk stava piangendo la morte di mio fratello, ne avrebbe continuato a soffrire più di chiunque altro e mi dispiacque vederlo in quelle condizioni ma per fortuna fu lui stesso a darsi un contegno chiedendomi invece di procedere con il riferirgli altre informazioni.

Gli avevo spiegato che ─ trascinato dentro la stanza blindata ─ il Cappellaio mi aveva chiesto di occuparmi dell'esplosione di un cavò di una banca in cambio del quale mi avrebbe concesso di ottenere la posizione esatta del corpo di Heesung.

Quello che Jeongguk ─ scattando in piedi con occhi sgranati ─ non aveva tenuto in considerazione era come il Cappellaio avrebbe fornito tale informazione unicamente a me e che mi aveva proposto un compito di tale importanza e difficoltà proprio perché sapeva che mai sarei stato in grado di compiere tale compito.

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