Quando un cuore batte

317 25 0
                                    

Erano già passati tre giorni da quando aveva incontrato Esme, dopo che Tigrerra rispose ad Evan la ragazza si alzò e se ne andò nel silenzio più totale, portandosi dietro la tigre. Non ci furono stato attacchi da parte dei risma quei giorni, grazie a Esme forse? Il dubbio lacerava Zero dall'interno, in quei giorni l'aveva pensata costantemente, aveva pensato a quei due occhi verde smeraldo che erano come pozzi brillanti, quei lunghissimi capelli color tramonto vivo, la pelle candida che sprigionava odore di foresta, di libertà. Ella non era solo di una bellezza stravolgente era anche dotata di un potere soprannaturale, era pericolosa come un lama ricoperta di veleno, e meravigliosa come un fiore di loto mentre sboccia.

Doveva rivederla, voleva rivederla, li aveva salvati pur sapendo che lui era un mezzo demone, e non si era fatta scrupoli a proteggerli col suo fragile corpo, poteva morire ma non gli importava. Doveva cercarla, prima che potesse scomparire, magari era li da qualche parte nel bosco a cercare qualcosa, perchè non tentare. Prese la giacca e andò da Evan

-Evan sto uscendo ci vediamo sta sera.

-dove vai cosi di fretta?

-devo trovare Esme

-ma sei pazzo?! Potrebbe ucciderti, so che ci ha salvato e so che è bellissima ma Zero è pericoloso!

-non lo farà, ne sono sicuro.

Detto questo uscì dalla porta sbattendola, era ovvio che non lo avrebbe mai mandato da solo, perciò si cambiò mettendosi anch'esso la giacca, fuori faceva freddo, ed era impossibile andare scoperti, a meno che non si voleva morire all'istante.

Si incamminò verso la foresta a grandi passi, aveva come il presentimento che sarebbe successo qualcosa. Era davanti al lago fortesperanza , oggi l'acqua era brillante e chiara come sempre, mha chissà magari si sbagliava riguardo al presentimento. Forse. Era meglio tenere gli occhi aperti, aveva appena voltato le spalle al lago quando sentì degli sgocciolii provenire da dietro, non fece in tempo a girarsi che qualcosa lo afferrò per una caviglia alzandolo a testa in giù, davanti si trovò un mostro che sembrava mezzo squalo e mezzo uomo, era orribile, di umano aveva solo le gambe e le braccia munite alle dita da artigli che avrebbero potuto tagliare a fettine un elefante. Il mostro lo scaraventò a terra facendogli sbattere la testa sui sassi del lago. Quando fu a terra notò cose che prima non c'erano, la riva lunga quasi 200 metri era invasa da mostri, chi metà animale chi metà mostro, erano tutti umanizzati, ma tutti orrendi, da una fame vorace. Evan non si era nemmeno accorto che i Risma li stavano combattendo, ci saranno stati una ventina di mostri avvinghiati ai lupi, che stavano perdendo la vita. Tutti venivano uccisi e mangiati, oppure mangiati quando erano ancora vivi cosi che degli ululati carichi di dolore e sofferenza rompessero il cielo ogni secondo. Evan cercò di rimettersi in piedi ma il mostro lo addentò su un fianco rompendogli le costole, urli di disperazione squarciarono di nuovo l'aria. Il dolore era insopportabile, urlava come un pazzo.
Ci fu un fruscio nell'aria poi il dolore che Evan provava scomparse, sentiva che il suo corpo si stava rigenerando, le ossa si ricomponevano e i tessuti si assestavano, aprì gli per vedere cosa fosse successo, perchè non era morto. La prima cosa che vide fu sangue, un lago di sangue, il lago che prima era cristallino era rosso come la morte, e gli ululati dei risma che venivano uccisi cessarono. Dal fondo della riva si vedeva solo una massa indistinta di arancione e rosa, si muoveva troppo velocemente per poterne vedere i movimenti, si vedeva solo che ad ogni passo avanti era un mostro in meno, non si vedevano scintillì ciò stava a significare che non era armata, qualsiasi creatura fosse. Li uccideva a mani nude, veloce come un pugnale, senza fermarsi, era una macchina da guerra, ora si era avvicinata, Evan poteva vederne le forme sinuose e perfette, mentre si girava ad affrontare un altro mostro lo guardò, gli occhi erano smeraldo puro, I lineamenti delicati marcavano dolcemente il suo viso, rendendo più evidenti le labbra carnose e rosee, dischiuse leggermente la bocca come per dire qualcosa. I denti perfetti erano bianchi come latte, i canini leggermente a punta poggiati sul labbro inferore, la pelle bianca e candida come la neve lasciava intravedere le vene purpuree. I capelli stretti da un nastro nero le ricadevano lungo la schiena, fino alle coscie, poteva essere solo una ragazza, o meglio, una principessa. Ella lottava senza sforzo, uccidendo qualsiasi cosa le si mettesse vicino, era un'arma, la più pericolosa. Nel giro di 5 minuti aveva ucciso più di 500 mostri, aveva salvato i risma, e aveva salvato lui. Esme si guardò intorno e quando vide le rive del lago, sbiancò. Le rive che un momento prima erano libere ora erano piene da altri mostri che avanzavano verso di loro, questi erano più grandi di quelli di prima e sembravano anche più forti, facevano paura. Nel frattempo tutti i risma si erano riuniti a gruppi, ognuno del proprio clan, erano milioni e milioni di risma, E non tutti uguali, c'erano i risma del clan dell'Alaska, che avevano il pelo bianco e argentato, I risma del clan della foresta fluviale che erano tutti con gli occhi azzurri cielo, da tutte le parti del mondo si erano riuniti per combattere, ma come avevano fatto in cosi poco tempo? O forse quei giorni non si erano visti per questo, perchè dovevano chiamare tutti a raccolta. Lo spettacolo era raccapricciante, tra poco ci sarebbe stato uno scontro in cui avrebbe partecipato anche lui, e ora? Sarebbero stati sterminati tutti.

Una cacciatrice dagli occhi di smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora