Una guerriera

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Il cielo iniziò a diventare cupo, come se qualcuno avesse oscurato il sole, dal fondo della foresta si udì un fruscio, e dopo nemmeno un minuto il capo dei risma si materializzò davanti a loro, tutto vestito di nero come la prima volta che si era mostrato. I mostri, che fino ad allora si erano limitati ad avanzare ora lanciavano urli gutturali al cielo e tutti insieme iniziarono a correre nella loro direzione. Esme avanzò di un passo e si pose davanti Evan per fargli da scudo col suo corpo,appena si mosse tutti i suoni che prima inondavano l'aria tacquero, tutti si voltarono nella direzione dei due ragazzi, fissando Esme. La ragazza era immobile, fissava tutta la riva del lago piena di mostri e risma, d'un tratto dalle acque del lago uscì un altro mostro, questo era molto diverso dagli altri, di umano non aveva nulla, I denti aguzzi, gli occhi privi di colore, sarà stato alto sui quattro metri e largo due,sul torace muschi e licheni lo ricoprivano come vestiti, era pieno di cicatrici, Evan si accorse che nessuno stava guardando lui, tutti fissavano lei.
L'aria era pesante, carica di un odore strano, come di corpi in decomposizione. Il mostro più grande avanzò ancora fino ad arrivare nella prima fila, gli altri mostri si scansavano al suo passaggio, sicuramente era qualcuno di importante per loro.
-quando me lo hanno detto non volevo crederci...-
La sua voce era profonda e dura,
-tra tutti gli esseri che mi aspettavo di vedere oggi, tu eri l'unica a cui non avrei mai pensato nemmrno per scherzo.-
La guardava come se fosse la cosa più preziosa che avesse mai visto,
-la sangue puro metà tigre,il mostro che non sarebbe mai dovuto nascere.-
Dal tono della voce sembrava quasi in preda all'eccitazione, che schifo.

Lei non disse nulla, si limitò a guardarlo, priva di espressione. Evan pensò che qualsiasi faccia facesse sarebbe stata sempre bella, non esisteva un'espressione che le rendeva il viso meno bello; se la si guardava senza conoscerla a chiunque sarebbe parsa una ragazza stupenda, ma su di lei si doveva ricordare il detto non giuducare un libro dalla copertina. Nessuno avrebbe mai pensato al mostro che potesse essere, metà umana e metà tigre.
Avanzando verso di loro il mostro disse
-avanti principessa si allei con noi, uccideremo tutti i risma su queste rive, dopo per ultimo mangeremo il ragazzo-
E sorrise. Un sorriso maligno, metteva i brividi.
Il capo dei risma li guardava,un'espressione indecifrabile, assorto nei suoi pensieri, ci fu un lieve spostamento d'aria e un secondo dopo il ragazzo era dietro ad Esme,le teneva una mano sul fianco e con l'altra le teneva il polso. Il capo dei risma le annusò il collo nudo, e a metà si fermò, dando un leggero bacio sulla pelle che fece venire i brividi ad Esme,

-voi non alzerete nemmeno un vostro lurido dito su di lei, è mia.-

Tutti gli sguardi erano fissi su di loro,
-da quando un principe che guida un branco di cani può essere cosi scortese con la principessa-

-te lo ripeto ancora, lei è mia, posso farle ciò che voglio, appartiene solo a me, è la mia regina-

A quelle parole tutti tacquero. Esme non disse nulla, guardava un punto fisso a terra,
-la tua regina? Lei è un'assassina spietata, un mostro, una macchina da guerra, può avere ciò che vuole non ha bisogno di te, lei non ha bisogno di nessuno.-

La stretta del ragazzo non si allentò ma una lacrima rigò il viso di Esme, che non la fermò, la lasciò mentre scendeva. Le sue lacrime argenteè brillavano al sole. Il ragazzo rimase con lo sguardo fisso su di lei, senza battere ciglio, poi alzò una mano, e Esme cadde. La guancia era tutta rossa, e bruciava , perchè lo aveva fatto?. Al fianco di Esme si aprì un piccolo portale, un secondo dopo una tigre lo stava varcando diretta verso il capo dei risma, i denti snudati, appena la tigre lo varcò si lanciò sul ragazzo che fece appena in tempo a scansarsi.
-Tu! Stupido demone come osi toccarla!
La tigre attaccò di nuovo, puntando gli artigli alla gola
-Tigrerra basta!
La tigre non si fermò continuò ad attaccare mentre il ragazzo schiava i colpi senza contrattaccare, la tigre saltò di nuovo, troppo veloce ed arrivò a tagliare il ragazzo sul braccio,
-Ti ho detto di finirla!
La voce di Esme si tramutò in un urlo, la voce era severa e fredda, nell'urlare un ringhio le turbinò in gola pieno di ferocia.
La tigre si fermò subito immobile, come se quelle parole fossero state pugnali che si conficcavano nelle ossa.
Si voltò lentamente verso Esme, che la guardava con occhi freddi, quasi minacciosi, erano pozzi di smeraldo puro quegli occhi, tanto belli da essere contemplati perfino da un dio, maledetti.
-Esme tu..

-No! Non devi preoccuparti

-Piangevi,piangevi lacrime di dolore e tristezza...

-Avanti principessa, cosa c'è da piangere? Non è poi male allearsi con noi, la tratteremo dalla principessa sangue puro che è
Il mostro parlava tranquillo, sorridente.

-Non farlo mai più

Il ragazzo rimase immobile mentre parlava,

-I deboli piangono, e tu non sei debole.

-Non sono debole? Perchè sono una macchina da guerra, vero? Perchè se vorrei potrei uccidervi tutti? Un mio capriccio e tutto crollerebbe in ginocchio per paura? Sono un mostro, già, ho i canini e gli artigli, due orecchie appunta e una coda, ho il sangue di tigre, sono la principessa sangue puro che non sarebbe dovuta mai nascere.

Tutti rimasero a bocca chiusa, nessuno parlava, tutti la guardavano

-Tu sei il mostro che mi appartiene, il più bello, quello che proteggerò fino alla morte.
Il ragazzo non la guardava, ma si sentiva che nelle sue parole non c'era sarcasmo, le aveva pronunciate piene di serietà, quasi si poteva udire nelle sue parole la promessa di eternità che si celavano nel cuore.

Una cacciatrice dagli occhi di smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora