“Ti ho detto che ormai sei troppo grande, è inutile iniziare adesso...rimarresti indietro e faresti solo figuracce”
“Ma...mamma-”
“Viviane! Ho detto di no.”
“Va bene...”Viviane era arrabbiata. Il ragazzo che le piaceva si era appena iscritto al Cobra Kai, magari l'avrebbe notata, anche se l'avrebbe odiata, l'amica di Yasmine che lo derideva ogni volta. Se non avesse dovuto pagare, si sarebbe già iscritta, ma doveva, e non sapeva come. Corse in camera e prese il cellulare.
“Zia? Hai ancora libero quel posto?”
“Certo, Hai deciso di accettarlo?”
“Si!”
“Alle 20 inizi! Puntuale”
Le avrebbe pagate da sola quelle lezioni. Anche a costo di non uscire la sera.Uscì di casa e si avviò verso il centro commerciale. Voleva informarsi sui costi, ma iscriversi online non la avrebbe messa in mostra.
Indossava il suo top blu notte e dei pantaloni da tuta grigia, che non la risaltavano molto. I capelli e gli occhi neri stavano male con tutto.
Entrò nel dojo. Molti ragazzi, che derideva ogni giorno, si voltarono a guardarla, perplessi. L'insegnante, un bell'uomo sulla mezza età le chiese se avesse bisogno di aiuto.
“Si, dovrei parlare con lei”
“Vieni con me, voi continuate così. Miguel guida tu l'esercizio”
“Si Sensei!”Entrarono in un piccolo ufficio disordinato che odorava di birra.
“Sbrigati ragazzina”
“Quanto costano le lezioni?”
“Settanta al mese”
Viviane abbassò la testa, riflettendo.
“Va bene. Posso iniziare domani?”
“Si, alle cinque, puntuale”
“Si Sensei!” sorrise, per poi uscire.
Prima di tornare alla macchina si girò a guardare il dojo. I ragazzi si erano tutti avvicinati all'insegnante che sorrideva.Le squillò il telefono.
“Ehy Yas!”
“Esci stasera?”
“Lavoro...mi dispiace”
“Tieniti libera per sabato sera, facciamo un giro al bowling”
“Ci sto!”Prima di entrare a lavoro mangiò un piatto di pasta velocemente, poi entrò nel locale.
La zia le diede una maglietta rossa, un po' lunga per lei. Era così bassa che spesso doveva farsi sistemare i vestiti da una sarta.
“Servirai quei tavoli, hai imparato il menù?”
“Si zia”
“Brava, tesoro di zia, mi raccomando, il cliente ha sempre ragione”
“Me lo ricorderò”
Si avviò verso i suoi primi clienti, indossando il suo sorriso migliore.
“Salve, pronti per ordinare?”
“Si, due tartar di tonno e delle patatine” rispose l'uomo con un sorriso.
“Qualcosa da bere?”
“Acqua liscia. Grande per favore”
“Va bene, tornerò presto con le vostre ordinazioni”
Portò il foglietto in cucina e si mise a pulire uno dei tavoli.
E poi lo vide entrare. Era difficile non riconoscerlo, a causa della cicatrice che aveva sul labbro, per cui tutti lo prendevano in giro, soprattutto Yasmine. Era accompagnato da una donna molto seria, ma che sembrava gentile, e un uomo al telefono. La zia li mandò a sedersi proprio nel suo scomparto e Viviane corse a prendere le ordinazioni. Sorrise sincera e pose la solita domanda.
“Pronti per ordinare?”
“Si, io prendo...” iniziò la donna.
Viviane guardò il ragazzo. Lui si coprì la bocca, per evitarle la vista della cicatrice, e abbassò la testa.
“Potrebe ripetere per favore? Mi scusi, mi sono distratta...”
“Un'insalata di mare e dell'acqua gasata”
“Va bene, lei signore?”
“Piatto del giorno”
“Annotato. E tu?” chiese gentilmente, guardando il ragazzo.
“Pasta col tartufo bianco...” disse lui a voce bassa.
“D'accordo, l'acqua la porto grande?”
“Si, grazie” rispose la donna, cordiale.
“Potrei...potrei avere u-una Sprite?”
“Grande, media o piccola?”
“Media” rispose il ragazzo, con la mano sulla bocca.
“Va bene, torno presto con le ordinazioni” sorrise, abbassando il capo, quasi inchinandosi.
La donna e il marito le sorrisero, lui rimase a testa bassa. Come biasimarlo? Non si era mai comportata bene con lui.Arrivò stremata a fine turno e, dopo aver salutato la zia andò dritta a casa. Era così felice di avergli servito la cena, ma lui sembrava intimidito. Solo lei tra le amiche conosceva il suo nome. Eli. Se solo lui lo avesse saputo. Se solo avesse avuto il coraggio di mandare a quel paese Yasmine. Ma no, era una codarda e basta.
Indossò il pigiama bianco con Hello Kitty e si spazzolò i capelli. Doveva assolutamente fare qualcosa. Erano rovinati e quel nero non stava bene con nulla.
Si idratò le labbra con del burro cacao e ripassò la lezione per il giorno dopo. Poi crollò addormentata.La mattina dopo arrivò troppo presto. Indossò il top bianco e i jeans chiari. Mise sopra il top una camicetta a quadri rosa e un paio di sneakers. Raccolse i capelli in una treccia laterale, prese lo zaino e uscì, mangiando una mela.
Yasmine la aspettava davanti a scuola con Moon e Samantha, come al solito. Samantha, da quel che aveva capito, usciva con quel ragazzo asiatico che aveva sempre trovato carino, ma di cui non ricordava mai il nome.
Samantha era da poco loro amica, ma sembrava più a suo agio di lei.
“Vivi! Buongiorno! Andata bene a lavoro?” le chiese Moon col solito entusiasmo. Moon era perfetta e bellissima. Non a caso era il capitano delle cheerleaders.
“Estenuante...hai del correttore da prestarmi? Ho delle occhiaie pazzesche, ma ero in ritardo”
“Si, aspetta che te lo metto”
“Sam? Ci sei uscita ieri?” domandò Yasmine, curiosa.
“No, papà mi ha chiusa in casa...”
“Che noia...guardate là! Il nerd e labbro-mozzo!” indicò Yasmine. Moon rise e Sam la imitò, poco convinta. Viviane le rivolse un sorriso distratto, per poi guardare Eli. Lui ricambiò lo sguardo e si girò immediatamente, intimorito dalla possibile reazione di lei.
“Cavolo amico! Quella là ti ha guardato!” sentì dire dall'altro ragazzo.
“Già, probabilmente per insultare il mio labbro...”
“Una figa ti ha guardato! A me nemmeno mi ha notato!”Viviane si sentì triste. Tutto il male che aveva fatto le si stava rivoltando contro. Non sapeva come fare quel pomeriggio, al Cobra Kai.
Alla prima ora aveva storia con Eli. Yasmine e le altre erano a letteratura, perciò colse l'occasione per sedersi dietro di lui, che nel mentre parlava con Miguel e Demetri. Sapeva tutti i loro nomi.
Prese il cellulare ed entrò su Instagram. Cercò l'account del ragazzo e gli scrisse un messaggio.
«Aspetta a uscire alla campanella, vorrei parlarti...»
Sentì l'altro cellulare che vibrava ed ebbe un lieve sussulto. Miguel e Demetri si avvicinarono all'amico che fissava il cellulare confuso.
Si girò a guardarla, come per avere una conferma. Lei sorrise e annuì.Le parole del professore sembravano non fermarsi più. Il tempo sembrava non scorrere mai. Viviane batteva la gamba nervosamente. Non sapeva nemmeno cosa gli avrebbe detto.
E poi arrivò il momento. Quel drin drin fastidioso fu ancora più bello del solito. Attese che uscissero tutti, poi si avvicinò ad Eli.
Lui come al solito mise la mano sulla bocca e abbassò la testa.
“No, non coprirlo...non devi vergognarti...sono informata sul perché di quella cicatrice, sono cose che capitano. Non potevi decidere...”
“Non...non ti fa...schifo? Sono orribile...”
“Non fa schifo, anzi. Trovo che ti renda...unico...”
”Non sembra così...quando ridi di me con le tue amiche”
“In realtà stamattina ti ho solo sorriso...non volevo sembrarti cattiva, mi spiace...”
“Ah...io...scusa...”
Viviane sorrise. Sentiva il cuore batterle all'impazzata, ma sapeva controllarsi bene.
“L'altro giorno...quando la prof ha detto che piangevi per colpa nostra mi sono sentita uno schifo...non potevi decidere come nascere io...scusa...”
“Perdonata...volevi...parlarmi di qualcosa?”
“Si, il Sensei è severo?”
“Molto, come mai?”
“Oggi inizio ad allenarmi...ho un po' paura. Sicuramente mi sentirò a disagio...tutti voi là dentro avete qualcosa per cui odiarmi...”
“Già...puoi dirlo...oh...scusa non volevo...posso accompagnarti, se vuoi...”
Viviane voleva esplodere. Non sapeva come rispondere.
“Si! Ti prego...passi da casa mia alle...4.30?”
“Si, metti qualcosa di comodo...”
Annuì e uscì dall'aula.
Vide Miguel e Demetri rientrare e chiedere a Eli cosa gli avesse detto. Poi li vide sorridere e sorrise anche lei.•SPAZIO DELLA SCLERATA•
I primi capitoli saranno noiosetti, ma fatelo per me, andate avanti e commentate, consigliatomi anche cosa fare. Ok? Vi adoro, grazie per l'attenzione. ❤️❤️❤️

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†BIRD'S SOULS† ||Hawk||
Fiksi Penggemar•TRAMA Raven entra al Cobra Kai per conquistare un ragazzo, ma otterrà ben altro: una famiglia, la sua strada, la felicità. Troverà se stessa e capirà cos'è la vita. •PICOLO SPOILER «Ma lei non si voltò. Era troppo tardi per farlo, le lacrime avevan...