☬ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟒: 𝐮𝐧 𝐚𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚'

2.7K 308 344
                                    

*TAEHYUNG*

Ripresi i sensi con un ansimo strozzato, mi guardai attorno con mente confusa e sguardo ancora sfocato, mi portai una mano sulla gola ─ scopertasi dolorante nel momento in cui deglutii ─ e poi mi tolsi da quel letto che riuscii a ricordare appartenesse a Jeongguk. Ero nella sua stanza.

Sbattei un paio di volte le palpebre, provai ad alzarmi e fare qualche passo ma alcune fitte allo stomaco m'impedirono di proseguire con correttezza obbligandomi quindi a procedere con cautela, impiegandoci una buona manciata di secondi solo per riuscire ad attraversare l'enorme stanza senza finire con il crollare a terra dolorante.

Raggiunta però la porta blindata mi ero reso conto di un particolare piuttosto rilevante quale la presenza di persone al di fuori della stanza; anche se flebilmente potevo sentire il loro leggero borbottare che mi obbligò a cancellare all'istante l'idea di uscire e fronteggiarli.

Non sarei uscito io, avrei fatto entrare loro.

Se avessi indetto un combattimento in mezzo ai corridoi ─ mostrandomi oltretutto nei panni dell'Artificiere ─ poco ma sicuro chiunque all'interno di questo covo mi avrebbero assalito di nuovo rimettendomi ko per l'ennesima volta ed assicurandosi di stringermi tra le corte per bene come un salame.

Dovevo contenere il tutto, dovevo attirarli all'interno della stanza.

Valutai l'opzione di urlare e spingerli ad entrare ma il forte dolore alla gola non mi avrebbe certo permesso di gridare a lungo motivo per cui dirottai su un'altra opzione che mi avrebbe inoltre concesso di liberare parecchia frustrazione e rabbia.

Presi a distruggere ogni cosa all'interno di quella stanza.

Ribaltai i mobili, lanciai i libri posati su mensole e all'interno della libreria, adocchiai gli oggetti più fragili e rumorosi che godetti nel distruggere ─ esattamente con lui era andato a distruggere le mie due valigie ─ e nell'istante in cui sentii la serratura della porta scattare andai a nascondermi dietro una rientranza vicina all'uscita.

Vidi un uomo entrare e guardarsi attorno, poi ne arrivò un secondo ed infinte un terzo.

Ne mancava uno, sentivo ne mancasse ancora uno perché potevo vedere leggermente anche la sua sagoma proiettata all'interno della stanza ─ ora al buio a causa mia ─ quindi semplicemente strinsi tra le mani le gambe di una sedia che lanciai contro una parete, spingendoli tutto ad entrare.

Non avevo mai alzato le mani su qualcuno che non fosse Heesung durante la nostra adolescenza e allo stesso modo non avevo maneggiato alcuna arma che non fossero gli ordigni forniti da Jeongguk.

In quel momento però avrei dovuto non solo difendermi da quei quattro uomini ma addirittura attaccarli senza farmi stendere al primo colpo subito.

Deglutii, mi passai le mani sudate sulle cosce e rimasi nella penombra fino a quando il primo uomo non mi passò davanti ─ ancora con la sua pistola nel retro della cintura ─ facendomi bramare di avere abbastanza coraggio per estrargliela ed attaccare.

Eppure cosa sarebbe successo se avessi esitato a sparare per primo? Avrebbero sparato loro? Anzi ─ domanda più intelligente e meno scontata ─ avrebbero sparato per ferirmi e ricatturarmi o per uccidermi?

Espirai profondamente ma non appena feci per sporgermi, lo sguardo del secondo uomo si puntò dritto nel mio.

Sbiancai all'istante e ─ come se un'improvvisa dose di adrenalina mi fosse stata appena iniettata ─ scattai verso quest'ultimo saltandogli addosso e trascinandolo a terra.

Mi venne quasi da esultare e da auto congratularmi per aver scelto ─ circa due anni prima ─ di iniziare con la palestra in maniera da dare una forma più tonica e spessa al mio corpo, maledicendomi subito dopo nel constare che quell'inspessimento aveva solamente aumentato la somiglianza mia e di Heesung.

➽ Twins | Kooktae ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora