"Sentivo" il silenzio di tutti i presenti.
Nessuno stava fiatando.
"Beh? Cappellaio, cos'hai? Paura? Se non mi dici subito dov'è Alice, potete dire addio alla vostra testa". Il Fante di Cuori aveva una voce fredda e ostile.
"L'abbiamo già salutata." Rispose il cappellaio ridendo, e facendo ridere tutti, compresa me.
Ma cercai di trattenermi per evitare di farmi scoprire.
L'uomo vestito di nero rinunciò, e se ne andò finalmente.Il cappellaio dolcemente mi tirò fuori dal suo cappello.
"State tutti bene?" Domandai.
"Ho visto quello che ha fatto da sotto il cappello sporgendomi un po'...non siete feriti vero?"Il gatto mi guardò con occhi pieni di lacrime:"Alice, mi ha fatto molto male...mi puoi coccolare?"
Lo guardai con sguardo gelido, mentre il cappellaio allontanava il muso del gatto dal mio viso.
"Prima di tutto, prendi del tè ed evita di avvicinarti così ad Alice."Lo Stregatto lo guardò male.
"Va bene, va bene."Disse mentre versava una tazza di tè."Alice, ascoltami bene" Disse il cappellaio. Mi voltai per ascoltarlo.
"Dovrai fare presto a tornare nel tuo mondo. Qua saresti in pericolo. Torneremo da te quando le acque si saranno calmate."
Io lo guardai sbigottita...ero in pericolo?
"Perché sarei in pericolo?!"
"Il fante è venuto a cercare te per ucciderti. La Regina di Cuori ha deciso di decapitarti per poi così diventare la preferita del popolo.." Continuò.
"Ma io non sono la preferita..." Dissi.
"Si invece Alice, tutti qua ti amano. Compresi noi." Aggiunse il gatto.Sorrisi dolcemente. Per poi rivolgere uno sguardo al cappellaio.
"Tornerete a chiamarmi vero?" Chiesi.
"Certo Alice. Quando tutto sarà calmo. Ora però devi andare."
Annuì.
Mi diede una pillola, che avrei dovuto prendere solo una volta arrivata alla tana del bianconiglio.
Lo Stregatto decise di accompagnarmi, per evitare dei rischi.Ci incamminammo verso la tana del coniglio.
C'era un cartello.
"Up The Rabbit Hole"
Sul cartello c'era una freccia che puntava in alto.Guardai verso il cielo, e vidi un tunnel con degli oggetti volanti. Di cui non si vedeva la superficie, sembrava infinito.
"Come faccio a salire lassù?!"
"Basta usare le scale." Rispose il gatto.
Non c'erano scale.
"Dove sarebbero queste scale?" Dissi con aria ironica.Lo Stregatto mi indicò degli scalini rovinati per terra sotto al tunnel.
"EH?! Ma sono solo tre scalini, che non portano da nessuna parte tra l'altro!" Dissi.Cheshire mi prese per mano, e mi trascinò fino agli scalini.
Io lo guardavo.
Lui si girò verso di me, e mi scoccò un leggero bacio sulla guancia, per poi abbracciarmi.
"A presto Alice." Disse, mentre sentivo le lacrime scendere dal mio viso.
Stavo per lasciare questo posto colorato, per tornare alla solita grigia città, triste e dolorosa.
C'ero stata così poco, eppure quel posto, lo amavo già così tanto.
Mi fece segno di andare, così misi un piede sul secondo scalino, e apparve una scala gigantesca, fatta di pietra piena di funghetti colorati e di...zucchero a velo(?).
Salutai Cheshire con le lacrime. Mentre lui spariva.
Continuai per un po' a salire le scale.
Finalmente arrivai a destinazione, presi la pillola, e a quel punto, mi svegliai nel mio letto con un mal di testa assurdo."Finalmente Alice, sei tornata tra noi?" Domandò una voce in casa mia.
"Ch..chi sei?" Chiesi con voce stanca e tremante.
"Ma come...sono Federic!"
Ah...Federic, un mio vecchio amico, l'unico col quale riesco ad avere un bel rapporto, se così si può chiamare.
Diciamo che ogni tanto gli parlo dei miei problemi."Ieri eri in un trip assurdo!" Disse ridendo.
"Trip?" Chiesi. "Non ho assunto droghe ieri sera...""Queste cosa sono? Pastiglie del trip."
Come le chiama lui. Sono praticamente droga in pastiglie.
"Ma che...ieri sera non erano così! Lo giuro! Guarda! Le scritte cambiano!!!" Dissi convinta.
Ma quando guardai la scatola c'era solo scritto il nome.
"Mad Hatter Pills"Merda! Ma sul serio?!
Sembravo pazza!
"Oddio mio..." pensai.
"Piantala Alice! Non cambia niente qua. Hai assunto della droga, dillo senza fare storie, anche io lo faccio!"Disse un po' ridendo e poi in tono serio.
Lo guardai sconsolata però mi misi ad annuire comunque. Non avevo assolutamente voglia di spiegare come, dove e perché. Quindi ci rinunciai.
"Ora però torna a casa che ho male alla testa" Dissi.
Lui mi guardò per qualche secondo e poi annuì. Ma prima mi lasciò delle bustine sul tavolo.
"Usale! Sono delle tisane." Disse mentre usciva di casa.
Lo salutai con la mano e mi fermai a guardare le tisane.
"Non ero drogata...era reale...però..." Avevo dei dubbi.
Potevo essere pazza, oppure era solo frutto della droga.
Non lo sapevo più.