𝐈𝐍𝐒𝐓𝐀𝐆𝐑𝐀𝐌 || Matthijs de Ligt

72.

Matthijs stava soffrendo.
Aveva finalmente esternato ciò che provava alla ragazza che le piaceva, tuttavia si sentiva peggio di prima: sì, perchè il ragazzo si era immaginato ogni reazione possibile di Giorgia, tranne quella che lei aveva avuto in quel momento.

Era stata zitta. A fissarlo. E gli faceva male, perché quella sua assenza di parola gli aveva spezzato il cuore e distrutto tutti quei castelli in aria che aveva costruito, quella barriera che aveva edificato per reprimere i suoi sentimenti e cercare di fare il meglio per Giorgia senza però palesarsi, anche se quello avrebbe voluto dire soffrire: preferiva stare male lui ma vedere felice lei.

"Matt... - sussurrò lei, fissandolo con gli occhi lucidi. Fece spazio sul divano, facendo cadere i popcorn a terra, e si avvicinò a lui, le sue mani sul suo bicipite esageratamente grande - Mi dispiace."

"Ti dispiace? - ripetè lui - Cosa?"

"Non essermi accorta. Averti guardato non così attentamente. - disse la ragazza, rannicchiandosi contro Matthijs, che dal canto suo non potè fare altro se non allungare una mano e circondarle la vita - Dovevo capirlo che provavi qualcosa per me, ma ero troppo presa a credere che fossi un mio amico e che le tue premure fossero quelle di un grandissimo amico. Ti voglio bene, e tu ne vuoi a me: ho sempre pensato questo. Devi aver sofferto non poco quando sono stata con Davide, eppure tu non mi hai mai abbandonata e mi sei sempre stato vicino... avrei dovuto capirlo. Mi dispiace averti fatto stare male."

"No no Gio, non disperarti. - le disse Matthijs, dispiaciuto per averle fatto credere che la colpa fosse sua - Io mandavo segnali troppo deboli, evidentemente. Ma è tutto passato, davvero. E starei peggio se tu, ora, non mi dicessi cosa provi..."

Giorgia annuì, comprendendo quel che voleva dire l'olandese ma senza sapere bene cosa rispondere.

"Diciamo che ho riflettuto, anche aiutata da altri, ma quel che provo non possono dirmelo gli altri. La parentesi con Davide non si può definire vera e propria relazione, perciò diciamo che sono un po' inesperta in questo campo. Quel che so è che io con te sto bene, mi piace passare del tempo con te perchè mi fai sentire qualcuno, mi fai sentire me stessa come vale la pena esserlo. E non posso ignorare questo, il fatto che tu mi tratti come fossi una persona importante, anche se non lo sono... beh, forse per te sì."

Matthijs annuì confermando quanto lei avesse già detto.
"Sì, lo sei. Sei importante per me, Gio. Ho imparato ad apprezzarti sempre di più, e se all'inizio era amicizia..."

Giorgia alzò una mano e lo interruppe.
"Non dirlo, non ancora. Io devo ancora capirlo bene, e voglio capirlo da sola. Perciò stammi vicino, okay? Solo lasciami il tempo di capire bene cosa provo."

Matthijs accolse quella sua richiesta annuendo con un accenno di sorriso che mirava solo a tranquillizzarla.
Anche lei, allora, ricambiò il sorriso.

"Vieni qui." disse, prima di sporgersi ed abbracciarlo.
La ragazza sentì le forti braccia dell'olandese stringersi attorno alla propria vita, e si disse che nessun altro paio di braccia l'aveva mai fatta sentire così protetta e al sicuro.

Il ragazzo, invece, non poteva che ringraziare il destino per averle fatto incontrare una persona così speciale.
Con il mento poggiato sulla sua esile spalla, percepì le mani di Giorgia accarezzargli i capelli.

"Matt. - mugugnò lei - Hai dei capelli bellissimi."

Non era proprio il complimento che si aspettava di ricevere, ma sorrise ugualmente.
Sciolse l'abbraccio per potersi allontanare leggermente e guardarla negli occhi, sorridendole.

"Oh, e mi fa piacere essere importante per te. - disse ancora, senza temere il suo sguardo e tenendo i suoi occhi incatenati a quelli azzurri di Matthijs - Beh, sappi che anche tu sei speciale. Ho attorno molte persone che sono mie amiche, ma poche sanno essere speciali... tu sei una di quelle. So che vorresti sentirti dire altro, ma per ora accontentati di sentirti dire che ti voglio bene. E non poco."