Come l'aver inventato il capodanno per individuare convenzionalmente la fine e l'inizio dell'anno, qualsiasi evento nella nostra vita può avere la stessa funzione, rappresentando ambo le parti: la fine di un'esperienza o di un nostro modo di essere e l'inizio di qualcosa di nuovo, che non sappiamo ancora dove ci porterà. Con questo non intendo dire che ogni evento porti con sé grandi cambiamenti ogni volta, però bisognerebbe fermarsi e capire se quel particolare evento l'abbia fatto o meno. Sembra banale detto così, dovrebbe venirci automatico, ma nel tempo ho incontrato diverse persone che sugli eventi della loro vita non ci avessero riflettuto neanche poi così tanto, accettavano passivamente che quella cosa fosse successa a loro e non a qualcun altro e che quanto successo non può essere cambiato e quindi l'unica cosa da fare è andare avanti. In questi momenti, mi piacerebbe riuscire a capire quali meccanismi entrano in atto nella mente della persona che ho davanti, cosa la porti ad andare avanti, senza una vera analisi e senza una vera presa di coscienza.
Però non siamo tutti uguali, non pretendo tutti la pensino come me, anche se davvero non capisco come facciano, per me è abbastanza necessario cercare il significato di quello che vivo. Mi soffermo un attimo su questo 'abbastanza' che non è casuale, non sempre lo faccio immediatamente, nel momento esatto in cui vivo un evento che può essere considerato come nuovo inizio; delle volte mi capita di dover aspettare e metabolizzare qualche giorno, prima di poterci ragionare su.
Come nel momento in cui finisci il quinto superiore- non riesci del tutto a pensare che si sia aperto un portone verso la tua futura vita; tendi invece a soffermarti principalmente su quello che ti lasci alle spalle. I compagni di classe con cui ogni tanto andavi d'accordo e altre volte no, alcuni dei quali così simili a te da diventare i tuoi migliori amici, anche se, in cuor tuo, sai che se la vita non te li avesse messi in classe insieme, probabilmente, non sareste mai diventati amici, perché troppo diversi e non fatti per stare insieme, al massimo per salutarsi due minuti, prendervi un caffè insieme e continuare per la vostra strada. E forse ne sei anche consapevole e provi disagio nel pensarlo, perché magari per loro non è così, per loro tu sei la persona migliore che potessero incontrare. O magari mi sbaglio e hai veramente trovato le persone giuste per te, non per forza in classe, magari in quella di fianco. Tutti gli amori vissuti tra i banchi di scuola, il compagno di classe carino che ti dedica le sue attenzioni e che non vivrai più. Il loro tempo è finito.
Ecco, su questo tendi a soffermarti, su quanto hai perso, sul vuoto che stai provando nel non avere più quel qualcosa che ti ha fatto stare bene negli ultimi tempi, mesi o anni, non lo so, nonostante le varie difficoltà. Il pensiero di tutto il tempo che hai impiegato nel costruire quei rapporti duraturi e un po' forzati con queste persone, con le quali al momento ti starai ripromettendo di passare l'eternità insieme, attraversando tutte le vostre vittorie e sconfitte, è questo che ti assorbe. Non il nuovo spazio che queste persone e queste esperienze stanno lasciando, visto che nessuna esperienza è per sempre e anzi, risulta tale proprio perché non duratura.
In quel momento, nonostante sei gasato per l'inizio dell'università o per il fatto che andrai a lavorare, proprio non riesci a concentrartici su, perché ciò che hai finito ti sembra molto più vicino ed importante di ciò che stai per iniziare, che non ti emozionerà subito, non ti farà vivere quelle forti emozioni che hai vissuto negli ultimi 5 anni e di cui, invece, tu hai bisogno per apprezzarlo.
Ed è sbagliato pensare che una volta terminato qualcosa di così grande e di passaggio, sia esattamente come prima cominciare qualcosa di nuovo; non siete più la stessa persona. Se foste in grado di affrontare gli eventi nello stesso modo, di aver bisogno delle stesse cose o di avere le stesse reazioni, vorrebbe dire che quell'esperienza non l'avete veramente vissuta. Te ne rendi conto in un secondo momento che nonostante ti fosse piaciuto quanto vissuto, nonostante quel periodo ti avesse dato tanto, andando a costituire una parte di te, quello di cui hai bisogno è altro.
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Ellisse
Non-FictionLa fine determina un inizio e viceversa. Due facce della stessa medaglia che si rincorrono in un continuo di esperienze. Tramite momenti, elementi autobiografici e non, racconto una storia. Capiresti quale sia e quali siano l'inizio e la fine, se...