10. Con te pareggiamo i conti...

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Non so più che fare. Forse è solo il rimorso di quella dannatissima notte che mi offusca la mente. Forse mi sento così perché la sensazione che mi travolge non l'ho mai provata prima. O forse è perché non voglio accettarlo. Mi costringo a credere che il Principe di Serpeverde non occupi da circa due settimane un posto fisso nel mio cervello. Cerco continuamente di scacciare il pensiero del tocco febbrile e delicato della sua mano, il sapore dei suoi baci sulla pelle, il suo corpo teso contro il mio... ma non ci riesco. E' la prima volta che mi capita una cosa simile: per questo non so come comportarmi, penso che ogni cosa che vorrei fare sia categoricamente e inevitabilmente fuori luogo. Ormai ho smesso perfino di tormentarmi l'anima col pensiero di essere una totale idiota: la mia mente si libra ben oltre il senso di colpa. Continuo a chiedermi perché diavolo sia venuto fin qui. Voleva vedermi? Un motivo ci deve pur essere, in fondo per quanto possa essere stronzo Malfoy non è uno stupido. Conoscendone la crudeltà potrei anche convincermi del fatto che sia piombato senza preavviso nella mia stanza solo per godersi la mia reazione. Forse voleva semplicemente accertarsi che avessi ancora voglia di fare sesso. Si, sicuramente era per questo. Ma non voglio crederci.

Cazzo, Blaise mi ha ficcato in testa un pensiero fisso. Perché diavolo sono tornato dalla Mezzosangue? Per dare una svolta alla nostra sfida? Si, con tutta probabilità era per questo. Solo che non ci avevo pensato. Dannazione...

Quando finalmente riesco a liberare la mente dai miei perversi pensieri dagli occhi color tempesta e i capelli biondi, mi accorgo che si è fatta ora di colazione. Diamine, non ho chiuso occhio tutta la notte?! Impossibile. Da quando un dannatissimo ragazzo mi fa quest'effetto? Di solito se la notte non dormo il motivo è più che valido. Ripasso mentalmente la lezione del giorno. Oppure ripenso a qualcosa di particolarmente felice. Ma Malfoy non è né un incantesimo né tanto meno un ricordo felice (figuriamoci!). Lui è solo... Draco.

-         Ehi, Mione! Ancora dormi? – E' Ginny che per l'ennesima volta ridesta la mia attenzione.
-         Ti senti bene? Io sto scendendo per la colazione!
-         Sto benissimo... arrivo subito! – Le ultime parole famose. Neanche il tempo di terminare la balla del giorno che la mia migliore amica piomba in camera mia come una furia.
-         Hermione! Santo cielo!
-         Che c'è?
-         Hai bevuto?
-         No!

Una frazione di secondo dopo capisco il perché dell'espressione allucinata che deforma in una maniera quasi ridicola il volto di Ginny, guardandomi allo specchio. Ho due occhiaie da far paura.

-         Non hai dormito?
-         Indovinato. Sai, in questo periodo...
-         ...Un'interrogazione dopo l'altra. Ti posso capire.

No, non era esattamente quello che volevo dire. Ma può andare...

-         Infatti. Ho... ho ripassato mentalmente tutta la notte. – Bugia.
-         Doveva essere una lezione complicata, se Hermione Granger è stata messa alle strette! – Questa volta Ginny mi sorride radiosa.
-         Però quelle occhiaie... meglio eliminarle! – E con un colpo di bacchetta fa sparire i solchi grigiastri di pochi istanti prima.
-         Adesso io scendo. Ti aspetto sotto con Harry e Ron, sbrigati!

Che persona d'oro è Ginny. Avrei fatto meglio a dirle tutto, anziché usare la solita patetica scusa del non-ho-chiuso-occhio-perché-dovevo-ripassare. Lei non lo merita. Bene. Le spiegherò tutto appena possibile. Appena starò meglio.

La Sala Grande è gremita di gente. Il mio sguardo si posa istintivamente sul lungo tavolo di Serpeverde. Precisamente su UN Serpeverde. Ride e scherza con i suoi presunti amici. Presunti perché in quegli occhi, che esprimono ogni sfumatura di ogni sua emozione (e questo l'ho capito quella notte) che lui sembra voler nascondere, riesco a leggere insoddisfazione. Insoddisfazione verso un mondo che gli è estraneo. Verso un padre che non gli ha saputo regalare amore, e ha scioccamente pensato di poter colmare ogni desiderio di suo figlio rimpinzandolo di cose materiali. Insoddisfazione verso una cerchia di falsi amici che gli vanno dietro solo per timore. Perché così facendo si guadagnano l'audience, la popolarità che ogni ragazzo ha sognato almeno una volta nella vita. Cosa potrebbe colmare quel vuoto? O... chi?
E quando mi accorgo (inutile dirlo, maledettamente in ritardo) che i nostri sguardi si sono incrociati, arrossisco violentemente e mi giro di scatto dall'altra parte della Sala. Merda, che figura.
Non riesco a trattenere un sorriso guardando i miei migliori amici. Quelli di sempre. Quelli VERI. Ron, come al solito, si ingozza di cibo quasi fino a scoppiare. Harry ride. Io non rido da due settimane. Harry ha perso tutto. Ma nonostante ciò continua a vivere.
Non si può perdere qualcosa che non si è mai avuto. Lui non è mai stato mio. Però mi sento privata di una parte di me. Una parte immensamente importante, quella in cui si celano tutte le emozioni, i sentimenti. Mi sento privata del mio cuore.

Perché lui me l'ha rubato.

Senza pensarci due volte mi fiondo fra Harry e Ron.

-         E...mmio...ie! – E' così che mi accoglie Ron.
-         Manda giù tutta quella poltiglia prima di parlare, o finirai per affogarti! – esordisce Ginny in tono di rimprovero.
-         Ciao, ragazzi!

Non faccio in tempo a mandare giù il primo sorso di caffè che un gufo dall'aria malconcia plana di fronte a me con un atterraggio altrettanto maldestro. Annodata a una zampa porta la Gazzetta del Profeta.

-         Rita Skeeter... Rita Skeeter... "Le dieci coppie magiche più quotate"... ma che razza di...
-         Guardate qua! – tolgo di mano il giornale a Ron, che non ha volutamente fatto caso al titolone in prima pagina "ATTACCO DI MANGIAMORTE AD HOGSMEADE".
-         Merda! – commenta Harry.
-         E' morto qualcuno che conosciamo? – chiede Ron in tono annoiato. La solita, dannatissima domanda di sempre.
-         "Nonostante le recenti rassicurazioni del ministero che negano il ritorno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, un esercito di Mangiamorte porta nuovamente il terrore nella cittadina di Hogsmeade..." Niente di buono anche oggi, eh?
-         E' morto qualcuno che conosciamo?
-         E smettila, Ron! La faccenda è seria!
-         Ehi, chiedevo! Se morisse qualcuno sarebbe altrettanto seria!
-         Comunque no, niente morti, per fortuna. Ma hanno fatto abbastanza per terrorizzare la gente un'altra volta.

-         Nessun problema! Tanto ci sarà San Potter a salvarci tutti! – quella voce. Bastarda.

Mi giro di scatto e mi trovo davanti il diavolo in persona. Dio, quant'è bello...

-         Come al solito arrivi al momento sbagliato, Malfoy! – risponde Harry. – Vedi, il tuo caro paparino colpisce ancora!
-         Non ti permettere di rivolgerti a me in quel modo, Potter, o...
-         O che fai?

Vedo la rabbia accenderglisi negli occhi. Quella rabbia incontrollabile, che non conosco. Ora Malfoy si erge in tutta la sua altezza, a un palmo da Harry. Non voglio che tutto questo sfoci nella solita rissa.

-         Harry... Falla finita...
-         Cos'è, Mezzosangue? Hai paura che il tuo amichetto ci rimetta un braccio? Bè, può darsi, non te lo nascondo...
-         Stronzo!

Quello sguardo. Quello sguardo glaciale. Mi trafigge come una spada affilata. Mi ferisce al cuore.  Senza che mi venga detta un'altra parola torno a sedermi, sconfitta.

-         Con te pareggiamo i conti più tardi, Mezzosangue.

Se solo fossi riuscita a non cedere. A dimostrargli che non ho ancora perso...

Non puoi resistermi, sono Draco Malfoy | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora