Capitolo 26

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 ☢️Dopo un po' che sono lì ad ascoltare le onde che scrosciano, sento una presenza alle mie spalle. Mi giro di scatto, ma per fortuna è solo Erik. Si siede esattamente dove poco fa c'era Paolo, ma al contrario di lui non proferisce parola. Alla fine sono io a rompere il ghiaccio:《Ti serve qualcosa?》

Lui scuote la testa. Poi, dopo qualche secondo di silenzio, dice:《Senti, non vorrei fare l'impertinente, ma prima, quando parlavi con Mark e Dylan... 》

《Hai origliato》concludo.

Lui si affretta a correggermi:《No! È solo che è la stanza di fianco alla mia, e inavvertitamente ho ascoltato la conversazione》

Lo guardo attentamente: capisco che è sincero. Poi appoggio la testa sulle ginocchia:《Che importanza ha? Ch'è Zoolan Rice sappia dove sono adesso o tra un anno non cambia le cose. Non posso nascondermi per sempre》

Erik annuisce. Poi aggiunge:《Beh, anche io ho un segreto che non voglio rivelare. Facciamo così: io ti dico il mio segreto, così se io dovessi far sapere a Zoolan Rice dove sei, tu potrai dire il mio segreto a chi non voglio rivelarlo. Ok?》

Sorrido. È un ragazzo dolce, e non voglio ricattarlo così. Infatti rispondo:《Non ce n'è bisogno. Come ho detto, che Tu Sai Chi lo sappia ora o tra un anno, non cambia nulla》

Erik scuote nuovamente la testa:《Non sarebbe giusto》

《Ma non è giusta nemmeno la tua idea》

Lui sospira. Poi dice:《In realtà, avrei davvero bisogno di qualcuno con cui parlare》

Lo guardo, incuriosita:《Perché, non conosci nessuno con cui confidarti?》

Mi guarda negli occhi: i suoi sono castano scuro, quasi neri, molto più profondi degli occhi azzurri. Poi risponde alla mia domanda:《Sì, ma non sono disposti ad ascoltare la storia più di un paio di volte. Hanno i loro pensieri per la testa, e mi sembra giusto. Certo, si preoccupano per me, molti anche più di quanto non ce ne sia bisogno, ma sono tutti concentrati sulle partite che ci saranno. A certi poi, non ho raccontato niente. Anche se lo sapranno di sicuro》

Chiedo:《E perché vorresti parlare proprio con me? In fondo, per te sono una chissà chi di chissà dove. O no?》

Ridacchia:《Non lo so. È solo che mi ispiri fiducia. Hai l'aria del diario segreto, per così dire》

《Chissà perché me lo dicono tutti》ribatto, in ricordo di quello che mi ha detto Axel poco tempo fa. Sembra passato un secolo. 

Erik sospira:《Quindi, ti da fastidio se ti racconto?》

《Certo che no. Coraggio》lo incalzo. 

Lui comincia a raccontare. Io ascolto, interessatissima. Ascolto attentamente ogni parola:《Da bambino vivevo in America. Ero molto amico di Silvia, un altro giocatore della Unicorno che si chiama Bobby e un tale Malcom. Eravamo tutti e quattro felici. Giocavamo a calcio tutti i giorni. E ci giurammo di non smettere mai di giocare a calcio. Poi, un giorno, ebbi un incidente. Era grave, ma non mortale. Chiesi però a mio padre di dire ai miei amici che ero morto. Vedi, 》spiega, in risposta alla mia espressione stupefatta《rischiavo di non poter giocare più a calcio》

Io mi sorprendo a trattenere il respiro. È una storia triste, molto più drammatica della mia. Ma la storia non è finita (Beh, questo era abbastanza ovvio) :《Poi, un paio d'anni fa, ho deciso che volevo rivedere i miei amici. All'epoca sia Silvia che Bobby erano nella Raimon. Così per un po' sono rimasto alla Raimon, fino alle selezioni per la Unicorno. Sia io che Bobby siamo tornati in America e siamo stati selezionati. Ma poco prima di venire qui, ho ricevuto una notizia orribile》

Senso di DubbioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora