8. Visita inaspettata

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Sono così stanca e avvilita di questa giornata che l'unica cosa sensata da fare mi sembra indiscutibilmente rinchiudermi nella mia stanza e starci fino a domani, così non posso provocare altri guai. Sono stanca, ho un gran mal di testa e non ho la minima intenzione di affrontare né Ginny, meno che mai Ron, che andrebbe in escandescenza accusandomi di essere una stupida irresponsabile e incapace di controllare le proprie facoltà mentali. Bè, è più o meno come la penso anch'io.
Però ho bisogno di parlare con qualcuno, quindi dato che non lascerò la mia camera per le prossime 12 ore ho mandato via gufo un biglietto a Harry chiedendogli di venire in camera mia. E          come dimostrazione che la sfiga mi perseguita mi ricordo solo dopo aver spedito il gufo che Harry questo pomeriggio ha gli allenamenti di Quiddich e non sarà disponibile prima delle otto. Bè, ho perso le speranze adesso. Meglio che mi stenda sul letto e dorma, invece di aspettarlo fissando il soffitto come una deficiente.

Qualcuno mi sveglia. O meglio, sento bussare alla porta svegliandomi di soprassalto. Finalmente Harry è arrivato, ho un disperato bisogno di spiegargli la situazione di merda in cui mi ritrovo.

-         Entra, Harry, la porta è aperta.
-         Bell' accoglienza, essere scambiato per San Potter!

Cazzo. Ma perché? Perché sono così maledettamente sfigata?

-         Che ci fai tu qui?
-         Capisco che aspettavi Potter, ma potresti trattarmi con più gentilezza dato che sono venuto fino in camera tua.
-         Ma che onore averti qui! Sai, purtroppo al momento la gentilezza non è il mio forte. E soprattutto se devo usarla con te.
-         Qualcosa non và?
-         Assolutamente niente. Anzi, è tutta un gran casino e ci sto di merda, ma non sei la persona più adatta per parlarne. E poi non credo che t'importi qualcosa di me.
-         Ma che dici? Se sono qua significa il contrario.
-         Non si direbbe, da come non mi hai neanche guardata davanti ai tuoi amici...
-         Allora è questo! Bè, Blaise lo sa.
-         Sa cosa?
-         Che abbiamo fatto sesso.
-         Che cosa?
-         Sei sorda?
-         No, aspetta, non puoi sbandierare così i cazzi miei!
-         Fino a prova contraria sono anche cazzi miei, credo.
-         Ma...
-         Senti, mettiamo subito in chiaro una cosa: Blaise è il mio migliore amico, e io gli dico tutto. Quindi non cominciare a lamentarti perché non mi fa alcun effetto. E tu, invece, che cosa devi dire a San Potter?

Mi blocco. Bè, si, in effetti è di quello che gli devo parlare. Ma è diverso, tutti sanno com'è Malfoy, ma io? La gente mi conosce per quello che sono? Non credo proprio. E poi il mio sta diventando un problema, e se non lo dirò a qualcuno scoppierò di sicuro.

-         Silenzio di tomba, eh Granger?
-         Senti, parliamoci chiaro. Ho fatto uno sbaglio. Un enorme sbaglio che purtroppo non posso cancellare. In tutta sincerità però mi da fastidio che la persona con cui sono stata a letto mi eviti davanti agli altri.
-         E' così che faccio sempre. – Vedo scintillare i suoi impenetrabili occhi di ghiaccio.

Non voglio piangere davanti a Malfoy. Devo trattenermi, non posso permettermi di dargli questa soddisfazione. Significherebbe dargliela vinta, e io non voglio perdere un'altra volta.

-         E allora perché sei venuto qui?

Tombola. Per la prima volta in vita mia vedo Draco Malfoy che non sa rispondere. Resta zitto, come un bambino alle elementari che non vuole ammettere di non aver studiato la lezione.

-         Non lo so.

-         Hermione! Ho appena ricevuto il gufo, ero agli allenamenti! – Harry irrompe in camera mia in divisa da Quiddich e sventola il biglietto che gli avevo mandato qualche ora prima. D'un tratto poi si rabbuia in viso.
-         Malfoy? Che ci fa qui?

-      Harry... devo spiegarti una cosa, ma dopo. Per adesso sono io a dover capire. Vengo da te         appena finisco, okay?
-         Come vuoi, Herm...
-         Grazie.

Dopo che Harry abbandona la stanza lanciando un'occhiataccia di profondo disgusto al qui presente biondino, io e Draco restiamo di nuovo soli.

-         Allora? Perché sei qui? – chiedo impaziente.
-         Ti ho detto che non lo so.
-         Dovresti. Perché sai, mi sembra che ti stia comportando in un modo un po' ambiguo. Senza parole, Malfoy? Bè, ti dico una cosa. Per me non esiste il sesso senz'amore. Non illuderti che potrai avermi così altre volte, non sarò così ingenua.
-         Chi ti ha detto che mi interessa fare sesso con te?
-         Non credo che tu sia venuto qui solamente per farmi una visita da amico.
-         Questo è sicuro.
-         C'è altro?

Una muta risposta mi fa capire che no, non ha niente da aggiungere.

-         Puoi andare. Oh, Malfoy. Continuerai a evitarmi in pubblico?
-         Credo di sì.
-         Bene. Sai una cosa? Sei un emerito bastardo.

E solo quando si chiude la porta alle spalle, sconfitto, io posso piangere.
Di solito non si piange per qualcuno di cui non ci importa nulla. E invece lacrime amare mi bagnano il viso, incapaci di fermarsi. Non capisco. Non capisco più un tubo da quella notte. Troppi dubbi, troppe incertezze. Lui continuerà ad evitarmi. La cosa non dovrebbe toccarmi, e invece mi fa perdere così tanto le staffe che mi ritrovo a prendere convulsamente a calci il comodino. Perché lo faccio?
Poi Harry piomba in camera mia e assiste alla mia selvaggia reazione. Mi abbraccia e riesce a fermare momentaneamente quella scarica di energia distruttiva che non sono riuscita a controllare da sola. Vorrei che se ne andasse, che mi lasciasse sola una volta per tutte. Perché so che mi costringerà ad ammettere qualcosa che non riesco ancora ad accettare.

Non puoi resistermi, sono Draco Malfoy | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora