Capitolo 3

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"Hey, ma che cazzo fai?" Una ragazza bassa e con un po' di pancia mi apparì davanti. Aveva i capelli castani e gli occhi neri, le labbra carnose ed indossava un abito che non lasciava molto da immaginare su cosa ci fosse sotto ad esso. "Allora? Soffri per caso di mutismo selettivo?" Fece prepotente. "Senti cosa, se spunti dal nulla non è colpa mia, io devo andare dal preside e se non ti spiace, vedi di trattare meglio la gente nuova, ah giusto, copriti culona!" Le dissi in italiano. "Hey cocca, qualunque cosa tu abbia detto sparisci che è la mia via" disse. "Ma levati, devo andare" dissi dandole una spallata facendola cadere. Bussai alla porta del dirigente con enfasi. "Avanti" disse una voce bassa e mielosa. Aprii la porta e vidi un uomo dietro la scrivania, intento a fissare lo schermo del computer e cliccare con il mouse, credo stesse controllando dei dati. Sembrava molto muscoloso in quanto aveva le spalle molto larghe, aveva i capelli grigi, con una ciocca bianca, le labbra erano tirate, come se in quello che stava facendo ci sesse mettendo molta concentrazione. Ogni due click del mouse arricciava il naso a patata che si trovava sotto due piccoli occhi color verde foglia, stretti in due fessure come se cercasse di capire qualcosa di quello che guardava sullo schermo. "Bah, ci rinuncio!" disse abbastanza infastidito dal non riuscire a fare ciò che doveva. "mia moglie vuole che imparo ad utilizzare questi cosi elettronici, ma è tanto che so accenderli" si rivolse a me con una lieve espressione imbarazzata. quando mi guardò negli occhi potei constatare che l'uomo avesse sui 50 anni dato che aveva delle lievi rughe sulla fronte e sugli zigomi. "stia tranquillo, faccia pure" gli sorrisi cercando di non ridere per il suo evidente rossore da imbarazzo. "nono, tranquilla, piuttosto, avevi bisogno cara?" disse sorridendomi cordialmente e tirando verso l'interno i due lembi della sua giacca nera coprendo un poco la cravatta color pesca e la camicia bianca. "Oh, si, giusto... io sono Greta, sono nuova e sono stata mandata dal signor Blake" dissi strisciando a terra con un piede in segno di noia. "Giusto! Ti aspettavo! Perdonami, ma gli anni iniziano a farsi sentire e la memoria scarseggia" disse grattandosi la nuca e sorridendomi in segno di scusa. "Piacere! Io sono Michael Stone, il preside della L.G.U." riprese alzandosi per porgermi la mano. Cazzo se era alto! Sarà stato almeno 1.90! "Piacere mio!" annuii. "Ti prego siediti, insisto" mi intimò indicandomi una delle due sedie dal lato della scrivania in fronte al suo. Lucidò la targhetta con scritto Mr. Stone intanto che avvicinavo la sedia più vicina a me. "Allora Greta, ho bisogno di alcuni tuoi dati per fare il tuo libretto scolastico" disse cercando nuovamente di utilizzare il computer. "Greta Elena Moro, nazionalità italiana, nata a Milano il 20 luglio 1994, religione cattolica non praticante, numero italiano 338 5241325, cap 20742" dissi semplicemente. "grazie, ora puoi andare, blake ti accompagnerà al campus dove alloggerai, hai una settimana per ambientarti e sistemare le tue cose, poi inizierai gli estivi." disse, ormai prestando più attenzione al congegno elettronico che a me. "arrivederci e grazie a lei!" dissi prima di uscire chiudendomi la porta alle spalle. Gentilezza, bleah che smancerie inutili! Riflettei con una smorfia di disgusto. Camminai tranquillamente lungo il corridoio guardando con superbia la tizia stesa ancora a terra che mi rivolse un' occhiataccia da questamelapaghi e corsi verso Blake, che era appoggiato sulla sua auto a guardare il cellulare. "hey, eccoti finalmente, ci sei morta in presidenza?" Mi salutò sorridendo. "ha ha ha simpatico" lo guardai torva. "Stone ti ha detto se devo portarti da qualche parte?" chiese mettendosi in tasca il cellulare. "sì, ha detto di andare al campus" dissi andando verso l'auto. "eh no, hai capito male, sull' auto non sali! Prendi la tua roba e si va a piedi! Sarebbe uno spreco di benzina perchè è a 5 minuti da qui!" disse aprendo il baule e tirando fuori tutto. Prese due valige e iniziò a camminare lungo una strada circondata dai prati. "di là ci sono gli appartamenti delle confraternite" disse indicando una strada a destra. "a sinistra c'è una libreria andando in fondo, dritto, cioè dove stiamo andando, il campus, e tutto il resto è strada e parco! Londra dista 5 km dalle nostre strutture ovvero più o meno 20 minuti dall'aereoporto e 10 minuti da qui" disse continuando a camminare. "Figo!" dissi soddisfatta. Chiacchierando del più e del meno arrivammo subito a un grande edificio con riprodotti gli stessi murales della scuola, ma senza logo. Era circondato da un muretto basso che compieva un semicerchio sulla parte anteriore. A destra, distante poco più di 50 m dai dormitori c'era un bar/paninoteca abbastanza grande e un parcheggio enorme pieno di macchine, credo quelle dei ragazzi delle stanze. Tutto il resto del panorama era costituito da fiori, alberi e prato. Giusto qualche panchina qua e la occupata da alcuni ragazzi. "vai alla receprion, entrata a destra è il dormitorio femminile, io non posso entrare.. ci si vede!" disse salutandomi con la mano mentre tornava verso la scuola. Ricambiai il saluto e con i miei tre trolley, la mia chitarra, il mio bagaglio a mano e la mia borsa andai verso le porte di vetro che si aprirono al mio passaggio. Passai sul tappeto d'entrata dove c'era il logo della mia nuova scuola e e mi guardai attorno. La hall aveva una moquette azzurra e le pareti color panna. Mi diressi al bancone in legno chiaro dove stava una donna che avrà avuto sui 40 anni che indossava una divisa nera. "desidera?" mi schiernì acida. "sono nuova, vorrei sapere dove alloggio" risposi altrettanto fredda come una vipera. "sei?" disse assottigliando gli occhi. "Greta Moro" dissi appoggiandomi al bancone con i gomiti penetrandola con lo sguardo mentre la donna guardava lo schermo inserendo velocemente il mio nome nel portatile. "stanza 109, secondo piano" disse con sufficenza. "Grazie" dissi spezzando il contatto visivo con quell'essere e camminando verso la scritta ascensori. Salii portando con me la mia roba andando fino al secondo piano, percorsi l'intero corridoio fino in fondo dove trovai la porta con scritto 109. Inserii la chiave nella serratura e spalancai la porta. Come mi aspettavo non era molto grande, aveva un parquet in legno scuro e i muri bianchi, anche se erano piuttosto ingialliti, penso per lo sporco. C'erano due letti a castello, ognuno aveva delle lenzuola azzurre, il cuscino con la federa bianca e la testiera in ferro. Ogni letto aveva accanto un'armadio e sotto al posto di completare il letto a castello c'era una scrivania e una sedia. C'era una finestra con un balconcino. Aprii una porta che si trovava in fondo sulla sinistra e trovai un piccolo bagno dove c'erano un WC e un lavandino con uno specchio affincato da delle ante. Non ho la doccia.. ci saranno le docce in comune.. che schifo!! Pensai. Tornai in fianco al letto buttandoci sopra la borsa e le valige, prendendo la mia roba da bagno e sistemandola al suo posto, presi poi i vestiti dalla loro valigia mettendoli nell'armadio facendo lo stesso con la valigia delle scarpe, attaccai qualche poster e qualche foto di famiglia, misi a terra il porta chitarra e la misi vicino alla scrivania, dove ci appoggiai alcuni libri che mi ero portata. Chiusi le valige vuote e le misi sopra l'armadio, arrampicandomi pericolosamente sulla sedia. Dopo mezzora di sistemazioni mi sdraiai sul mio letto, fu allora che notai che sull' altro letto c'era una valigia azzurra e sotto delle ciabatte. Wow, ho una compagna di stanza, chi sarà mai? Mi chiesi ironicamente felice, e fu proprio allora che la porta si aprì.

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Heyy <3 so che avrei dovuto aggiornare prima.. scusate il ritardo buona lettura!! <3

-Val Xx

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