Il Cappellaio decise di accompagnarmi a casa, e assicurarsi che io fossi al sicuro.
"Se il Fante dovesse trovare casa tua...sarebbe un bel guaio."
Volevo nascondergli il fatto che fosse già venuto da me, e che fosse rimasto per qualche giorno.
Avevo troppa paura di una sua brutta reazione.
"Potrebbe arrabbiarsi con me..." pensai.Il Cappellaio continuava a smanettare in giro, cercando di chiudere qualsiasi finestra e tenda, porta e serratura.
"Ecco qua...ora non dovrebbe capire che questa è casa tua."
In realtà, pensavo che tutte quelle barricate l'avrebbero solo resa più evidente, ma non dissi nulla.
"Alice..." lo vidi avvicinarsi verso di me per poi farmi appoggiare delicatamente al muro alle mie spalle.
"Mi stai nascondendo qualcosa...non è vero?" Rimasi incantata ad ammirare la bellezza di quel ragazzo. Pensavo che nessuno avrebbe potuto batterlo.
I capelli biondi gli ricadevano sul viso, davanti agli occhi chiari e profondi.
Iniziai a balbettare qualcosa di incomprensibile, dopodiché presi un respiro profondo, e glielo dissi.
"Cappellaio, il Fante è già stato qui." Chiusi gli occhi aspettandomi un colpo, o un urlo, ma il ragazzo restò tranquillo e posato.
"Capisco...per quanto tempo?"
"Poco meno di una settimana." Mi affrettai a dargli quella risposta semi rassicurante. Almeno nella mia testa lo era.
"Va bene...Alice, non dovresti far entrare gli sconosciuti a casa tua con così tanta negligenza."
Lo fissai negli occhi, per poi provare a spiegargli i motivi, ma senza successo, mi limitai a prendermi quella "sgridata" e continuare a sorridere.
"Alice. Non puoi fare entrare altri uomini in casa tua."
La sua espressione divenne seria e le sue sopracciglia bionde si inarcarono, volgendo verso la porta d'entrata uno sguardo a dir poco arrabbiato.
"Sc-scusami...non lo farò più." Solo dopo che lo rassicurai, il Cappellaio tornò a sorridere come sempre.Mi sedetti in cucina, e preparai per lui un tè alle rose.
"Alice, dammi quelle pillole." Volse lo sguardo verso le "Dreaming Alice".
Presi la scatoletta tra le mani, e gliela porsi delicatamente.
Il Cappellaio la scrutò a lungo.
"Queste pillole, sono pillole per entrare nel nostro mondo, e ovviamente, come si può fare ad entrare se non...sognando?" Mi rivolse un sorrisetto nascosto dai suoi capelli.
"Non è droga, men che meno pastiglie per agevolare il sonno. Puoi prenderne quante ne vuoi, quando vuoi. Ti riporteranno indietro." Alzò lo sguardo e iniziò a fissare l'orologio con un sorriso in volto.
Sembrava più calmo rispetto a prima.
"C-Cappellaio...qual è il tuo nome?" Il ragazzo mi guardò, il mio cervello stava impazzendo, ci pensavo sempre. Quale poteva essere il suo nome?
Me lo chiedevo molto molto spesso.
"Vuoi sapere il mio nome?" Annuii in preda alla curiosità che mi mangiava interiormente.
"Mi chiamo...Shin."
"Che bellissimo nome...è straniero non è vero?"
Il ragazzo accennò una leggera risata.
"Si...è il nome di un samurai della marina giapponese morto nell'era Meiji." Sgranai gli occhi, era così acculturato.
"Mi spiegherai la tua storia e quella di tutte le altre creature del vostro mondo?"
Il Cappellaio sorrise ancora una volta, e poi annuì.
"Un giorno Alice...un giorno."Il mattino seguente mi alzai dal letto, avevo mal di testa e una voglia matta di bere molta molta acqua.
"Dev'essere a causa della bevuta di ieri sera."
Andai in cucina per prendere delle pastiglie, in modo da alleviare il mal di testa, e proprio lì, mi trovai davanti, il Cappellaio, che preparava la colazione.
"C-Cap-Shin?" Balbettai un po' sul suo nome.
Il ragazzo si girò sorridente, aveva i capelli raccolti.
Notai solo in quel momento quanto poteva essere bello.
"Gradisci?" Mi chiese.
Annuii con l'acquolina in bocca.
Mi mise del miele sopra quei pancake dall'aspetto delizioso.
Il miele scendeva, e si posava sulla frittella dolcemente, come un dolce bacio.Mi resi conto che il Cappellaio si sporcò un dito con lo stesso miele.
"Shin! Hai le dita sporche di miele!" Mi misi a ridere, mentre lui mi rivolse uno sguardo malizioso.
"Vuoi leccarlo via per me?" Sgranai gli occhi e smisi di sorridere.
"Ma che dici..." sentii le mie guance andare a fuoco letteralmente, dovevo essere rossa come un pomodoro.
Il Cappellaio si mise a ridere, e poi mi accarezzò la testa.
"Stavo scherzando non preoccuparti. Non ti farei mai fare una cosa del genere."
Sorrisi nuovamente, e poi lo guardai negli occhi.
"Sei davvero bello..." mi complimentai con lui.
Il ragazzo alzò un sopracciglio, accennando un sorrisetto.
"Anche tu Alice...ma come mai questo complimento casuale?"
Non seppi come rispondere a quella domanda, volevo dirlo e basta, non c'era un vero e proprio scopo nelle mie parole.
Non risposi.