CAPITOLO 9- My love for you is so beautiful and so damned.

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Il mattino seguente, mi svegliai con un dolce profumo di gelsomino che inebriava le coperte.
Inalai quel buonissimo profumo, e poi mi alzai lentamente, mettendomi seduta a gambe incrociate sul letto.
Ancora senza vestiti, mi guardai attorno.

Volsi poi il mio sguardo accanto a me, dove vidi Shin dormire beatamente.
Quando dormiva era davvero stupendo, sembrava un angelo caduto dal cielo arrivato solo per me.
Presi tra le dita una ciocca dei suoi capelli morbidi e biondissimi, e la feci scivolare delicatamente di nuovo sulla sua spalla.
Era ancora nudo.

D'un tratto, a quel pensiero, le guance mi ribollivano, e mi facevano sentire sempre più calda e rossa in viso. Come avessi la febbre.
Sentii una voce rauca e delicata provenire dalle mie spalle.
Shin aveva aperto gli occhi, i suoi grandi occhi chiari, con quelle ciglia veramente lunghissime, ma stupende.
Avvinghiò le sue mani attorno alla mia vita.
"Buongiorno Alice..." lo sentii mollare la presa e ricadere sul letto, esausto.
"B-b-b-u-bu-bu-buongiorno!" Mi girai violentemente verso di lui, e lo vidi osservarmi.
"Che c'è?"
"Alice...sei bellissima." Sorrise leggermente, come soddisfatto del suo operato, e poi, si alzò, prendendo prima dei vestiti da terra.
"Shin...come mai ripeti in continuazione il mio nome?"
Il ragazzo si stava allacciando la cinta, e poi si girò verso di me, potei ammirare il suo fisico stupendo e la sua pelle chiara.
Non resistetti all'impulso di appoggiarmi sul suo petto, e mi lasciai cadere.
"Perché il tuo nome è bello Alice. E poi, devo recuperare per tutti gli anni in cui non ti ho vista."
Gli sorrisi.

Mentre eravamo in cucina a fare colazione, il ragazzo continuava a fissarmi insistentemente.
Piegai la testa.
"Alice. Ora, tu sei mia giusto?" Il suo sguardo era serio.
Arrossii a quelle parole.
Non sapevo proprio cosa rispondere.
Mi limitai ad annuire dolcemente, mentre mangiavo le fragole con la panna.
Il Cappellaio saltò in piedi e mi baciò sulla fronte, per poi abbassarsi e baciarmi le labbra.
"La mia piccola Alice...nemmeno Dio sa quanto ti amo." A quelle parole sorrisi, era la prima volta che le sentivo.

Lo stesso pomeriggio, mi recai al negozio per prendere alcune cose. Decisi che avrei lavorato anche se il negozio restava ancora chiuso.
Avrei ultimato i miei lavori a casa.
Mentre facevo la strada però, mi fermò un uomo dalle dubbie intenzioni, cercai di raggirarlo, ma insisteva sul fatto di voler essere accompagnato.
Non avevo alcuna intenzione di farlo.
Ad un tratto lo vidi impietosirsi, e abbassarsi leggermente guardando dietro di me, girai la testa, e vidi, sciogliersi nel vento, dei capelli grigi dai riflessi blu che brillavano come zaffiri.
"Cheschire?" Dissi. Il gatto mi sorrise e fece scappare l'uomo.
"Grazie di avermi aiutata, proprio non sapevo più cosa fare."
"Di nulla Alice. Cosa fai qui in giro da sola?" Sbuffai dopo le sue parole.
"Sto andando a prendere delle cose in negozio, il lavoro è sempre lavoro."
Il ragazzo si offrì di accompagnarmi ed accettai di buon grado. Decisi che gli avrei anche chiesto di cosa conversavano lui e il Cappellaio fuori in balcone la sera prima.

Arrivammo in negozio circa dieci minuti dopo, un odore pungente di metallo mi arrivò al naso come un missile, e mi fece starnutire e tossire contemporaneamente.
Mi guardai intorno ma non vidi niente che potesse avere quell'odore orribile.
Entrammo nel negozio, dove il profumo era sempre il solito, profumo di vecchie stoffe e vecchi mobili.
I fiori ormai appassiti appoggiati sul bancone producevano un profumo lieve che si poteva sentire solo avvicinandosi.
"Per fortuna che ho portato Brucaliffo a casa con me. Se no sarebbe morto davvero qui dentro." Pensai ridacchiando.

Mentre prendevo le mie cose, lo Stregatto guardava in giro curioso...beh...come un gatto.
Toccava tutto quello che aveva sotto mano, cappelli, soprammobili, fogli, matite. Non riusciva proprio a stare fermo.
Mi attanagliava anche a me la curiosità della loro "conversazione" che a me sembrò più un litigio. Non sapevo se me lo avrebbe detto, o come avrebbe reagito, ma la curiosità era troppa ed andava sopra la paura.

𝐀𝐥𝐢𝐜𝐞 𝐢𝐧 𝐖𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝🗝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora